Da zer0 a me

Quella carezza della sera


È primavera, periodo che invita al rinnovamento, nelle mie sere solitamente affidate all’abbraccio del divano, anticamera del salotto più comodo di Morfeo, adesso mi trovo per strada a camminare, quando non sono sulla via più o meno vicina della spada.Alcune cose diventano talmente parte di te che nemmeno l’acqua nuova della bella stagione riesce a scalfirle e rimangono solide, come sassi ben piantati per terra. Passo dopo passo, fino a soddisfare il mio contatore elettronico, scelgo ogni sera percorsi diversi e mi inoltro per vicoli, comunque vicini a casa, mai visti prima, ma la musica, la musica nel cuore, non mi lascia mai. Preferisco non imbottirmi le orecchie, forse quello va bene per chi corre, trovando un motivo adatto in modo che sia rispettato un antico proverbio giapponese che recita: il ritmo uccide la fatica. Vagabondando ho colto così il suono di un chitarra ed una voce fresca di gioventù cantare questa canzone che appartiene certamente a generazioni più datate. Concordanze: anche questa racconta di ricordi passati e così mi è apparsa un cerchio nel cerchio, o meglio il ritorno di un'onda.Ci sono cose che si piantano nel cuore e la corrente non  le porta via, magari anche solo canzoni così; riascoltarle mi fa bene, regala quel senso di solidità della vita che, come la pietra di cui sopra, aiuta a non perdere l’equilibrio quando il fondo è sdrucciolevole e l’acqua preme improvvisa. Così si sono abbassate di intensità le stelle e come un ladro di emozioni sono rimasto ad ascoltare un pezzo del mio passato tornare a vivere dentro una voce più verde, agitando con vibrazioni inconsapevoli ricordi fatti di spiaggia, chitarra e molti amici vicini a cantare il tocco lieve della carezza meravigliosa della sera.