Da zer0 a me

斬 風 Fendivento


Ergo qui desiderat pacem, praeparet bellumDunque, chi aspira alla pace, prepari la guerra(Prologo del libro III dell'Epitoma rei militaris di Vegezio)
Ho scoperto il mondo del Budo a otto anni per non lasciarlo più, Budo (武道) è una parola giapponese che raccoglie l’etica nella pratica delle arti marziali: infatti l'ideogramma "bu" (武) è composto internamente da due ideogrammi, hoko (戈) e tomeru (止) che nella lingua giapponese significano:hoko (戈): lancia, alabardatomeru (止): fermare, arrestare, lasciare, cessareil secondo Kanji (ideogramma) è dō (道) indica una strada ma significa anche un cammino spirituale etico e morale.Budo significa quindi la via o il metodo per fermare le armi: è mia ferma convinzione che il vero uomo di pace conosce l’uso delle armi e sia consapevole della loro inutilità nel ferire ed uccidere, per cui esplica una rinuncia che per altri echi ha un riverbero squisitamente buddista.Anche nella Quaresima che stiamo attraversando ricorre un simbolo di morte, una croce di legno che condannava ad una fine atroce delinquenti e criminali; eppure questo simbolo di sangue e sofferenza, impiegato con rettitudine dell’anima può convertirsi in uno strumento salvifico capace di migliorare la nostra essenza umana.
Da quegli otto anni verdissimi la mia vita è stata un passeggio più o meno costante lungo questo percorso che è composto da molti sentieri, o come io preferisco vederli, molti fiumi; ho avuto più volte modo di dire in queste pagine come la caratteristica dei fiumi, nonostante le loro differenze e i loro percorsi dritti o tortuosi, è quella di protendere al mare. Nel corso di questa esperienza ho sempre mantenuto un’attitudine per le tradizioni giapponesi, non perché necessariamente migliori, ma semplicemente per una preferenza personale fatta di curiosità verso una cultura distante eppure affine.Tralascio volutamente tutta la lunga epopea delle diverse discipline affrontate, sempre costellate di ideogrammi  o fonemi della lingua del sol levante, magari saranno racconto in un giorno a venire.Giusto un anno fa la vita mi ha messo di fronte alla necessità di cominciare di nuovo da capo molte cose date frettolosamente per scontate, non ultima quella apparentemente così semplice del camminare: un evento che si è rivelato un dono prezioso, nonostante le apparenze contrarie. In questo imprescindibile riscoprire, in questa Primavera dopo un lungo Inverno, ho pensato che fosse tempo anche di cose nuove lungo il cammino del Budo allontanando la pratica, non certo il cuore, dal Dojo nel quale ho raccolto momenti bellissimi grazie al Judo, al Karate, quindi all'Aikido per arrivare al Kendo, preferendo a un tratturo pieno di fiori di ciliegio così giapponesi quelli del pero molto più vicini alle mie origini.
Così cambio spada: è una scelta difficile da raccontare a parole, dopo lunga elucubrazione resto convinto della sua opportunità; la nuova spada è quella nella foto di apertura è di Nylon e non recide come la sorella giapponese, che pure conservo ancora con estrema dedizione. Ripensandoci meglio però ha comunque un taglio netto, capace di squarciare anni di inerzia accumulata lungo la medesima direzione. Non ha niente di giapponese questo nuovo strumento perché è il simulacro di una spada da lato rinascimentale tipica della scuola di scherma antica che ora frequento con l’emozione di un remigino. Per non rinnegare un passato pieno di momenti felici qualcosa di giapponese gliel’ho lasciato io: il nome che si porta e che ricorda come un cammino, per quanto possa sembrare lungo, è fatto di piccoli passi, ciascuno fondamentale, ciascuno figlio del precedente.Suerte!A un passo dalle Nuvole - Luca Ghielmetti