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Romeo et Juliette di Preljocaj al Carlo Felice- recensione

Post n°135 pubblicato il 13 Febbraio 2016 da francescacamponero
Foto di francescacamponero

GENOVA. 13 FEB. Ho sempre sostenuto che se si va a teatro e non si riceve emozione qualcosa non ha funzionato nello spettacolo presentato. L’emozione è tutto per la resa di una messa in scena, l’emozione è quella che fa il successo di uno spettacolo perchè arriva a tutti, esperti e meno esperti del settore. Perchè l’emozione quando arriva non ha bisogno di essere spiegata, tradotta, raccontata nè tantomeno giustificata. Se uno spettacolo emoziona vuol dire che è indubbiamente un bello spettacolo qualunque cosa presenti e come lo presenti. Il Romeo et Juliette di Angelin Preljocaj emoziona, ed emoziona tanto, fino alle lacrime, quindi è uno spettacolo ben riuscito sotto ogni profilo. Se del dramma shakespeariano forse rimane poco , quello che resta presente, indiscutibile e imprescindibile è la forza dell’amore. Un amore che è ancora più forte perchè difficile da vivere liberamente. Nella traduzione di Preljocaj non sono due famiglie di rango ad osteggiarsi, ma lo scontro avviene tra la milizia incaricata di assicurare l’ordine sociale e il mondo dei senzatetto sociali. Juliette è la figlia del dittatore, Romeo è un poveraccio rivoluzionario. Qunidi non si vedono genitori Capuleti, nè genitori Montecchi, e questo manca un po’, come manca la morte di Tebaldo su cui solitamente siamo abituati a veder piangere disperata Madonna Capuleti. Manca anche la simpatica nutrice di Giulietta, qui sostituita da due “mamme androidi” che si muovono come dei robot, e allora?… Allora tutto ciò non toglie fascino al racconto di Preljocaj che si svolge in una città senza tempo collocabile nella narrativa fantascientifica di Asimov. Romeo e Giulietta si incontrano per caso ed è colpo di fulmine, lo descrive il taglio di luce che si ferma su di loro oscurando tutto il resto in una scena che prelude quello che sarà quel grande amore che sappiamo. Dopo questo coup de foudre niente ha più importanza per loro se non amarsi. Per raggiungere Giulietta Romeo uccide anche una guardia ed il loro primo incontro racconta da subito la voglia carnale, viscerale, di due giovani che non hanno nulla da perdere, disperati dentro un vita che, così com’è, sentono non appartenere loro. Salvifico come sempre l’amore, quell’amore che permette di osare, di andare oltre, anche fino alla morte se è il caso. La coreografia di Preljocaj gioca nel suo stile, è dinamica, scattante, passionale e appassionante, basata su una sua cifra stilistica consueta, il balletto è il risultato perfetto della congiunzione tra alta tecnica classica unita perfettamente a quella contemporanea fatta di linee spezzate, corpi obliqui, salti fuori asse ecc. Romeo et Juilette è stao creato da Angelin nel dicembre del 1990 per il Lyon Opéra Ballet, oggi siamo nel 2016, sono passati ventisei anni, ma la freschezza e bellezza stilistica di questa coreografia non appare certo osoleta. Questi sono i capolavori.

 
 
 
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