Da zer0 a me

Saudade


Non è una poesiaquella che voglio narrartiNon so nemmeno se valga la penacercare di descriverti:Il MareIl MareÈ qui che vengo a starecosì da poterlo vedere continuo ad invecchiaresenza riuscire a comprenderlo:Il MareIl Mare(Pedro Ayres Magalhães) C’è un posto in cima al molo dove vado spesso a lavare i pensieri, proprio accanto a quel piccolo faro cui hanno cambiato colore diversamente da come appare nella foto che corrisponde alla mia memoria: adesso è giallo, non è più guardiano dell’ingresso, è libero dal dovere di custodire l’abbraccio a sinistra del porto ai marinai, che devono viceversa superare la diga foranea a protezione dei venti del Nord.Rimane in attesa, certo non sa nemmeno lui di cosa, rimane comunque un punto di appoggio prima del grande orizzonte,  per me, e per tanti che lo hanno salutato nelle ore tra il tramonto e l’alba, con la sua luce rossa e quel sentiero di cemento e massi che finisce tra i flutti: trampolino ideale per affidare i pensieri all’infinito liquido, all'Elemento.Torno ancora una volta ad appendergli la bilancia della mia vita, con quel sapore di nostalgia e di preziosi ricordi; in questi giorni nei quali ho interrotto il cammino sulla Via della Spada, sono ancora qui a raccontargli e raccontarmi; incapace di comprendere appieno l’orma dei miei passi e quella degli eventi circostanti: i sorrisi giovani rubati dal mare, le spirali di gioia che si chiudono come dentro la nebbia che nemmeno i marosi possono sciacquare via.In questo piccolo rifugio riecheggia una melodia che mi accompagna, con parole tanto vicine al cuore da poter essere anche le mie; le trattengo per un attimo allora, il tempo infinito ed istantaneo di fermare il procedere della vita, prima di girare la schiena al pelago e tornare a passo a passo verso la terraferma che ferma davvero non è mai.Adeus