Mi sorprenderà la pioggiaora che non ho neppure il capello di bambùma che importa…(Matsuo Basho)
Saranno giorni di pioggia, tutto il giro del vento declama questa poesia di Garbino; l’aria calda da terra invita i cirri a lasciare posto ai nembi, portatori imminenti di venti freschi ed impetuosi da Nord. Nel cielo prima troppo luminoso e torrido, quasi una milonga deserta in attesa dei tangueros, le nuvole avanzano ora fiere e veloci per invitare alla danza la compagna prescelta. Ho passato molto tempo a guardare il cielo farsi nuvole, ho passato molto tempo, lontano da pensieri coscienti e superficiali, a contemplare il fronte freddo più lento salire sulla bolla calda, con vortici e strie di vapore che si allungano cupe sullo spazio caldo ancora da occupare, ma mentre lo facevo non c’erano formule, leggi fisiche o equazioni ad agitarsi inquiete come sottotitoli: solo riccioli velati, di quelli che rapiscono i pensieri nei loro vortici e li portano verso l’alto, proprio come sanno fare con il vento.Aspettare è il segreto della meraviglia, anche aspettare cose della quali si pensa di conoscere perfino i tempi, ma che alla fine portano visioni impreviste e comunque sempre diverse. Così senza fretta ho atteso anche io la gioia di quel disegno caleidoscopico quando le prime gocce segnano la rena infuocata e progressivamente le cambiano umore e colore, come indossando un vestito nuovo.Sorrido, dal mio angolo protetto, al fuggi fuggi dei bagnanti che, nonostante i messaggi da giorni sempre più insistenti, si fanno cogliere impreparati e tentano di schivare le gocce di pioggia, dopo i bagni frequenti e le docce prolungate, timorosi dell’acqua del cielo niente affatto più fresca.È tornata la pioggia a interrompere il caldo che mi ammala, è tornata con una carezza fresca ed intensa; passa veloce come il sorriso di una donna che per un solo istante ti dedica attenzione e poi scompare a illuminare altrove, ed ecco nel tono plumbeo e severo del cielo il sole torna a fare contrasto esaltando con tinte gagliarde i toni gialli dei palazzi, che ancora una volta brillano ed invitano l’occhio a cercare, immancabile, eppure sempre desiderato: l’Arcobaleno.
Cade la pioggia - Negramaro . Jovanotti