Da zer0 a me

Semi oltre il mare


Premo forte la mano e affondo l'aratro nella terra sono anni che mi curvo su di essa come non essere sfiniti? Volano farfalle, cantano i grilli, la mia pelle si imbrunisce e il sole brilla, brilla, brilla. Il sudore mi scava solchi, scavo solchi nella terra senza sosta. Rinforzo la speranza quando penso all'altra stella; non è mai tardi, mi dice quella la colomba volerà. Volano farfalle, cantano i grilli, la mia pelle si imbrunisce e il sole brilla, brilla, brilla. E alla sera quando torno nel cielo appare una stella. Non è mai tardi, mi dice quella, la colomba volerà, volerà, volerà, come il giogo serrato stringo il pugno, speranzoso perché tutto cambierà.(El Arado - Victor Jara)
Ecco iniziato l’anno nuovo, anno bisesto e pieno di incertezze, conseguentemente pieno di cose impreviste da scoprire. Vorrei iniziare e concludere questi pensieri con un profumo che sa di terra, di quel ventre materno che fa crescere vita sempre nuova.Per me che vivo con interesse le ritualità umane Capodanno è una festa meno comprensibile di altre anche se, con buona pace di Sant’Eligio, viene tuttora festeggiato non solo nelle Fiandre, ma ormai globalmente in corrispondenza della data del primo Gennaio.Le feste sono una profonda necessità umana, nascondono dietro alla carta argentata dei pacchi regalo ed al tintinnio dei bicchieri, bisogni ancestrali che sono l’espressione di un comune sentire, al di là del colore della pelle, delle tradizioni e delle culture.Il Capodanno è celebrazione di bilanci, momento di riflessione per trattenere un’ultima volta in mano il plico di ricordi vergati di fresco sulla scrivania ed affidarlo quindi al cassetto della memoria, lasciando spazio alla meraviglia di quelli a venire. È tempo di energie nuove, ci si libera da quello che trattiene, come per i 108 colpi di gong che i giapponesi ascoltano a Capodanno sorseggiando sakè, uno per ciascuno dei 108 peccati che si dice vengano commessi in un anno, purificando nuovamente l’anima.Credo sia facile, per chi nutre il desiderio di scrivere su un blog, o comunque lascia traccia della propria rotta su altre carte, sfogliare rapidamente le pagine più recenti, io non sono molto bravo a fare bilanci e tantomeno possiedo quella memoria pachidermica che permette di avere pronta alla mano una data, un ricordo, qualcosa che mi ha lasciato commozione. Ricordo meglio la musica questo sì, la musica è il catalizzatore delle mie emozioni ed è una gomena con la quale fissare il momento abbisciando il capo attorno alla bitta.C’è una cosa bella nei nodi d’ormeggio, sono fatti inevitabilmente per essere adattati nel tempo e preferibilmente o finalmente sciolti, in modo che il tagliamare di prua possa conoscere onde nuove e non solo i tranquilli salti di marea del porto.Si salpa allora per un nuovo anno, in giorni pieni di sole d’Inverno che amo tanto, con le onde appena corrucciate che invitano a nuove rotte e nuove isole, soprattutto con la voglia di issare tutti la medesima bandiera che, ovunque traslino la deriva e lo scarroccio, è il simbolo di una amicizia condivisa: non teme distanze o colpi di vento.
Ci sono marinai che trasportano nel luogo più asciutto della cambusa un sacchetto di semi, da affidare al calore di terre lontane per far crescere alberi là prima sconosciuti, alberi di cui loro non vedranno le chiome: sono eroi straordinari e silenziosi. È a questi insegnanti di futuro che mi ispiro per l'augurio di un anno pieno di fiori e di frutti da piantare. Troverò certamente sul mio cammino semi che hanno navigato per diventare nuovi arbusti, piantati da mani tenaci, che hanno versato l’acqua dolce che abbevera la voglia di guardare al domani con placida impazienza e ponderata fiducia.A tutti questi seminatori auguro infiniti giorni lussureggianti ed ubertosi.