Da zer0 a me

L'Orizzonte


Dimenticare il doloreChe attanaglia l’animaE ritrovare il sentoreDella vita di primaNel profondo oggiAmmantato di ieri.Ascoltare il ricordoCome armonico andareVerso l’orizzonte In attesa.RiaccendereLa lampada guidaChe è spentaConsumataCome candela antica.E ritrovareLa sua luce vividaRiprendere per manoLa serenità perdutaE con essa camminareLungo il sentiero segnato.(di P. PagnoncelliSabato trascorso nel mare delle onde, domenica in quello della poesia, con un filo conduttore comune che è stato il parlare dell’orizzonte, scrutarlo, sentirlo e cercare di capire il senso di quel tratto lontano che unisce cielo e terra, di quel vedere che cambia prospettiva ad ogni passo, mentre si procede verso un futuro, che non ha mai un aspetto compiuto, ma unisce ad ogni istante il passato sulla linea senza spessore del presente.Sento profondamente anche miei questi versi che parlano di ricordi e di speranze: un ritmo che offre un incedere al passo ed accompagna la scoperta di quello che di nuovo riserva la vita, come incontrare un’amica conosciuta solo attraverso i pensieri ed accoglierla di persona, passeggiando tra le vie ventose della mia città.È anche questo un orizzonte fatto di immagini nuove, fatto di passi in avanti, dove la luce della “lampada guida” mostra nuovi tratti e più definiti contorni. È anche questo un procedere sui percorsi che la vita prepara, dove è possibile incontrare altri e diversi pensieri, che si uniscono a tuoi e assieme li modificano e ti trasformano, con una metamorfosi che segue il ritmo di stagioni personali più lunghe di quelle della natura, ma altrettanto ritmiche e cadenzate.Navigando capita spesso di parlare in silenzio, lo stesso silenzio che incontro quando finisce la lettura di una bella poesia, che non è un’assenza di contatto, ma una condivisione più profonda, fatta di sensazioni e di comprensione intime, fatta di uno sguardo comune che, parallelo, si incontra all’orizzonte.