Da zer0 a me

Il Silenzio


C’è molta voglia di silenzio in questi giorni, lo leggo nei blog amici, lo sento spesso nei discorsi delle persone che incontro. Io mi regalo un momento senza rumori la mattina, mi sveglio presto senza bisogno di artifici sonori, per un’abitudine che mi è naturale. Il resto della giornata invece è molto spesso fatto di suoni, dal frastuono del cantiere, dove costruire vuol dire generare fracasso, al trillo immancabile del telefono in ufficio, fino al tip tap delle dita sopra la tastiera. C’è da dire anche che amo la musica, quando posso, per concentrarmi, invoco una playlist, lasciando che sette impalpabili pareti di note mi proteggano dalle altre onde sonore che altrimenti distraggono. Oggi ho pensato ad una immagine per rappresentare il silenzio, vedo spesso fotografie che sono opere d’arte, frequento amici che vivono lo scatto come un gesto naturale di indagine e di introspezione, così se avessi le capacità tecniche e la necessaria sensibilità vorrei scattare una foto da dedicare al silenzio ed assomiglierebbe a quella con la quale inizio queste considerazioni. In questi giorni hanno iniziato a montare, con congruo anticipo, le luminarie per il Natale, sono finite le installazioni, ma non hanno ancora corrente, restano degli apprestamenti diafani, nello scuro della notte, in attesa di diventare stelle artificiali per la festa della luce. A modo mio vedo il silenzio così, notturno e in attesa, con la speranza di diventare presto un suono luminoso, magari una musica. Capisco così che il mio silenzio davvero non esiste, la vita fa rumore, a volte piccolo e sottilissimo, ma capace di essere udito nel momento in cui gli si presta orecchio con la dovuta attenzione, con la meraviglia di chi osserva un fiore. Altre volte troppe onde sonore si sommano e creano un rumore bianco, è il momento della pazienza, con la quale sciogliere come con una Analisi di Fourier il nodo aggrovigliato delle vibrazioni complesse in sinusoidi più semplici, scomponendo la sinfonia del baccano in singoli suoni, per capire meglio. Mi accorgo che spesso la ricerca del mio silenzio è una fuga per rallentare la complessità delle cose, per trovare più tempo in modo da lasciare entrare meno suoni alla volta, renderli lentamente familiari, per unirli a quelli già cari al cuore e creare se possibile una melodia.Renato Zero - Nei giardini che nessuno sa