Da zer0 a me

Il tempo che passa


Qualche mese fa ho provveduto al consueto rinnovo della patente, stante la cifra tonda degli anni ho preferito fare visita preventiva all’amico oculista, confidandogli una certa difficoltà nel leggere i bugiardini delle medicine, quelli scritti in caratteri microscopici. Nonostante avvicinassi gli occhi al foglietto la lettura risultava comunque confusa e mi sono auto diagnosticato che era tempo di occhiali. In verità la risposta del clinico mi ha stupito, l’età vuole che io debba allontanare per vedere bene e non cercare una migliore prossimità. Così mi ha prescritto lenti da lettura, una diottria, credo più per consolare il mio bisogno che per una reale necessità, per la patente, invece, alla via così, alla distanza dalla tavola optometrica i decimi ci sono ancora tutti, la patente è rinnovata. Avvicinare...E comunque. lo so non si inizia una frase con una e, la mia maestra mi ha sgridato più volte, a me però regala un senso di continuità dinamica al discorso, poi sono anche molto testone; e comunque, dicevo, questi occhiali comprati in edicola li uso davvero poco, ma questa mattina, per leggere meglio una nota a corpo 4, piccolissima insomma, sono andato a prenderli, poi sono finiti sull’orologio, che non porto mai al polso perché le cose addosso mi danno fastidio (i vestiti li tengo però, quelli sì). Ecco: osservando, come dire, d’improvviso quello che ho cercato di riportare in immagine, ho pensato al mio desiderio di avvicinarmi alle piccole cose, proprio adesso che gli occhi me ne vorrebbero distante ed al fatto che la lente ingigantiva le ore… gli occhiali che focalizzano l’attenzione al cronometro… sono queste le mie piccole cose che oggi mi vogliono raccontare del tempo che passa lieve e inesorabile; sono così vicine che spesso non le vedo e per questo devo imparare a non seguire il desiderio di comprendere accostandomi ancora di più con la testa, ma soltanto, possibilmente, con il cuore.The times they are a changin – Bob Dylan