Da zer0 a me

Infiniti Voli


La soddisfazione di un periodo di ferie passa attraverso la consapevolezza dei desideri, ciascuno di noi trova i motivi migliori per staccare dal ritmo quotidiano e cercare il vuoto, da cui il nome vacanza, da riempire di momenti belli. Il mio punto focale è certamente l’incontro di mare e di vento; in questi giorni tropicali è stato il sentimento più ampio di gioia e libertà, percorrere tanta strada ne è valsa la pena. Vela dunque, soprattutto in questo secondo giorno di navigazione tra l’isola principale di Mahé e quella di Praslin, affrontando un tratto di mare di circa 25 miglia aperto al ritmo delle onde e del vento dell’Oceano Indiano non più imbrigliati dalla presenza delle isole; spenderò parole di vela ed anche un po’ di tecnica a questa correlata, considerando che lo sprone saliente di questa giornata è stata la navigazione e l’esperienza al timone che mi ha regalato emozioni vivissime. Mi scuso se risulterà un po’ ostica ai non praticanti, ma spero emerga comunque il senso di vitalità e di gioia che di questi momenti mi è rimasto nel cuore.Una mano sapiente ha disegnato questo spettacolo per i velisti che sono le Seychelles: il vento soffia da Nord Ovest con il monsone che da Novembre ad Aprile porta aria calda e umida dall’Africa per poi diventare, da Maggio ad Ottobre, quello che spira da Sud Est, con aria più fresca e meno ricca di precipitazioni, ma con il vento più impetuoso.Le isole hanno una posizione tale per cui la rotta vede sempre il vento di traverso, o per meglio dire di mezza nave: la condizione migliore per raggiungere picchi di velocità; non c’è differenza se la rotta va o viene da Mahé, il vento si presenta sempre dal lato migliore ed invita a regolare bene le vele con un occhio all’indicatore di velocità.Approfittando della stagione più adatta alla vela, sotto l'equatore l'estate diventa inverno, la scelta della imbarcazione è caduta sul catamarano, popolarissimo a queste latitudini, per la mia prima esperienza su un due scafi di queste dimensioni; complice anche la mole di dati e di impressioni raccolte in rete, ci siamo affidati alla Marine Cat Sey, di cui presento lo spot pubblicitario con la sua musichina accattivante; la consiglio per la qualità e la manutenzione delle loro imbarcazioni e per la professionalità dello staff; tra le diverse possibilità abbiamo preferito un Nautitec 44, imbarcazione a due scafi di fabbricazione francese dotata di 10 posti letto: la nostra di nome Aline. Come tutti i catamarani è poco propensa alla bolina stretta, cosa che del resto la disposizione delle isole rende superflua, ma presenta buone doti di agilità e la capacità di rapide accelerazioni, oltre che un pescaggio davvero contenuto ideale per avvicinare i bassi fondali. La vivibilità di un catamarano, poi, è superiore nettamente a quella di un monoscafo, per l’enorme Dinette direttamente a livello della timoneria, sotto coperta ci sono solo le cabine per la notte.
Le isole mi riservano una giornata spettacolare: vento a 30 nodi con rinforzi in raffica, subito lasciata la prossimità della costa, l’Oceano si presenta con la maestosità delle sue onde e la potenza delle vele rende possibile la sensazione del volo. Aghi di schiuma tagliata dalle prore affilatissime si alzano e disegnano con colori iridescenti il procedere, le scie di poppa fuggono veloci e subito si spengono nel blu che le rimescola. L’Oceano è così: il culmine delle masse d’acqua appare enorme ed altissimo per chi è abituato agli stretti ansimi dell’Adriatico, è una sensazione tutta nuova questo risalire e scendere dentro i valichi tanto ampi delle onde.Il catamarano avendo due scafi scende prima con il lato sottovento e sul timone si avverte questa tendenza ad imbardare, compensata in parte dalla ridotta dimensione del fiocco tendenzialmente poggero e dalla spinta al vento della randa. Pochi minuti bastano a prendere confidenza con questa irrequieta andatura che richiede di assecondare lo spigolo sull’onda a salire, per trovare maggiore vigore in discesa; fondamentale resta una regolazione sapiente del carrello per trovare il corretto assetto di apertura in balumina e scaricare la pienezza dell’energia.
Il log registra punte di velocità che superano i 15 nodi, e le parole diventano poca cosa di fronte a questo godimento liquido fatto di velocità e di mare impetuoso. Meno di due ore bastano a coprire la distanza che ci separa dal bacino molto più tranquillo di Praslin, la seconda isola per dimensioni. Il rodeo lentamente si placa di concerto con il vento che rimbalza da una costa all’altra diventando meno indomito e la navigazione, che si mantiene comunque oltre i dieci nodi, diventa molto più stabile.Sarà una giornata di voli: dall’acqua spiccano i balzi dei pesci volanti, dotati di ampie pinne laterali che fungono da ali, infastiditi dalle sule che li cacciano, spiccano lunghe planate fuori dalle onde, per la gioia dei miei giovani che li seguono nelle loro evoluzioni acrobatiche.
Passano pochi minuti quando lo skipper ci segnala un incontro interessante in prossimità della costa: è una coppia di squali balena, piuttosto frequenti da queste parti, che nuota a pelo d’acqua. Nonostante la famiglia alla quale appartiene incuta reverenziale timore, è animale mansueto, si ciba solo di plancton come i cetacei dai quali prende il nome, ma è comunque lungo quasi quanto la barca, secondo una stima spannometrica intorno ai quattordici metri, meglio evitare contatti epidermici.
Finalmente una sosta ristoratrice dopo la fatica della traversata, quindi il pranzo dove iniziamo a sciorinare i vari tipi di pasta portati da casa, poi un riposino per prendere confidenza con il nuovo fuso orario (due ore in più) e si cambia ancoraggio, arrivando in un’ansa riparata dal vento, molto consigliata per i fondali corallini. Armati di pinne e boccaglio già pronti al tuffo ecco che si intravede una figura alata avvicinare la poppa del nostro Aline. Un altro degli incontri incredibili di queste acque: si tratta di un branco di mante che ha seguito le correnti intense dell’equatore per approcciare queste zone superficiali ricche di nutrimento. Approfittiamo del suo passaggio per nuotare qualche istante con loro, volando sotto la superficie dell'elemento liquido e cercando la stessa eleganza e leggerezza che sanno mostrare con voluttà. Una gioia che riecheggia a lungo nel cuore.
All’equatore la sera scende prima, verso le 17 raggiungiamo per tempo il nostro ancoraggio finale: Anse Lazio (retaggio italiano anche in terre così lontane dallo Stivale); nelle prime ombre del rapido tramontare vediamo una enorme figura volare verso i picchi di Praslin, è l’ultima creatura volante del giorno, si tratta del Pipistrello della Frutta che abitualmente si sposta verso le ore più buie da un’isola all’altra.
La giornata è stata fin troppo prodiga di emozioni, nella calma cullante dell’Anse Lazio, lasciamo che i sogni prendano il sopravvento e la notte passi tranquilla, fino alle prossime scoperte: domani.