Da zer0 a me

Come foglia


If we could take the timeTo lay it on the line I could rest my head(Guns & Roses)
Confluenze che si distribuiscono verso un unico sentiero, tessere di diversi colori che accostate abbozzano un disegno, un puzzle senza incastri precisi capace però di creare il contorno di una visione che spero possa diventare più nitida con il tempo. Raccolgo l’invito che mi viene da più direzioni di permettere alla mente di smarrirsi, perché in effetti è un desiderio che reprimo spesso, votato alla ricerca di una possibile risposta preferibilmente razionale e matematizzabile.Accarezzo la bellissima figura che mi offre un’amica, con pensieri che si riposano in una conchiglia, risparmiando l’affanno di capire subito tutto, subito troppo.Accanto ci metto le raccomandazione del mio maestro di Kendo a non praticare uno stile da scacchista, ma di abbandonami alle sensazioni, di staccare la fase logica e lasciare la mente vuota, mobile dentro ad elementi in movimento, pronta a cogliere e recepire qualcosa di imprevedibile.Mia figlia mi chiede come mai sia possibile risolvere alcuni problemi del computer semplicemente spegnendo e riaccendendo; staccando e riattaccando corrente il flusso turbinoso del codice di programmazione trova una linea, non sempre retta, per ricominciare il proprio viaggio in modo coerente.Da ultima la visione delle foglie colorate che si abbandonano alla pioggia e scoprono nuovi colori, inaspettati e vividi, nonostante sia finito il loro ciclo di vita accentuano un senso nuovo e ancora bellissimo di essere.Tutto in un enorme cerchio mi dice la stessa cosa: di essere fiume che segue il proprio argine senza chiedersi troppe volte perché, senza costruire briglie di cemento, bacini di laminazione, ma lasciando che l’acqua scorra; in ogni caso arriverà al mare e troverà il proprio senso di infinito, senza costrizioni, con gioia piuttosto.Oggi per un poco abbandono i numeri e mi abbandono come foglia, che la pioggia di Novembre trascina in una gavotta fatta di ritmo e colori, ed è un naufragio caramelloso, che so non durerà per molto, ma dal quale, grazie a questi inviti benevolenti nei miei confronti, posso farmi trasportare, in un vortice leggerissimo.