Da zer0 a me

ıʌıʇɐlǝɹ ıpuoɯ


 
Girovagando per la città mi sono lasciato catturare da questa visione bellissima. È qualcosa di speciale, non solo perché ritrae il ponte vicino a casa mia e quindi uno scenario abituale, visto però da una prospettiva ribaltata; la trovo piena di meraviglia per la sua capacità di descrivere la relatività delle cose, il mondo che appare finito, ma contiene invece altre estensioni, coordinate impreviste. Istintivamente la associo con “I Tre Mondi” un’opera di M.C. Escher, artista famosissimo per la sua capacità di rappresentare con il disegno dimensioni superiori a quelle dei nostri sensi, di farci percepire il frutto dei nostri occhi come una porta di ingresso verso realtà più complesse e profonde. Aumentare la percezione delle cose abituali permette di sentirne meglio l’essenza, per lo meno di cercarla con maggiore vigore, così mi accorgo dei cambiamenti che avvengono con una intensità migliore, più vigile.
È cambiato il vento attorno a me, c’è aria di trasformazione, passo mentalmente a quest’altra immagine di Escher, si capisce che è un artista che amo istintivamente, è una litografia del 1930 che ritrae Castrovalva: un panorama dell’Italia del Sud di quelli che ha raccontato con il proprio talento. 
Lo scenario nuvoloso è lo stesso di questi giorni di passaggio. L’Estate volge al termine e le prime burrasche passano veloci, trasportando via il caldo e invitando la natura al cambio d’abito, meraviglioso, dell’Autunno. Il mare si adegua, perdendo la pigrizia ferragostana, per stiracchiarsi ed iniziare, anche lui, con rinnovato vigore, una stagione diversa. Il tutto in modo appena percettibile, con modificazioni lente, mai traumatiche. I ritmi della città si spostano, la spiaggia diventa più mansueta, mentre la città accelera appena i propri ritmi. Inizia l’ultimo grosso evento della stagione il Meeting di C.L., che vive però nella zona dei quartieri fieristici, distanti dal centro. Le cose, le mie piccole cose abituali, mi invitano a non essere viste per quelle che sembrano, ma per quelle che sono, sussurrando l’inizio di un altro passaggio, di un tempo nuovo che arriva, trasformando tutto ancora una volta.