Da zer0 a me

Picasso e il Jazz


Pablo Picasso - I tre musicantiCi sono sensazioni che si possono intuire per simpatia ed altre che non riescono a diventare emozioni percepite nonostante il desiderio: tra quelle suggestioni che vorrei fossero anche mie, ma non sono, c’è senza dubbio l’opera artistica di Pablo Picasso.Non è tanto il suo talento nello smontare l’immagine che mi perplima, smontare è un atto così logico che merita l’appellativo di razionale: una ratio, una cosa che si divide appunto.
Da piccolo mi sono innamorato dei meccanismi degli orologi, la sveglia aveva delle viti belle grosse facili da rimuovere, ricordo il cicaleccio ritmico dei meccanismi che si svelavano alla vista, quando, uno per uno, provvedevo a rimuoverli senza però comprendere il tutto, costringendo spesso i miei genitori a far visita all’orologiaio di famiglia che pazientemente riassemblava il fagotto pieno di minuscoli elementi dentati; solo molto tempo dopo, in anni meno verdi, ho finalmente compreso il matrimonio tra molla a spirale e bilanciere, imparando da solo il gusto della ripartenza del meccanismo e smettendo di procurare fastidi (tanto i miei si erano comprati da tempo un’altra sveglia lasciandomi la prima per gli esperimenti di meccanica applicata).Picasso smonta, ma rimonta a modo suo, ogni volta per me imprevedibile o peggio inconcepibile, vorrei dire stonato e invece magari è solo dissonante. Forse il fascino che devo cogliere è questo, ci pensavo ascoltando un mio preferito, detto non a caso il Picasso del Jazz, al secolo Miles Davis, con questa opportuna It never entered my mind.  Il Jazz è diventato importante nel tempo per me, educato ai canoni della musica classica, con una metrica fedele a quelle notazioni frazionali tra crome e semibrevi che sono tanto matematiche. Il Jazz invece l’ho assaggiato un poco alla volta, prendendo gusto alla sua creatività emotiva, al suo rompere gli schemi, l’ho considerato come una fenice che rinasce dalle ceneri di uno schema precedente ogni volta nuovo, fresco e capace di volare ma col fuoco dentro; così anche per me, con fatica sempre minore, è diventato emozione, musica bellissima e godibile.Ecco, anche nel Jazz i canoni classici vengono smontati e ricomposti con orditure diverse, avendo compreso questo fino a gradirlo, dovrei anche provare sensazioni forti davanti a Picasso, ma certe emozioni non sono come i muscoli che si possono allenare con esercizi precisi, forse hanno bisogno del loro tempo e certamente di essere assecondate, coccolate: un esercizio di pazienza insomma, non di sforzo. A Dio piacendo Picasso troverà finalmente in me il giorno in cui, crescendo piano come un palazzo che diventa parte di una città, il posto adatto, una stanza accogliente dove ospitarlo e sentirlo anche mio, illuminato dalla luce della luna; intanto… Jazz!Miles Davis Quintet - It Never Entered My Mind