Da zer0 a me

Pane e castagne


L’Autunno si presenta quest’anno in panni caldi che non fanno ancora rimpiangere l’Estate. I suoi sapori sono però il viatico per apprezzare i regali di questa stagione. Nella giornata di ieri ci siamo recati nel Comune di Talamello, un antico borgo, non troppo lontano da casa, che sorge su uno sperone di roccia alle falde del monte Pincio, sulla sponda sinistra del fiume Marecchia, nel primo Montefeltro.Inaugura il periodo infatti la sagra della Castagna, occasione ghiotta per dare il benvenuto alla mia stagione preferita. Va da sé che in Romagna non è possibile mangiare qualcosa senza bere, l’acqua non è considerata bevanda e quindi ci si rivolge alla botte, dalla quale esce in questo periodo, conclusa da poco la vendemmia, un vino tipico delle mie parti che si chiama Cagnina.
Nasce da un vitigno: il “Refosco dal Peduncolo Rosso” a “bacca rossa” di antica coltivazione, giunto in epoca Bizantina dalla Dalmazia e dall’Istria assieme alla pietra calcarea per la costruzione di monumenti storici, rimane un novello da consumare subito dopo la vendemmia e comunque entro i primi sei mesi. È un vino dolce, simpatico, ma con l’impressione decisa del tannino che mostra forte nella sua colorazione rossa. Il suo matrimonio ideale è proprio quello con la castagna e con la ciambella, che si immerge volentieri nei suoi profumi.Giornata di festa quindi dal sapore di cose semplici e naturali, che sono quelle più vicine al gusto della gioia e della serenità. Evviva l’Autunno.