Da zer0 a me

Ormeggio all'inglese


Restate l'uno accanto all'altro ma non troppo vicini:Poiché le colonne del tempio s'ergono separate tra di loro,E la quercia e il cipresso non crescono l'una nell’ombra dell'altro(Il Profeta di Kahlil Gibran)
Barcolana sul molo Audace Un mese pieno di viaggi, spostamenti e cambi di orizzonte questo, che ancora nel prossimo fine settimana mi invita a percorrere la via della spada fino a Roma.
È iniziato con la trasferta a Napoli per festeggiare il matrimonio del mio Sensei con la sua metà del cielo. Napoli così differente dal mio panorama abituale, bagnata della pioggia delle sue contraddizioni e dorata di sole, che splende sui sorrisi di due capaci di accettare la sfida di una vita condivisa in nome dell’Amore.Avevo ancora negli questi sorrisi bellissimi quando il week end successivo sono approdato a Trieste, ancora una volta, ancora per la Barcolana, che ho sempre raccontato, ma che ogni volta è diversa; un momento di gioia alla quale non riesco a rinunciare, come fosse una mano calda che prende la mia e mi invita a stare con lei ogni volta che posso.Un’altra Barcolana difficile per quella tendenza sadica del vento a mancare proprio nel momento della regata di fronte alla città che del vento se ne fa un orgoglio e che per il secondo anno di fila delude.
Succede che nei giorni precedenti la prova le oltre 1.500 barche convenute ormeggino per tradizione vicine sui moli prospicienti le Rive, soprattutto sul molo Audace. Si assiste così a questo spettacolo di fianchi legati dalle cime di ormeggio e di scafi che si strusciano l’un l’altro per i parabordi con quella tecnica di ormeggio detta “alla lunga” ma anche “all’inglese”.Il dondolio del mare concede spesso alla mente viaggi più lunghi di quello delle prore: consideravo in questo modo il metodo più efficace di assicurare la barca, lezione appresa più volte e perfezionata questa estate in una notte tempestosa a Lussino.Per un ormeggio sereno e duraturo due barche legate tra loro hanno bisogno di almeno tre cime, una diretta sul fianco che impedisce loro di separarsi, una a prua ed una a poppa che invece vanno lasciate lasche, altrimenti con il moto dell’onda o la pressione del vento iniziano a strattonarsi, rischiando perfino di strapparsi.Credo sia una splendida lezione su come devono legarsi anche due cuori che decidono di vivere “all’inglese”: fianco a fianco. Ci vuole uno Spring diretto che impedisca loro di separarsi e che leghi il baglio massimo, il cuore dello scafo all’altro cuore. Ma poi, barbetta e codolo, testa e piedi, lasciati con ampio movimento di andare e venire, per non creare strattoni che possono spezzare il sodalizio così adottato.I pensieri, come anche i passi, devono essere così anche nella vita, ogni tanto li avviciniamo alla persona amata perché possa comprenderli nella loro prossimità, ma ugualmente necessitano di momenti più distanti per non diventare soffocanti, come saggiamente suggeriva anche il Profeta di Gibran.Aveva ragione Jaques, il mio vicino di Lussino, quando cercavo di tesare inopportunamente le cime di prua e di poppa: se i cuori sono legati, le barche non si perdono e non si urtano, ma resistono senza incertezze anche alla tempesta più impetuosa, che a ben vedere, è fatta solo di aria passeggera.Buon vento!Mango - Dove Andrò