Da zer0 a me

di Mare e di Bora


Fiori d'Ottobremille e mille velegaie di BoraTrieste mi aspetta impaziente per il ritardo al quale il lavoro mi ha costretto, mi accoglie però con un abbraccio forte, cordiale, che regala subito confidenza e serenità; il mare è lucido come gli occhi emozionati di un bambino quando riceve un regalo. Trieste è un tesoro da scoprire ogni volta di più. Questa è gente di Mare e di Bora, due elementi senza i quali non ci sarebbe questa città orgogliosa di essere unica, ma aperta al passaggio di lingue e razze di ogni tipo, aperta come piazza Unità d’Italia alle onde ed alle duemilla vele che qui si affollano la seconda domenica di Ottobre per una festa impossibile da trovare altrove.Il Mare e la Bora saranno con me in questi giorni come un massaggio e una carezza, facendomi sentire il vigore e soprattutto il calore della gente giuliana, precisa asburgica organizzatrice di un evento complesso da gestire ma sempre impeccabile, ed anche calorosa e mediterranea per un incontro che, come un piatto gustoso speziato di paprika, assaggiato una volta lo si desidera ancora ed ancora.10-10-10, ore 10, inizia la mia Barcolana con un’emozione impensata, dove lo zen, la serenità e la meditazione hanno dimenticato la loro importanza per lasciare spazio a sentimenti più epidermici, sopra tutti la competizione e l’adrenalina della corsa, la rabbia e l’esultanza urlate nel vento, il resto è un impegno sportivo che merita al più un racconto da bar, come se a Rimini ci fossero bar lungo il porto dove si parla di vela invece che di calcio.Incitato dal vento e pieno di energia ho vissuto intensamente una Barcolana più sportiva e meno sorniona degli scorsi anni, perché, come dice un mio amico triestino, si può essere anche amici da sempre, ma basta una pedalata nel giorno giusto per trasformare il giro in bici in una gara mai dichiarata eppure piena di vita, sempre con il sorriso sulle labbra;: questa è stata la mia esperienza fresca di ricordi: era il giorno giusto.Ieri tornato ai lidi domestici era strano per me sentire le inflessioni consuete e non quelle giuliane alle quali in così poche ore ero già abituato, com’è stato bizzarro tornando alla mia casa scoprire che ne avevo appena lasciata una niente affatto diversa per calore e senso di accoglienza, una casa verso la quale spero presto di tornare.Appresa la notizia al ritorno, un pensiero a Stefano Rocca, al quale il mare della sua Trieste ha regalato l'ultima gioia salata prima che salpasse per l'approdo più lontano.