La malattia dell’Inverno non recede, nemmeno di fronte al melo che fiorisce, la pratica con la spada perde di intensità e per contro devo cercare di mangiare di meno, o con meno calorie; mentre mi accingevo alla preparazione di una zuppa di porri e patate, ideale nella sua semplicità, lo Zen ha sorretto i pensieri malinconici, spiegandomi che non contano le proporzioni stechiometriche degli ingredienti e tutti gli altri numeri amici compreso il tempo di cottura, non conta la logica ma nemmeno il cuore che si mette nella preparazione, è necessario invece il distacco perfetto per accarezzare con rispetto immenso quella che è stata una vita diversa che ora confluisce nella mia con sapori armoniosi.Quando preparate il cibo, non considerate mai gli ingredienti da una certa prospettiva ordinaria, e non pensate nemmeno a essi solo con le vostre emozioni.Mantenete un atteggiamento che cerca di costruire grandi templi con verdure ordinarie, che espone la Verità del Buddha con l'attività più insignificante.Quando fate una minestra con umili verdure di tutti i giorni, non lasciatevi trasportare da sentimenti di avversione e non stimatele di poco conto; né saltate dalla gioia soltanto perché vi hanno dato ingredienti di gran qualità per fare un piatto speciale.Coltivate piuttosto una disposizione d'animo che li vede e li rispetta pienamente per quello che sono. Non siate negligenti o trascurati solo perché le materie prime sono semplici, e non gettatevi a lavorare con più alacrità e diligenza solo perché sono di qualità superiore. Una pietanza non è necessariamente superiore perché l'avete preparata con ingredienti rari, né una minestra è inferiore perché l'avete fatta con verdure semplici. Impegnate la vostra mente e dedicatevi a superare la perfezione degli antichi patriarchi, per adempiere la vostra funzione per la Via, perché toccare e scegliere una semplice verdura con serena concentrazione può divenire una pratica di illuminazione. Se i grandi maestri del passato erano capaci di fare una minestra semplice con una quantità esigua di verdure, noi dobbiamo cercare di fare una buona minestra con la stessa quantità.È difficile. Perché la nostra mente corre qua e là come i cavalli selvaggi nei campi, e le emozioni rimangono incontrollate, come le scimmie che si dondolano tra gli alberi. Se solo ci fermassimo a riflettere sul cavallo e la scimmia, la nostra vita diverrebbe con naturalezza una cosa sola con il nostro lavoro. Cucinare è un mezzo con cui trasformiamo le cose, mentre, allo stesso tempo, ne siamo trasformati. È essenziale purificare la nostra mente attraverso i gesti del lavoro quotidiano, essere consapevoli dell'assoluto e del relativo. Maneggiate quindi anche una singola foglia di verdura in modo tale che manifesti il corpo del Buddha.Ciò a sua volta permette al Buddha di manifestarsi in voi attraverso la foglia. Dal Tenzo kyokun, "Istruzioni a un cuoco zen"
Yiruma - A river Flows in you