Da zer0 a me

Musubi 結び


Dall'Infernoriemerge una luce nelcavo dell'Onda
Settembre è il mio capodanno, dopo l’infernale bolgia torrida dei mesi estivi, le prime piogge portano rinnovamento. Come in ogni capodanno si affronta una piccola morte per ritrovare una vita nuova, un nuovo scorrere di acque dalle quali fluisce energia ancora una volta limpida. Ricominciano così le esperienze fondanti della mia vita: è tempo di spolverare l’armatura e lucidare la spada. Le shinai sono di nuovo lisce ed oliate con l’aggiunta di una goccia di essenza di sandalo nella speranza che un colpo vincente possa essere meno sgradevole per il mio avversario.Di nuovo armato riprendo il cammino sulla Via della Spada, approfittando dell’ottima organizzazione degli amici marchigiani e dello stage da loro proposto condotto dalla veterana della Nazionale di Kendo: Angela Papaccio Sensei.Si apre come un ventaglio un nuovo incontro dove ritrovare il piacere del sudore e della fatica nella pratica, ma è come sempre, a contatto con le personalità più grandi di quest’arte, che sboccia l’opportunità di aprire la mente e farne penetrare visioni alchemiche.Ecco che viene così svelato da una donna la differenza del Kendo al femminile, con atteggiamenti diversi da quelli eminentemente muscolari ed esplosivi degli uomini, ma proprio per questo più ricchi di sensibilità e di percezione.Si scioglie davanti agli occhi la prospettiva che il Kendo possa essere solo aggressività e prima intenzione; invece di un onda che si abbatte, il Kendo femminile è la risacca che trascina verso la profondità predisposta.Queste parole si armonizzano con l’esperienza dei Kata dove l’attacco impulsivo di Uchidachi è assorbito nell’abile trama di Shidachi che alla fine prevale, dentro allo stesso dipinto ritrovo, con la migliore sorpresa, i fondamenti del mio Budo: Mairi  e Musubi.Mairi significa venire avanti ed anche rendere onore, è il Kendo maschile che non conosce possibile alternativa tra il muro e la spada se non quella di attraversare la lama tutto di un fiato.Musubi invece significa invece legare e fondersi, così leggo a modo mio questa visione femminile del Kendo che invita, creando un vuoto capace di risucchiare in una fusione l’attacco prepotente con il contrattacco paziente ed intuitivo secondo una parola ripetuta spesso in questi giorni: disponibile!Ed allora nonostante la mole, la massa che mi favorisce negli allunghi e nei contatti diretti, il Kendo che cerco e che desidero percorrere risulta con migliore chiarezza questo del Musubi, sarà il primo kanji sul quaderno di appunti di questo nuovo anno di spada,Gambatté!