Da zer0 a me

Il cielo : le donne = ıl ɯɐɹǝ : ƃlı noɯıuı


Ho scritto diverse volte della mia abitudine di percorrere a piedi  il molo fino alla sua punta, che come un dito teso incontra le onde del mare. Questa settimana complice il passaggio di una breve ma intensa perturbazione ci sono tornato per vedere i marosi offrire lo spettacolo di una mareggiata.Per contrasto a questo agitarsi verde con cime di schiuma chiara il cielo era tornato sereno, luminoso  come gli occhi di una donna innamorata, come sa esserlo quando si placa il turbine della tempesta e rimangono le ultime nuvole pigre che osservano lo scompiglio più sotto.Il contrasto fa parte del mio concetto di bellezza, di quello che ho imparato in qualche modo e che sento con percezione diretta ed intuitiva: sono contrari che non si combattono ma si incontrano, offrendo ciascuno le proprie differenze ed in questo modo creano un’armonia ricca di energia e di piccoli equilibri che durano l’istante della percezione, proprio come uomini e donne dovrebbero imparare a fare.Contemplavo questo spettacolo quando da qualche abisso della mia memoria bucata è tornato a far capolino il prof. Vecchioni ed una sua lezione offerta sulla nascita della poesia occidentale, argomentando della poetessa Saffo, ripercorreva un suo frammento con questa visione: gli uomini sono come il mare, sempre agitati e instabili e le donne hanno la forza eterea del cielo dal quale il mare cerca di prendere almeno il colore. Questo spettacolo era davanti ai miei occhi ed ho cercato allora di ritrovare il percorso raccontato in questa lezione percorrendo i secoli della poesia, anzi della lirica, perché nasce già come canzone. Ho provato quindi a costruire questo video che ne racconta lo svolgersi attraverso la didattica, la resa del canto originario e finalmente della trasposizione moderna, che passa attraverso il cuore di Roberto Vecchioni, dotato non solo del talento poetico più evidente, grazie alla sua carriera di cantautore, ma anche di quella altrettanto mirabile di professore, che sa veicolare le proprie emozioni personali lungo il sentiero della parola fino a farlo diventare qualcosa di vivo anche nel cuore altrui: ed è un gran  bel mestiere.Fermo qui il mio povero parlare lasciando al suo discorrere sapiente questo racconto d’Autunno e d’Amore che non conosce il trascorrere dei millenni.