Da zer0 a me

Gracias a las olas


Gracias a la vida, que me ha dado tantoMe ha dado la risa y me ha dado el llantoAsí yo distingo dicha de quebrantoLos dos materiales que forman mi cantoY el canto de ustedes, que es el mismo cantoY el canto de todos, que es mi propio canto(Violetta Parra)
 Mi sono chiesto, o a volte mi sento chiedere, come mai scrivo sempre meno sul blog. La risposta è semplice e quindi per me difficile da esprimere. Rileggo spesso le vecchie righe e mi accorgo di avere replicato molte volte la narrazione di emozioni e sensazioni, con cadenza quasi sempre stagionale o periodica. Vorrei quindi, negli stretti limiti delle mie capacità, offrire pensieri nuovi, che sempre più raramente scopro, in quanto le sensazioni che agitano la mia mente sono come mattoni posati su altri mattoni ormai desueti e acquisiti. Cosa posso raccontare oggi di nuovo? Poco o niente, eppure sento il desiderio di condividere questo splendido filmato di Pablo Apiolazza edito in occasione della premiazione della Barcolana, quindi di pochi giorni fa.Dopo averlo visto e rivisto come catturato da una forza magnetica, comprendo che contiene molte cose che mi hanno emozionato profondamente: la prima è stata sentire chiamare il mare “l’Elemento”, come fa sempre il mio amico Kohai; con la velocità del pensiero, che è poi quella della luce, ho pensato al regalo immenso che la vita concede a chi naviga il mare come se fosse un gioco, con lo stesso sguardo ilare dei delfini che danzano curiosi mentre la tua barca solca le onde. Come i delfini, attraversare il mare assieme regala un momento raro di profonda amicizia e di reciproca comprensione, è una medicina che guarisce quella malinconia del tutto umana alla quale diamo il nome di solitudine.Ancora, il filmato parla di una regata a me molto cara: la coppa d’Autunno di Trieste, nota al mondo più semplicemente come Barcolana, ne ho raccontato la mia visione molte volte su queste pagine. È una corsa diversa da ogni altra competizione velica, in modo particolare per me, soprattutto per lo spirito perfettamente marinaio del popolo triestino che l’ha resa tanto speciale ed accogliente, per tale motivo è la più popolata. Lo stesso spirito che amici giuliani profondono nei miei confronti, tanto che la breve inquadratura del Faro della Vittoria, visto dal mare come anche io sono abituato a fare, mi ha condotto a ripensare a loro ed al senso di una casa calda come la mia, sempre aperta per me appena al di là di questo piccolo mare.Infine ci sono i pensieri di grandi personaggi di mare, donne e uomini che trovano il coraggio di affondare le mani nel proprio cuore per esternare parole così vicine al mio sentire da permettermi di comprendere, oggi che il maestrale canta questa sinfonia del tutto invernale che tiene lontani "dalll'Elemento", che anche io, navigante della domenica, ho avuto il privilegio di ascoltare la suadente voce delle onde invitarmi, ed anch’io, anche se per poche frazioni della mia vita, sono sprofondato nello stesso abbraccio salato; in questi grandi campioni che guardo dal basso del mio poco saper navigare ed ai quali ho chiesto con trepidazione un autografo sul molo Audace, scopro una corrispondenza di senzazioni e ricordi del tutto in armonia con quelli ai quali altrimenti non saprei dare voce; loro sanno sintetizzarli in espressioni perfette che sottoscrivo sillaba per sillaba. É questo il mio fraseggio odierno, un racconto non mio, ma che potrebbe esserlo per la meraviglia di scoprirmi parte di un universo di simili.Oggi è così: il vento fischia severo e ci si china per camminare sul molo, ma è un inchino reverente che, come succede in isole dall’altra parte del mondo, significa con gesto naturale: gratitudine.Grazie al mare ed al suo abbraccio di salsedine e amicizia, Gracias a las olas!The Race before the Race - Pablo Apiolazza