Da zer0 a me

Forse la spada?


Nel periodo fertile della Quaresima trovo preziosi l’ascolto e la lettura. Per la scelta dei brani cerco di affrontare gli autori che mi risultano più angusti da attraversare; proprio quelli che la mente rifiuta provo ad affidarli al cuore: uno di questi è Paolo di Tarso, la cui azione controversa nella divulgazione della Bella Novità oscilla tra la luce della Parola e le ombre del personaggio storico.A volte basta una sola riga, un breve frase, per spalancare il cancello blindato dell’ostinazione, come succede per una bellissima poesia, spesso troppo lunga per rimanere intera nella memoria, della quale restano appese  come ghirlande solo le stanze migliori.Aprendo la Lettera ai Romani, l'occhio evoluisce sulla pagina e cade su una parola a me molto cara: la spada; come un sasso nello stagno dal quel punto parte l'onda della voglia di capire, di scendere nel profondo del messaggio.Nella visione di Paolo la spada separa dal bene, quando invece per me è strumento di indagine interiore e di miglioramento sulla consapevolezza dei miei limiti: un amplificatore di verità, un vettore di positività nonostante il suo scopo primigenio.In questi giorni dove il senso della separazione è acuito anche dai fatti di cronaca, dove più forte mi arriva la preoccupazione del distacco da parte di persone alle quali voglio bene, cala sul nervo dolente del pensiero questo balsamo, con una domanda retorica fatta di poche esaustive parole; inutile spenderne altre delle mie a commentarle, sarebbero troppe ed inutili, parlerebbero solo alla ragione: è una risposta di quelle che il cuore sa già, è necessario solo imparare ad ascoltarlo.Parla di gioia, di spada e di certezze, quelle che tolgono per sempre la sete anche alla mia umana fragilità:Chi mai ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? (Lettera di S. Paolo ai Romani 8,35)Buona Pasqua :)