Da zer0 a me

Musica a occhi chiusi


Mia figlia mi chiede come mai quando suono, a dire il vero strimpello appena la chitarra, sono spesso al buio, oppure chiudo gli occhi. Non sono stato capace di una risposta affrettata, così continuo ancora a chiedermi del perché di questa energia potente della musica, capace di andare oltre la visione della luce. Uno degli autori da me preferiti, che decora spesso di note queste pagine, spiega a suo modo che la musica è altro ed altrove. Io che musicista non sono e forse nemmeno musicante, capisco comunque il senso profondo di tali parole, per questo motivo le immagini degli occhi non servono durante una esecuzione: un mondo migliore e più ampio ti chiama ad un abbraccio senza tempo. Ci sono altre situazioni nella vita in cui la realtà è troppo piccola per essere abitata e gli occhi si chiudono per consentire l’accesso ad orizzonti infiniti; di solito sono momenti speciali.Tra gli autori classici che mi sollevano in questa dimensione allargata, il primo che si palesa in modo spontaneo è J. S. Bach.Proprio in questo duetto di violini, che forse qualcuno ricorda per una scena memorabile del film Figli di un dio minore, ho avuto modo di apprezzare come anche per i grandi esecutori sia diverso il sentire e il partecipare all’interpretazione: chi con gli occhi attenti al movimento delle mani, chi rapito in una spirale di suoni che sale trascinando e trascendendo verso l’Alto. Io faccio il tifo per il secondo :).Mi piacerebbe avere un’opinione magari ascoltando assieme questa meravigliosa pagina di musica: dal concerto per due violini BWV 1043, il II movimento, Largo ma non tanto.