Da zer0 a me

Paulus


Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità,sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della Fede così da trasportare le montagne,ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato,ma non avessi la carità, niente mi giova.(1 Cor 13, 1-3) 
Nell’occasione dell’anno paolino (2000 anni dalla nascita di Paolo di Tarso) una piccola compagnia di giovani attori ha messo in scena la recita dal titolo PAULUS, dedicata all’apostolo delle genti. Tra i molti pensieri che mi hanno attraversato assistendo alla rappresentazione c’è tra i primi la meraviglia del teatro, che regala anche con scenografie artigianali ed attori assolutamente dilettanti, alcuni diversamente abili e per questo ancora più spontanei, la capacità di rivivere emozioni ed atmosfere diverse dalle proprie.
Permette ancora di meditare sulla dimensione di alcune figure umane che hanno affrontato, in nome di un credo vissuto con totale coerenza, una vita difficile e pericolosa, volta a legare e costruire rapporti umani, ponendo sempre l’accento sulla possibilità di unire quello che solo in apparenza sembra diverso: lingue, costumi, tradizioni, intessendo con un unico filo di amore una rete che ancora oggi resiste alle insidie del tempo.
Così grazie all’impegno dei miei figli quella di ieri è stata una vera giornata di teatro per me, con un coinvolgimento assoluto e una immedesimazione profonda nei caratteri dei personaggi e dei loro simbolismi; è stato anche un giorno di meditazione sul senso del nostro appartenere umano e di come sia importante aprirsi alle differenze con uno strumento potente spesso dimenticato: la carità.Di questo volevo ringraziarli.Ubi Caritas - Connie Dover