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« Itaca - Far West⌐ Odissea (ovvero ... »

Odisseo (Ὀδυσσεύς) ovvero Ulisse

Post n°567 pubblicato il 22 Agosto 2019 da Zero.elevato.a.Zero
 

Tutto scomparso, tutto cambiato
mentre ritorno da un mio passato
tutto è uguale, irreale
sono Ulisse coperto di sale!
È vero
la vita è sempre un lungo, lungo ritorno.

(Ulisse coperto di sale - Roberto Roversi e Lucio Dalla)

Turner
Ulysses Deriding Polyphemus - Joseph Mallord William Turner - 1829

Il viaggio a Itaca e dintorni mi ha portato spesso a ripensare nelle pigre ore di navigazione all’eroe celebrato da Omero e ripercorso da tanti autori fondamentali da Dante fino al picaresco Joyce, senza dimenticare il prezioso Bardotti che invoco come sottofondo musicale.
A questo pensavo nelle ore dedicate a navigare, che per me è una forma di meditazione niente affatto diversa dallo Zazen; mi piace tenere il timone e governare la rotta, non mi stanca ed è il momento atteso della vacanza, più della lettura di un libro cartaceo pratica cui si dedica volentieri il mio Kohai; più dei bagni di sole e di mare che sono l’occupazione preferita delle signore, assieme a quelle conversazioni lontane a prua che non rivestono per me curiosità, ma fanno parte dello sciabordio assieme alle onde e al suono del vento.
Molte volte nella mia vita ho immaginato Itaca, che ho scoperto assai meno pianeggiante rispetto alla descrizione Omerica, piuttosto petrosa invece, come la canta Foscolo che davvero poco lontano ha avuto i natali senza conoscerne il Nostos, il ritorno raccontato con lo stesso titolo da  Franco Piavoli, in quel poema audiovisivo astratto e silente che a me ha lasciato traccia profonda.
Odisseo sarebbe un eroe quindi, per le leggendarie imprese dal cavallo di Troia, che poi forse invece era una barca secondo il pensiero valente di  Francesco Tiboni, e delle altre astuzie che seguirono. Un eroe dotato di acume superiore e anche di quella Ubris di chi vuole superare gli dei e qualsiasi limite della conoscenza. Il fatto che dovrebbe farmi amare Odisseo sui tanti eroi greci è proprio il fatto di nascere umano, senza l’intervento di gameti divini come il prode Achille o il possente Eracle, che non nasce divino ma lo diventa; Odisseo è uomo comune ancorché re della sua piccola patria, dalla quale però si assenta per oltre vent’anni di peregrinazioni belliche e non solo, con scarsa preoccupazione verso il proprio popolo.
Pur stimando il racconto leggendario e le trovate geniali, non sono mai riuscito ad amarlo, forse perché distante dai miei valori. Quando partecipo a regate d’altura assumo spesso il ruolo di navigatore: mi piace cercare di interpretare la danza dei venti e delle correnti, mi piace quando avvisto il desiderato punto di riferimento a proravia della barca, dritto come una linea immaginaria e immaginata. Fatico a concepire un marinaio che si perde in continuazione, che sfugge al richiamo delle onde per quelle molto più carnali dell’avventura, mentre il suo vero amore distante amministra il regno e cerca di tenere a bada i pretendenti. Allo stesso modo non capisco il moto di vendetta contro di loro, rei di aver cercato di colmare il vuoto che lui ha procurato.
Odisseo è forse l’incarnazione dell’avventuriero e dell’uomo che vuol vedere oltre il confine, ma spesso nel fare questo dimentica per un tempo più o meno importante le proprie radici; un albero senza radici è una chioma di foglie che il vento porta via con sé, proprio come succede al nostro.
Non sono riuscito ad apprezzare questa icona, nemmeno con la moderazione che proviene dall’età che avanza: Odisseo non crea il proprio destino, semmai lo distrugge; nonostante la protezione di Minerva riesce a inimicarsi l’intero Pantheon e questo io lo leggo come la disarmonia con le forze della natura che gli dei rappresentano.
Mi sono chiesto spesso come mai abbia voluto ascoltare il canto delle sirene, forse per poi rimpiangerlo, quando il mare ammonisce alla prudenza ed invita a valutare i propri limiti con coscienza.
Nell’esortazione che per bocca di Dante rivolge ai suoi compagni, peraltro incauti a scegliere un simile capitano dice: Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza. Fa appello quindi alle radici che lui ha tranciato, alla voglia di conoscenza che però non filtra attraverso alcuna virtù, ed alla fine a quella brutalità che aborre a parole, ma che rivolge cruda e spietata contro i suoi nemici. Dante è riuscito ad amarlo, io non riesco, mi spiego così come mai l’eroe di nome Ὀδυσσεύς - Odisseus si presenti al ciclope con suoni quasi simili οὐδείς" - oudeís, che significa nessuno, una freudiana autocritica inconscia, che spiega molto del personaggio.
Tutti questi pensieri il mare dondola lenti e la brezza confonde con il passare dei giorni in attesa delle prime tempeste d’Autunno: buon Vento!


Ulisse coperto di sale - Anidride Solforosa 1975 - Roberto Roversi e Lucio Dalla

 

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Commenti al Post:
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 24/08/19 alle 02:15 via WEB
credo che al di là del mito di Ulisse, si nasconda e nemmeno tanto tutta l'interrogazione umana, visto che stiamo ancora qui a scriverne e parlarne. Chi non lo ricorda? chi non ne ricorda con avventuroso piglio le avventure? e le interrogazioni, appunto. Tu le hai bene descritte, facendo da ponte fra te, e lui, soggettivamente appunto dicendo che non ti trovi nelle sue corde. Ma io ritengo, che l'opera omerica sia grande proprio perchè così antica, già aveva tracciato tutte le connotazioni proprio umane e contraddittorie del nostro casovitaviapartenzaritorno. Credo sia proprio per questo la sua grandezza. Io ho amato tantissimo l'Odissea, sebbene, mi dispiaceva non solo per Penelope, anche per tutte le donne poi abbandonate. Ma mi sembrava di stare in una favola stupenda senza tempo, viaggiare sui banchi di scuola, e poi tornare a casa, e sentirmi con più bagaglio culturale, di quella cultura che ti forma e di fa capire le cose. Dante lo amava, ma l'ha posto all'inferno però. Ora ti lascio un sorriso in mezzo al mio sgangherato commento, mentre la luna si nasconde fra le nuvole carica di calore che gioca a fare il sole, ed anche dispettosa, perchè non si è voluta fare fotografare! ha gabbato la mia povera tecnologica macchinetta e stanotte non è entrata nel mio mirino... il mistero resta sempre in tutte le cose: è giusto così. Sogni d'oro. Roberta
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 24/08/19 alle 12:29 via WEB
Dante sbatte all'inferno nella bolgia 8.8 il nostro eroe perché questo ha dato consigli fraudolenti ingannando il prossimo e con il suo complice Diomede, che pure narrano eroe fulgido, rubò la statua Palladio per togliere protezione divina a Troia: insomma un truffatore.
Il mondo omerico è davvero bellissimo, non ha forse i tratti morali di altri mondi immaginati come quelli di Tolkien, ma ha una carica umana formidabile, facilmente immedesimabile, per questo non ha perso di un giorno la propria attualità. Anche a me come al più noto Carducci il cor fugge spesso in riva di Scamandro, né la riduzione cinematografica ha sminuito negli anni la figurazione onirica di questi eroi dotati di spada e di talenti; strettamente, per la mia visione, anche quella di marinai capaci di attraversare il mare con i remi e con il vento senza GPS e senza nemmeno la bussola, orientandosi col sole e con le stelle ed in modo ancora più magico con il giro dei venti.
Le donne, ai tempi di Omero erano poco considerate per i poteri speciali che la natura ha loro conferito, mi riferisco alla capacità di esprimere visioni scientifiche come Ipazia d'Alessandria o di scrivere poesie d'amore struggenti come la poetessa di Lesbo: Saffo, della quale abbiamo visto navigando la rupe che il mito considera il suo ultimo contatto con la vita. Manca a quest'appello la regina Penelope, capace di governare la politica di un regno altrimenti di uomini e mantenere intatto alla corrosione del tempo l'amore puro per il suo amato: è un eroismo più vero.
Ti immagino ad appendere susuki nella tua casa per festeggiare degnamente il mistero appena celato dello Tsukimi
Max :)
 
   
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 26/08/19 alle 09:57 via WEB
Bellissimo commento: grazie! (così ripassiamo pure la storia, la letteratura epica, un poco di geografia.. che tutto ciò mi è 'naturalmente' precluso visto che mio figlio a scuola segue un programma speciale, che poi vallo a sapere, magari lui avrebbe voluto poi fare altri studi, o magari già lavorava senza studiare). ... Cmq dopo questa lunga parentesi di cui mi scuso (pure con me stessa, troppo prolissa sono).. colpa del tuo di commento! riprendo il filo e ti dico, che forse la chiave di lettura la vera chiave di lettura è proprio la nostra Penelope! bravo e grazie. Le grandi opere, si prestano ad attuali analisi, - e io ritengo leggendo attentamente il tuo commento, che sia proprio così. La chiave di lettura - quella che apre e istruisce il cuore è proprio Penelope. Ulisse invece rappresenta l'uomo sempre alla ricerca di se stesso... siamo uguali certamente appartenenti alla specie umana, MA, quando una Persona di sesso femminile - decide - e ama, sà assolutamente cosa fare. E questo la rende eroica, perchè è proprio in questo gesto che ritrova se stessa. Nell'odissea, il tutto è riportato alla relazione matrimoniale e del regno, - hanno anche un figlio, ma questo si estende anche alle altre due figure .. alla scienziata e alla poetessa che sicure di se, hanno abbracciato nonostante le difficoltà del tempo - la loro passione. grazie davvero e grazie anche per l'immaginazione.. che è un buon augurio. Un sorriso. Roberta
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 26/08/19 alle 17:28 via WEB
Premetto, anche se non è la prima volta che te lo dico, che le tue parole sono un regalo e come tali non possono mai essere troppe, le accolgo con gratitudine sincera.
Nel link che ti ho lasciato nel commento precedente il prof. Vecchioni spiega molto bene come non solo ai tempi dei Greci gli uomini fossero indaffarati nella smania di possedere cose, sovente in modo violento, a volte perfino persone considerate come oggetti, quando questo possesso è impossibile allora ne tentano la distruzione. Le continue recenti notizie di cronaca mi fanno capire che ancora molto è da cambiare di questa orribile attitudine. Così Saffo pone fine alla propria vita, Ipazia è uccisa da una folla di cristiani inferociti (atroce abuso di una religione che predica l’amore) e queste sono sconfitte per il genere umano che si è privato anzi tempo di queste menti brillanti. Penso che Saffo non avrebbe mai potuto o voluto scrivere l’Odissea, che racconta di posti lontani e di grandi prodigi, ma tratteggia appena i sentimenti umani più profondi; il suo carme si rivolge alla parte più segreta del cuore, che è un universo piccolo, ma non per questo meno infinito e meno miracoloso.
:)
 
     
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 30/08/19 alle 12:45 via WEB
credo proprio sia là, la parte più vera e buona di noi. Quella che in molti non vogliono, possono, sanno guardare. Anche il sacrificio della poetessa, così come l'uccisione della scienziata, possono far capire le cose. Ti ringrazio.
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 31/08/19 alle 09:01 via WEB
Morremo. Il velo indegno a terra sparto,
Rifuggirà l'ignudo animo a Dite,
E il crudo fallo emenderà del cieco
Dispensator de' casi.

(Ultimo canto di Saffo – G. Leopardi)

Cara Amica,
la violenza truce ha una radice logica non condivisibile, ma comprensibile, ed è la paura della differenza, vuole cancellare il timore che il diverso possa essere migliore, ma anche soltanto una persona felice di fronte alla infelicità di chi cerca pertanto di sopprimerla.
Più difficile per me, ma è un limite personale, comprendere la rinuncia alla vita, la disillusione dei propri valori, il sentire la propria esistenza come qualcosa di inutile per gli altri e prima ancora per sé stessi, non aver compreso il tesoro di luce ancora potenziale e mai espresso. Pensa soltanto a Saffo e quanto del proprio talento avrebbe potuto regalare ancora meraviglia, gioia e struggimento, anche se poco delle sue opere sono giunte fino a noi in piccoli preziosissimi frammenti.
Un sorriso che vale un saluto :)
 
boezio62
boezio62 il 24/08/19 alle 18:47 via WEB
Ulisse difficilmente puoi amarlo.Io pero' l'ho ammirato amando fin da piccolo la Storia Antica che (miracolosamente) un grandissimo regista misconosciuto come Franco Rossi riporto' sul piccolo schermo insieme all'Eneide (veramente meravigliosa la sua riduzione).Credo che la visione di quell'Odissea (introduzione di Ungaretti,attori di una credibilita' assoluta,una resa recitativa altissima) sia stato il piu' potente imprinting (avevo 7 anni).Ancora oggi la mia mente ricorda ad ogni evocazione quei fotogrammi di un Mediterraneo arcaico,carnale,sanguigno,violento,terrorizzante,magico e mitico.E quelle che oggi sono considerate azioni di assoluta immoralita' (i molteplici inganni) resituiscano anche la crudezza di un mondo dove l'astuzia salvava la vita (ed era,ed è) anche forma di intelligenza pratica dell'uomo moderno.Dall'altro non puoi antipatizzare per lui anche per come tratta la povera Penelope persino prima della strage dei Proci.Loro volevano prendersi moglie,regno,ammazzargli ilfiglio...considerando l'epoca il massacro era esagerato ma i contemporanei lo rendevano ..."accettabile"...attraverso la riparazione e l'oblio (almeno così ce lo ha raccontato Omero o chi per lui) Un autentico bastardo senza pieta':DDD
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 26/08/19 alle 07:36 via WEB
I miti greci, a mio modo di vedere, confermati per quanto possibile dalla raccolta delle fonti storiche, ci raccontano di popolazioni dove la violenza quotidiana era una normalità, a me basta pensare che Itaca nella sua piccola estensione, era già considerata un regno, e con lei ogni piccola isola accanto una nazione diversa. Mi piacerebbe sperare che oggi le aggregazioni di genti e di pensieri in grandi nazioni potessero ovviare a questa caratteristica tristemente umana, ma la cronaca mi mostra che non è così. L'evoluzione della civiltà porta con sé anche l'evoluzione dei mezzi per nuocere che crescono di potenza al pari del progredire della storia.
Hai ragione, il ritratto che abbiamo a disposizione dalla trasposizione televisiva di Franco Rossi che ancora scatena ricordi, ci permette di aggiungere al racconto un volto per ogni personaggio, così il viso di Odisseo ha preso nel nostro cuore le sembianze del kosovaro Bekim Fehmiu, e quello di Penelope si identifica con quello di Irene Papas. È un racconto che al di là dei personaggi vede continuamente sullo sfondo guerre e devastazioni, dove la soluzione finale preferita è infliggere la morte; questo mi riporta a un paragone con la storia ed i miti giapponesi, dove pure un popolo altrimenti civile e dotato di conoscenze, di buone maniere, di enormi capacità artistiche, trovava nel colore del sangue il cromatismo di fondo di ogni vicenda. È una cosa di cui prendo atto anche se difficile per me da comprendere, in fondo a differenza del Giappone, il Mediterraneo era ed è un mare di fitti incroci di rotte, lingua e commerci, navigare in quell'ambiente ostile dell'acqua salata rende in modo istintivo più simili gli uomini che per questo, per tradizione millenaria, sentono un moto di fratellanza, almeno fino a quando non rimettono i piedi sulla terra ferma. Non che manchino alle cronache battaglie navali e navi da guerra, ma da queste ultime si guarda sempre ad una costa o al desiderio di infiggere la propria bandiera su una costa, giacché possedere il mare non porta frutti particolari oltre alla pesca, ed anche il pesce di suo non conosce precisamente i confini. Da ultimo mi viene spontaneo riflettere sul fatto che perfino gli dei in questi racconti, non agiscono nel tentativo di impartire una morale o la corretta condotta delle emozioni agli uomini, in quanto tutti senza eccezione vivono in maniera spesso incontrollata desideri, emozioni nel modo più egoistico, e conseguentemente distruttivo. Essere dei concede l'immortalità ed una serie di poteri, ma gli infiniti anni a disposizione non limano i difetti più evidenti della specie umana. Anche questo aspetto del mito, che è l'esternazione di un desiderio, mi fa riflettere sulla mancanza di una utopia dove affidarsi alle forze potenti della natura può diventare una via di miglioramento, invece di restare la ricerca di un privilegio dell'uno a scapito dell'altro. Forse per questo aggiungo in conclusione il ricordo del Monte Olimpo che ho trovato davvero molto più lontano dal cielo di quanto avessi immaginato.
Ti saluto con un abbraccio riconoscente :)
 
Rosecestlavie
Rosecestlavie il 24/08/19 alle 22:24 via WEB
https://youtu.be/J2CCfxiQ5QY
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 26/08/19 alle 07:39 via WEB
L'offerta di un brano musicale è per me un regalo sempre molto gradito del quale ti ringrazio con sincerità :)
 
   
Rosecestlavie
Rosecestlavie il 26/08/19 alle 10:16 via WEB
Sono io a ringraziarti per la qualità di questi foglietti digitali e, in particolare, per questo tuo post (ho una fascinazione per Ulisse che risale all'adolescenza). Solo accostare i picari a Joyce mi disturba un poco.
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 26/08/19 alle 17:35 via WEB
Non vorrei che pensassi io sia un detrattore di Joyce che al contrario mi ha sempre affascinato, l’uso del termine picaresco era per significare l’ambiente dublinese in cui l’autore racconta di un novello Ulisse pieno di quella ironia e capacità autocritica tipica del popolo irlandese, che per molti versi mi ricorda il sapersi arrangiare più proprio della nostra indole. Molto diversi sono i colori di Omero che virano tra il plumbeo e le tinte rutilanti del sangue che scorre a fiumi. In questo modo le peregrinazioni mentali del Sig. Bloom e dei suoi compagni di avventura sono assai più leggere; altrettanto è trattato con attenzione il pensiero femminile che nella cultura micenea era davvero ancora lontano dall'essere descritto.
Un saluto ed un sorriso :)
 
     
Rosecestlavie
Rosecestlavie il 26/08/19 alle 20:46 via WEB
Non credo che la Weltanschauung greca di 2800 anni or sono possa essere da noi veramente "compresa". La tua risposta è deliziosa e semplicemente perfetta. Ricambio il sorriso.
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 28/08/19 alle 08:56 via WEB
Voglio dirti
non rovesciare gli anni come un cassetto vuoto,
ascolta,
anche i giovani non hanno paura di un amore
e mai, mai, mai strappano dal cuore i sentimenti

(Roberto Roversi)

Eppure noi siamo il frutto diretto di quella visione, poi filtrata dal trascorrere dei secoli. In questo senso io credo che la comprendiamo, ovvero la conteniamo, all'interno dei comportamenti e dell’agire dell’uomo di oggi, il quale forse cambia rapidamente nelle tecniche di navigazione e nelle fogge dei vestiti, ma sotto alla pelle la trasformazione vera è talmente lenta da farmi pensare che davvero poco sia mutato da allora.
:)
 
     
Rosecestlavie
Rosecestlavie il 28/08/19 alle 15:15 via WEB
Un frutto diretto e filtrato? No, non concordo. Piuttosto una sequenza di profonde rivoluzioni. La metamorfosi del simbolico nel passaggio dall'orale allo scritto; la frattura filosofica introdotta nel v secolo; la costruzione metafisica della scolastica sul cristianesimo da cui derivano la rivoluzione scientifica del 600; la cattedrale kantiana che dissolve il realismo ingenuo; il trittico speculativo Nietsche, Marx, Freud. Poi lo scombussalamento darwiniano, einsteiniano,fisico quantistico; l'esplosione di una tecnica novecentesca le cui conseguenze superano ogni intenzione;la cibernetica;il mutamento antropologico forgiato dal capitale... mi conducono al dubbio severo sull'esistenza di un'umanità essenzialmente definibile e idealmente immutata o quasi immutabile. Questo mammifero non è ancora un alieno, ma la sua simbologia rifessiva e autoriflessiva è incommensurabile rispetto al medioevo, figuriamoci al tempo di Omero. Ci sono poi le sopravvivenze culturali non occidentali, che non sono variazioni folcloristiche della nostra ma altri mondi di senso, di interpretazione e di vita.
 
     
Rosecestlavie
Rosecestlavie il 28/08/19 alle 15:19 via WEB
Sparita la "z" al filosofo...
 
     
Rosecestlavie
Rosecestlavie il 28/08/19 alle 15:25 via WEB
e una a si trasforma in o come :odio la compilazione automatica. ;-)
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 28/08/19 alle 16:45 via WEB
Accetto come un regalo ogni pensiero differente dal mio, poiché arricchisce il mio tesoro e la mia possibilità di vedere, quindi per prima cosa ti ringrazio della tua esposizione appassionata. Dal mio canto fatico a mettere assieme scienza e filosofia poiché il divario di pensiero segue una forbice un tempo inesistente ed ora sempre più larga, la prima costretta alla verifica dei fatti in natura, la seconda di quelli più sfuggenti dell’animo umano.
Faccio grave autocritica e ti dico che il mio sistema ortosimpatico ha assimilato davvero poco del pensiero non troppo buio del Medioevo, nemmeno di quello propriamente occidentale che ha comunque portato a scoperte fondamentali come l’orologio, gli occhiali, la bussola. Tu forse preferisti porre l'accento su Patristica e Scolastica, ed ancora sul verbo di grandi pensatori non cristiani come Avicenna, Averroè ed Al Farabi. Ho provato a comprendere il pensiero di Einstein ed ancora di più quello di Hawking, ma non per questo acetilcolina e noradrenalina hanno modificato alcuni miei comportamenti istintivi odiosi ed elementari, anche solo quando un automobilista indisciplinato non mi concede la precedenza dovuta.
Altrettanto poco è servito a migliorarmi il pensiero cullato nel cuore del Buddha o di Confucio ed ancora di molti pensatori con gli occhi a mandorla che ho voluto conoscere e praticare. Sono difettoso io probabilmente, primitivo ed ancora distante da quella alienità che invochi non troppo utopica e che io, per spirito di puro egoismo, sostituisco con le immagini di cattiveria e sopraffazioni quasi volessi giustificarmi: miserere!
A margine, il dettatore vocale per quanto parzialmente imperfetto resta una meraviglia tecnologica che libera da ulteriori schiavitù, come dovrebbe fare ogni buona macchina, facendo in modo che non ne scateni altre, come la ricerca della perfezione. Amo i refusi perché sono le curve capricciose del caso in un universo che vorremmo sempre più rettilineo, ma rettilineo non lo è stato mai.
Ancora grazie sincere per i tuoi pensieri stimolanti :)
 
     
Rosecestlavie
Rosecestlavie il 28/08/19 alle 19:30 via WEB
Se la medicina applica le scoperte della genetica sul funzionamento del DNA, anche se non ho la minima conoscenza della biologia questo potrebbe avere un impatto pesantissimo sulla mia vita, sul mio corpo e anche scatenare dilemmi etici.Anche se non conosco nulla di astrofisica non posso guardare la volta celeste come un uomo del quattrocento. Anche se mi dichiaro ateo sono inconsapevolmente intriso di metafisica cristiana. A maggior ragione, se sono un sapiente come te (perché ad un sapiente è rivolto il mio intervento) non posso non accorgermi delle rivoluzioni simboliche che si sono verificate e che agiscono su chiunque, anche sui non sapienti. Grazie a te per l'occasione e la qualità dello spazio che offri.
 
     
Rosecestlavie
Rosecestlavie il 28/08/19 alle 19:44 via WEB
Ps.L'alieno che stiamo diventando è solo diverso ma non sostengo affatto che sia migliore.Il barbaro che alberga nel civilizzato si illuderebbe se pensasse di possedere la stessa qualità barbarica dei suoi antenati.È un barbaro modificato, inaudito e sempre attuale. La scienza non ha più bisogno della filosofia ma l'Uomo si: forse per scoprire che la filosofia è moribonda come Lui.
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 31/08/19 alle 09:01 via WEB
Nell'anno Novantanove di nostra vita
io, Francesco Guccini, eterno studente
perché la materia di studio sarebbe infinita
e soprattutto perché so di non sapere niente

(Addio - Francesco Guccini)

Prendo a prestito le parole del Maestrone perché la parola Sapiente nei miei confronti è superiore a qualsiasi mia capacità, casomai sono come tutti curioso del mondo che ci abbraccia e ci circonda. È stata molto bella, ricca e viva la tua partecipazione ai pensieri di questo post, parole che mi fanno riflettere e per le quali esprimo ancora una volta gratitudine sincera, torna ancora a onorare con la tua presenza queste pagine scure con le tue scintille di luce.
Anche soltanto sull'argomento delle stelle avrei molto da esprimere, ma non è questo il luogo, semmai troveranno spazio le mie parole in nuove argomentazioni, il mio pensiero è che gli uomini del 400 conoscevano le stelle meglio di noi, tanto che nel vicino oriente hanno dato loro nomi che ancora resistono sugli atlanti del cielo. Anche se adesso sappiamo con quali reazioni bruciano queste fornaci cosmiche e come ci regalano radiazioni preziose che noi chiamiamo luce, dalle quale dipende tutta la nostra vita, questa conoscenza è appannaggio di poche persone, quasi altrettanto poche sono ormai quelle che conoscono la fase di luna senza cercarla su internet o sanno a che ora arriva il picco di marea. L'uomo medio di oggi conosce del cielo il nome di dodici delle tredici costellazioni attorno all'eclittica, nelle quali ha ravvisato la forma di animali, così che lo chiamiamo zodiaco, ignora la precessione degli equinozi e quindi costruisce vaticini con oroscopi nati su segni astrali di migliaia di anni fa, quando la volta celeste appariva differente. Eppure un italiano sta viaggiando nello spazio; c'è ancora speranza, anche per la filosofia malata, che forse soffre come una crisalide nell'attesa della nuova forma di farfalla.
:)
 
     
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 03/09/19 alle 02:35 via WEB
che bello questo commento.. è rincuorante non perdere nonostante tutto una sorta di Alta Speranza, nella potenzialità umana. Magari noi non ci saremo più, ed il mondo, invece potrà evolvere in meglio. Molti dubbi al riguardo, ovviamente, e la Speranza, forse si vuole tingere solo di roseo ottimismo all'andare avanti, ma io ci credo, credo a questa farfalla. Credo alla possibilità, che ad un mondo bieco crudele cinico ed egoista, possa invece camminare di pari passo un binario parallelo di semplicità e ritrovamento di quell'amore che ancora ci guida. Serena notte. :)
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 03/09/19 alle 09:42 via WEB
Cara Roberta,
passeggiando attorno ai monumenti più antichi della tua città, ineguagliata e ineguagliabile, ti sei chiesta il perché di tanta fatica nel cavare la pietra erigerla e decorarla ad arte? Non è forse anche questo un gesto di speranza per eccellenza, che contiene la certezza della capacità dei secoli nel graffiare il travertino ma senza che questo ceda la propria stolida resistenza, in piedi contro l’uragano del tempo che si accanisce ma non lo spezza, testimone di un futuro ancora lungo da venire nel quale lasciare agli eredi il senso della bellezza e dell’armonia?
Un saluto con un sorriso che guarda lontano :)
 
     
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 07/09/19 alle 01:32 via WEB
ricambio saluto e sorriso :-) e so' cosa dici rispetto ai monumenti.. ci sono nata e respiro questa forza, ne sono testimone, così come nei passi di strade che hanno sfidato il tempo, e ancora, lo sfidano. Grazie.
 
     
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 30/08/19 alle 12:52 via WEB
scusate l'intrusione. E lo è davvero visto il vostro discorrere. Per quel che ne so' io, l'amore ci ha portati fino a qui. Inteso proprio nel senso più alto del termine. Fino qui a giorni nostri dico. E se ancora sopravviviamo e proprio per questa spinta ad amare ed essere riamati. In tutti i modi possibili. Anche fra questi tasti, anche nella rivelazione del più bieco ed attuale cinismo, che ci vorrebbe ridotti, a qualcosa di alieno perfino per noi, per non dover soffrire e capire fino a dove siamo arrivati, a modificare perfino il nostro cuore. Preferisco una sana sofferenza, ad un'indifferenza, e tutto il resto. Preferisco la mia anima buona e forse troppo vintage, per non dire fuori moda. Preferisco sempre rischiare, senza alcuna maschera. Preferisco sempre e per sempre l'amore. Spero si capisca. Noi siamo il frutto della visione migliore di Dio, un lampo della natura in connessione col cosmo, il mistero meraviglioso che avrebbe fatto camminare di pari passo grandi cose, con tutte le arti e la meraviglia del nostro cuore più grande della nostra mente. Non ce l'abbiamo fatta. Ma ognuno, per la sua strada e per il suo sentire agirà secondo coscienza. Decidendo nel bene e nel male, cosa è meglio per lui/lei. Grazie per lo spazio, e mi scuso ancora per l'intrusione.
 
     
Rosecestlavie
Rosecestlavie il 30/08/19 alle 13:08 via WEB
Dubito che "il padrone di casa" consideri la visita di un cuore amico, buono e sincero un'intrusione.Ciao Roby ☺
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 31/08/19 alle 09:07 via WEB
Dubbio più che legittimo cara Rose
Fin troppe volte ho ripetuto che il mio desiderio appagato in questo spazio è che venga considerato qualcosa che sappia di casa comune, ma senza porte e barriere, senza nemmeno quel velo che sancisce l'ingresso di una tenda. Una casa semmai che perpetua la tradizione dello Zen di costruire uno spazio dove si accede attraverso una porta senza porta.
Grazie per aver saputo cogliere ed esaudire questo desiderio :)
 
     
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 03/09/19 alle 02:38 via WEB
Grazie per queste parole. Ma a volte, per qualcuno, purtroppo lo è. Ciao.
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 03/09/19 alle 09:42 via WEB
Qualcuno non lo è ma...
Non praevalebunt :)
 
     
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 21/09/19 alle 09:08 via WEB
no! quando la strada è quella giusta ci si libera davvero dal male, si stempera la disonestà degli intenti e le intrusioni bambine del nostro cuore a volte troppo lento, a volte troppo intrappolato, si liberano, verso la vera pacificazione, verso un moto di prevalenza verso quelle forze di Amore, infinito, assoluto, che si dona senza nulla pretendere, perchè va al di là anche di noi stessi, nell'affermazione vitale di volersi sostenere al di là di ogni sofferenza, perchè sarà di liberazione da ogni male. Grazie Amico per permettere alle mie strampalate elucubrazioni di prendere vita. Strampalate, perchè viaggiano sui tasti senza una forma grammaticale precisa, ma si affidano, al verbo sui tasti, e al cuore del sentimento infinito, per il quale dovremmo essere a questo mondo, pur non senza la dovuta lucidità. Quando il sentimento è vero e sincero, si muove anche con la coerenza della ragione. Alta. Un abbraccio e un grazie infinito. :) Roberta
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 23/09/19 alle 06:38 via WEB
Strampalato: strambo, ma anche participio passato di strampolare, andare con i trampoli barcollando. Nel dialetto romagnolo in via di estinzione, ma a me sempre caro, Strambled o Stramblè ha tutta un'altra accezione: significa eccezionale in senso positivo; si usa tipicamente per magnificare un sapore che stupisce e riempie di gusto, e che altrimenti non sarebbe possibile descrivere a parole.
Con la stessa accezione accolgo le tue parole strampalate :)
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 31/08/19 alle 09:06 via WEB
Cara Roberta, posso solo concordare con te. Lo stato di fatto dell'universo è il prodotto di un atto d'amore, una carica potente di energia che all'inizio del tempo ha scatenato la luce in un'esplosione irradiante su tutte le frequenze, con un progetto destinato a spargersi nel vuoto del cosmo seminando le stelle, i pianeti, fino a generare la vita dal brodo primordiale.
In questo progetto basato su regole precise, anche se non tutte svelate al momento ai nostri occhi, la prima regola fondamentale di ordine e progresso è quella che deriva direttamente da un atto di amore infinito, che invita e fa da modello al compimento dei nostri atti più piccoli, se vuoi infinitesimi, ma capaci sommati di raggiungere una quantità in grado di compiere miracoli. Trattenere un infinitesimo apparentemente non cambia la sommatoria del tutto, ma in realtà rallenta il compimento del progetto, motivo per il quale la tua coscienza ti spinge con determinazione a non desistere da ogni possibile contributo, da ogni possibile goccia da versare in questo oceano al quale apparteniamo.
Ti concederei volentieri il mio perdono per le tue scuse, ma non c'è niente da perdonare, anzi al contrario, provo il desiderio di ringraziarti per la tua partecipazione e lo faccio con assoluta sincerità ed un sorriso. :)
 
     
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 21/09/19 alle 09:05 via WEB
grazie ! che ricambio con affetto. E riconoscenza.
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 23/09/19 alle 06:37 via WEB
:)
 
lunetta_08
lunetta_08 il 26/08/19 alle 10:08 via WEB
Mentre ti leggo, riaffiorano in me tutti i ricordi dei tempi del liceo...non ho mai visto Itaca, ma l'ho immaginata in ogni dettaglio. Sono luoghi (fisici e della memoria) affascinanti e familiari. Un sorriso, a presto!
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 26/08/19 alle 17:30 via WEB
Ti ringrazio, il merito è nella enorme capacità di Omero o dei cantori che in questo nome consideriamo uno, di trasfondere in versi un affresco di umanità così realistica da potercisi immedesimare. Anche io ero davvero curioso dell’incontro con Itaca e del lento progredire del suo profilo visto dal mare come altrimenti non è possibile fare perché ancora è l’unico modo di arrivare. Tra le diverse isole visitate però, ha mantenuto caratteri di indipendenza dal turismo di massa, permettendo la sopravvivenza di scorci che ne fanno ancora un piccolo paradiso del mediterraneo. :)
 
several1
several1 il 26/08/19 alle 15:50 via WEB
"Odisseo non crea il proprio destino, semmai lo distrugge" ... oppure lo reinventa aggiungo incoscientemente io
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 26/08/19 alle 17:38 via WEB
Interessantissima riflessione. Mi piacciono i Koan, parola che indica una tecnica di meditazione Zen risvegliata da affermazioni paradossali. Il Destino in quanto tale dovrebbe essere scritto in maniera indelebile e quindi niente può modificarlo. Allo stesso tempo il senso di libertà, che appartiene alla possibilità di scegliere, mi lascia credere che sia possibile a ciascun essere umano plasmare il proprio futuro con una tenace forza di volontà. L’equilibrio difficile in questa dicotomia è avere la percezione di quale sia la strada opportuna per il proprio bene, quasi sempre distaccata dal proprio desiderio: questa è la ricerca di saggezza, la vera rotta da cercare. :)
 
ditantestelle
ditantestelle il 28/08/19 alle 00:09 via WEB
Turner ha questa capacità innata di arrivare al colore con pulsione e istinti. Quelle ombre e luci che si schiacciano e propagano esprimono tutta un'indomita esistenza. Queste parole a corredo, anche quelle degli astanti, donano tutta una realtà che non puoi dir lontana. Tutti questi pensieri attendono come in questi colori dipinti, un preludio d'Autunno. E che arrivi! :)
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 28/08/19 alle 08:58 via WEB
L'Autunno meteorologico è iniziato, l'anticiclone come il ciclope rappresentato da Turner, si piega ad una volontà superiore e va verso il declino del tramonto (fammelo immaginare così anche se dal racconto omerico era probabilmente un'alba, io sono tra i marinai che prendono il mare al tramonto). Adesso saranno le piogge intense a passare e lavare la sabbia dalle strade e dai pensieri dei miei concittadini: tu sai che io attendo sempre l’Autunno con pacata trepidazione e finalmente ritorna, rasserenandomi i pensieri e regalando loro la stessa energia rutilante del pittore che sorregge queste righe.
Le foglie che iniziano a cadere sui sentieri della mia vita coprono alla vista i ricordi più recenti di queste isole, ma sotto, protette dal manto frusciante, le emozioni dei dintorni di Itaca restano solide in attesa di essere nuovamente raccolte.
Grazie dei tuoi pensieri e soprattutto della tua presenza :)
 
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