Mestiere difficile quello del babbo, complicato a volte dalla laurea in ingegneria che implica il dovere di una eloquente risposta esplicativa nei riguardi di tutti i fenomeni, e sono parecchi, che madre natura sottopone all’attenzione di un giovane studente.Con riguardo ai circuiti elettrici si parlava di resistenza, quel fenomeno che trova tanti paralleli con l’attrito della cinematica, si manifesta ostacolando il passaggio degli elettroni, rendendone il transito del circuito più ostico.
Letto così sarebbe solo un danno, di fatto ci si deve fare i conti cercando materiali e condizioni che permettano lo scorrere più veloce delle cariche elettriche; eppure, ah che bella parola eppure, anche una zeppa come la resistenza offre risvolti interessanti. Una delle applicazioni più vistose è quella del filamento della lampadina: dopo avere viaggiato con scioltezza nel filo di rame, la corrente elettrica incontra il tracciato tortuoso del tungsteno e cede lungo questo affannoso transito una buona dose di energia che si trasforma in luce. Ecco quindi che una cosa faticosa e triste, come il freno alla libertà di andare, diventa luce: la cosa più bella del mondo.Così penso possa essere l’interazione tra le persone, molto spesso il fatto di non essere soli e ipoteticamente senza fastidi, porta a rimpiangere una libertà desiderata: una corrente alla massima velocità. Invece proprio il fatto di attraversare pensieri ostici e ostinazioni contrarie ci regala la possibilità di sprigionare luce.Una strada molto lunga, me ne rendo conto, meglio approfittarne finché non fanno male i piedi.Suerte
Enzo Jannacci - La luna è una lampadina