Da zer0 a me

Seni coseni e Boline


 Alla bolina ho dedicato il post precedente, evidentemente non era abbastanza perché lasciasse i meandri contorti del mio cervello; di matematica non ho mai scritto molto in questo blog, almeno non tanta quanta ne passa nelle considerazioni normali della mia giornata e non solo per motivi di lavoro. Tutto questo preambolo per raccontare che, anche se la mente va in vacanza e lascia a terra il più possibile le questioni professionali, il modo di lavorare del mio cervello, le sue traiettorie, i suoi automatismi, non cambiano di forma conseguentemente.
Intento com’ero nell'uso del timone per bolinare il meglio possibile, mi sono adagiato sulle indicazioni del mostravento, strumento che permette tra le altre cose di determinare l’angolo tra la rotta e la direzione del vento. Accade che quanto più stretto diventa l’angolo al vento e quindi quanto più la prua si avvicina alla direzione del medesimo, tanto più cala la velocità della barca, insomma si percorre meno strada ma più lentamente. Mi sono chiesto così quanta strada in più rispetto alla immaginaria linea diritta si deve compiere in ragione dell’angolo al vento altrimenti noto con lettera greca  (alfa).La soluzione del problema che si affida a cognizioni trigonometriche ormai note da millenni, sono riportate nella immagine che dà inizio a queste pagine, la scoperta interessante per me è stata quella di constatare che spesso mi pongo domande oziose dove la matematica mi offre un appoggio nella ricerca delle risposte, e che per me risposte contenenti avverbi come: poco o molto, alcuni o parecchi, sono insignificanti, perché ho bisogno di un contenuto numerico, per quanto approssimato. Ho scoperto anche, nello stesso tempo, che non tutti mantengono vivo il patrimonio di cognizioni matematiche apprese a scuola, soprattutto perché ritengono che nella vita quotidiana non servano e quindi lasciano evaporare concetti, teoremi, formule per preferire valutazioni "a sentimento".Ho avuto spesso modo di dire che senza matematica si può certamente vivere ugualmente, però io credo sempre più convinto che si viva peggio.Ecco qui tutto il senso di questo post che è frutto di quanto elucubrato e perfino vergato a penna sul diario di Bordo, a futura memoria di chi mai possa chiedersi quanto è conveniente l’angolo di bolina in ragione della strada da navigare.Poi ci sarebbe da considerare di conseguenza il tempo di arrivo in stretta relazione alla velocità, ma a questo punto si entra nel regno del regatante che, a differenza del velista pacifico, indossa l’orologio e perfino lo consulta spesso. Lasciando da parte almeno per oggi VMG o VMC (Velocity Made Good) o (Velocity Made Course) mi fermo, contemplando l'armonia di questo mondo trigonometrico, ascoltando la voce di un mio preferito troppo presto scomparso che a Seni e Coseni ha addirittura dedicato un album nel lontano 1981.Buon ascolto e buon Vento! Ivan Graziani - Signorina