Da zer0 a me

Solstizio d'Inverno tra la Rosa e il Rovo


Solstizio d’Inverno...ancora una volta la mia vita attraversa questa porta del cielo nella notte della lunga danza. È l’anticamera di quella festa pagana che è diventato il Natale, pieno di rumore, di lucine scaccia paure e di insensati regali fatti per avere le mani piene anche se il cuore vorrebbe tutt’altro, prigioniero di quell’Hotel California nel quale abbiamo trasformato i nostri giorni.Fatico a trovare sempre più lo spirito vero di questa ricorrenza, sopraffatto dal frastuono della vita, soffocato dalle necessità di vivere un rito che non mi appartiene in questa forma, che per questo risulta sempre più arduo condividere.Così mi rifugio alla ricerca di simboli che possano riportarmi sulla strada, non è difficile capire che, come sempre, le cose necessarie le abbiamo tra le mani, ancora una volta la gioia si nasconde tra la punta delle dita. Tra le mie mani, come raccontato nel post precedente la rosa e il rovo cantate dal mio preferito: i simboli perduti che mi riconducono al Natale.C’è la rosa che con la sua purezza rappresenta l’eccellenza femminile, capace di celare tra i petali che andranno a schiudersi il segreto più intimo della vita, è accentata con nota finale in rosa di Galilea, il simbolo mariano che assume gli stessi connotati del Graal per rivelare a chi aspetta l’alba il contenitore che cela il segreto dell’eternità e della promessa di gioia. A questa rosa si avvince il rovo, le cui spine sono l’anticipazione di quelle che sul colle del Cranio incoronano il compimento della missione finale. Le spine che provocano dolore a chi le avvicina con desiderio di possesso, ma sono invece strumento di protezione di intimo raccoglimento per chi ne contempla la necessità essenziale.La rosa abbraccia il rovo e mi racconta finalmente del Natale che arriva, distratto come sono da persone sempre scontente, piene di desideri impermanenti, divorate dalla necessità di possedere questi petali protetti e impossibili da cogliere, che sono il segno tangibile di cosa ammirare e possibilmente, nelle ore di una delle notti più lunghe, adorare, interrompendo il silenzio del gelo invernale con una canzone di meraviglia per la fioritura antica, eppure attualissima, di un Amore che si rinnova potente, irresistibile, profumato di rosa.Un augurio di gioia e di luce: Buon NataleBob Dylan - Is your love in vain