Da zer0 a me

La solitudine delle parole prime


Stat Roma pristina nomine, nomina nuda tenemusDe contemptu mundi - Bernardo Cluniacense
Funzione Z di Reimann (s = 1/2 + 2.100.000.000.000 i)Il clima che rinfresca mi accompagna verso letture più meditative, così mi son tornate tra le mani le Congetture ed in modo particolare quella di Riemann considerata il più importante problema aperto della matematica; si tratta di uno dei 23 problemi di Hilbert ed ancora uno dei 7 Millennium Problems, per la soluzione di ciascuno dei quali il Clay Mathematics Institute ha offerto un premio da un milione di dollari; passatempo ideale che, in caso di illuminazioni comunque oltre le mie possibilità, potrebbe trovare interessanti remunerazioni.C’è dietro a questa intuizione il sapere che coinvolge il misterioso universo dei Numeri primi, così fondamentali anche ai giorni nostri per il legame diretto con la fattorizzazione ed in ultima analisi la crittografia, la stessa che protegge i nostri codici bancari e le transazioni sicure su internet.Ammesso pertanto che i numeri primi soffrano di solitudine, è interessante capire, o quanto meno intuire, che la loro distribuzione non è del tutto caotica, ma segue probabilmente anch’essa uno schema preciso.È altrettanto intrigante accostare all’uso dei numeri quello della parola: Congettura. Discende diretta dalla lingua madre latina per indicare qualcosa che si butta lì, quasi per tentare la sorte (altra parola che significa uscita e quindi combinazione delle facce di elementi aleatori come i dadi a loro volta lanciati sul tavolo).La matematica ha questo effetto su di me, abbandonare la superficie e scendere in profondità, verso abissi di logica e pensiero, ma anche soltanto di consapevolezza.Nei giorni scorsi mi sono trovato di nuovo ad affrontare questo problema causato dal mio modo di comunicare, figlio colpevole dell’amore che provo nell’imparare parole nuove o nel migliorare la conoscenza di quelle altrimenti comunemente usate delle quali però si perdere il senso originale.Ricevo periodicamente rimproveri per un uso della lingua che risalendo agli etimi originali diventa meno comprensibile e meno comunicativa, vorrei dire con un basso indice di Flesch - Vacca (questo documento per esempio non arriva al valore di 50).Ecco le due forze contrarie che confluiscono nel presente compendio, il desiderio, credo del tutto umano, di comunicare e quello di mantenere coscienza del significato migliore delle parole che spesso l’uso consuma, lasciandone solo la buccia rigida mentre la polpa si avvizzisce e perde zucchero.Desiderio: altra parola preziosa, è un lemma che si affida al compiacimento degli astri, che una volta si credeva governassero i capricci del destino. De Sidera: discendere dalle stelle, proprio per questo esprimiamo un desiderio ogni volta che vediamo una stella cadente tracciare l’ultima parabola nel velluto del cielo notturno. Ma dal desiderio nasce il dolore, è una delle quattro nobili verità del Buddha prima ancora del pensiero di Schopenhauer, che pure contemplava le stelle considerandole indifferenti.