Giornata di vento perfetta, il mare chiama ed è impossibile non rispondere, questa volta con due barche singole io e un amico ci siamo spinti al largo. Dove il mare ti abbraccia completamente i pensieri volano liberi. Veleggiare da soli, pur con un’altra barca vicina, è il momento migliore per meditare assieme all’acqua, all’aria ed alla luce. A Leopardi bastava una siepe, io nel mare trovo il mio infinito ed il mio contatto con qualcosa di talmente grande da essere descritto con fatica. Ci riesce, meglio di quanto io sappia fare, questa rivelazione cantata da De Gregori, che si intitola appunto l’Infinito.Lascia che cada il foglio Dove sta scritto il nome Non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume È un riflesso sull'acqua Una bolla di sapone E alla fine del libro non c'è spiegazione Ho viaggiato fino in fondo alla notte E stava nevicando E ho visto un grande albergo con le luci spente E ho avuto un po' paura Ma nemmeno tanto La strada andava avanti Ed io slittavo dolcemente Lascia che cada il foglio Dove sta scritto il nome E metti un palio Al mio dolore E non guardare il tempo Il tempo non ha senso Domani sarà tempo Di cose nuove Ho viaggiato fino in fondo nella notte Senza guardarci dentro Senza sapere dove stavo andando E alle mie spalle il giorno Si stava consumando Ed ho provato un poco di tristezza Ma nemmeno tanto Ogni frase nasconde pensieri da rigirare tra le dita, immagini e concetti che richiedono tempo e meraviglia per essere apprezzati per intero. Lasciatemi, se volete le vostre, preziose, impressioni.Buon Ascolto.