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Il Gatto e la Neve

Post n°603 pubblicato il 20 Gennaio 2022 da Zero.elevato.a.Zero
 

Santa Maria
Signora della neve
copri col bianco, soffice mantello
il nostro amico, nostro fratello
(De Marzi - Signore delle cime)

Nevica

Il mio amico e Kohai è un abile veterinario dal grande cuore, dice che una casa non è perfettamente vivibile senza che ci sia almeno un gatto. Anche mia moglie non può fare a meno di gatti in casa, talora uno, spesso di più). Io considero gli animali secondo l’etimo della parola, con una visione francescana perfettamente condivisa: sono dotati di anima, possono quindi interagire e condividere esperienze di vita empatica anche con forme diverse dalle loro quali sono gli esseri umani.
I gatti si intenda, non sono figli, sono creature che hanno deciso liberamente di condividere la loro esistenza con la nostra, secondo una scelta reciproca di benevolenza, ecco perché nel branco che ha popolato negli anni casa mia ci sono stati gatti preferiti ed altri per i quali ho fatto differenze, non so se sia giusto, ma sono fatto così.
Uno tra quelli molto amati ha attraversato il Bardo questa notte, un giovane gatto nero al quale mi sono affezionato per i soli cinque anni di convivenza che il destino ci ha concesso. Questo perché i gatti, al pari degli esseri umani, sono macchine biologiche imperfette e possono ammalarsi di malattie, alcune delle quali inguaribili.
Nel tempo relativamente breve dalla scoperta del morbo al trapasso, ho avuto modo di riflettere sulla caducità della vita e sul fatto che ci si può affezionare a questa in molte forme diverse, sempre con molto dovuto rispetto. Esclusi a priori biopsie, interventi di ablazione e chemioterapie, tali da provocare dolori non credo comprensibili a un felino, ho considerato che la cosa migliore fosse vivere i giorni rimanenti con le attenzioni e le premure che sono sempre state il nostro mood; questo assieme alla considerazione per il suo malessere che lo portava, come tipico dei gatti, a cercare a volte la solitudine, in luoghi scuri e difficili da scovare, quasi per il pudore di non volersi mostrare sofferente.
Vederlo deperire e sottoporlo a puntura serale per iniettargli un palliativo che lo facesse soffrire meno, in attesa che la natura facesse il suo corso, mi ha posto il dilemma se non fosse più giusto, più pietoso, interrompere il battito del suo cuore risparmiandogli gli ultimi giorni di agonia, così come nell’epigrafe che il poeta E.L. Master fa scolpire sulla lapide di Johnnie Sayre che recita: “Strappato al male a venire”.
In ogni caso ho preferito aspettare, anche se ormai quasi rassegnato a chiedere l’iniezione letale, finché ieri sera non è uscito dalla tana scura e protettiva che ha scelto per questi ultimi giorni e si è fatto prendere in braccio per completare, con un ultimo gesto di contatto, il nostro percorso assieme.
La foto che lo ritrae è di pochissimi giorni fa, quando a Rimini ha fatto una comparsa mattutina la neve, che per ovvio paradosso al mio gatto nero piaceva molto, forse perché rara. In quell’occasione l’ho aiutato a salire sul davanzale caldo per il termosifone sottostante a guardare i fiocchi scendere lenti: come piccole farfalle bianche svolazzanti. Ora non so bene se per una voglia di sentirlo così, o viceversa per la conoscenza reciproca ormai maturata, ho pensato di vedere i suoi occhi dimenticare il male, così da tornare per quegli attimi il gatto sereno ed amabile qual è sempre stato. Un momento da conservare tra i ricordi più preziosi.
Che strana storia la vita :)

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Commenti al Post:
lightdew
lightdew il 24/01/22 alle 20:40 via WEB
Mi dispiace molto. Era una simpatica canaglia e la bellezza del suo pelo era gentile al tatto. La foto che gli hai o gli avete fatto, è davvero bella, così come lo era lui, così come lo siete voi. Un abbraccio affettuoso, Laura
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 27/01/22 alle 08:22 via WEB
Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore innamorato;
ritira le unghie nelle zampe,
lasciami sprofondare nei tuoi occhi
in cui l’agata si mescola al metallo.

Quando le mie dita carezzano a piacere
la tua testa e il tuo dorso elastico e la mia mano
s’inebria del piacere di palpare il tuo corpo elettrizzato,
vedo in ispirito la mia donna.

Il suo sguardo, profondo e freddo come il tuo, amabile bestia,
taglia e fende simile a un dardo, e dai piedi alla testa
un’aria sottile, un temibile profumo
ondeggiano intorno al suo corpo bruno
.
(Charles Baudelaire)

Grazie :)
 
several1
several1 il 27/01/22 alle 16:52 via WEB
Una carezza lo accompagni (hai fatto bene...)
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 29/01/22 alle 09:42 via WEB
Nero su nero
apre gli occhi gialli:
ecco il gatto
:)
 
Signorina_Golightly
Signorina_Golightly il 07/02/22 alle 17:06 via WEB
Che intimo sprazzo di vita vissuta... Sono certa che lui troverà ancora il modo di stare con te. Certi legami fanno cose da non credere.
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 13/02/22 alle 09:41 via WEB
Per chi alimenta la speranza che la vita non abbia una conclusione con la transizione, ma continui a manifestarsi in altri tempi ed in altri luoghi, son preziose le parole di Venditti quando dice:

Certi amori non finiscono
fanno dei giri immensi
e poi ritornano.
Amori indivisibili,
indissolubili, inseparabili


Vale forse la pena sottolineare che per me la parola Amore è un insieme più ampio di quello di una coppia che si sceglie per la vita; contiene più forme ed in modo diverso, per cui ho speranza che questo saluto tra un uomo e un gatto possa non essere definitivo, casomai solo un Addio, che è comunque una promessa di rivedersi. Il poco tempo assieme che ci è stato concesso è stato comunque lungo abbastanza per sedimentare ricordi bellissimi e momenti che non sono capace di raccontare con le parole perché avrebbero vibrazioni più basse della voce umana, casomai più simili a quelle delle fusa… di entrambi.
Ti sono oltremodo grato per il regalo delle tue parole, che esprimono condivisione e conforto.
:)
 
surfinia60
surfinia60 il 15/02/22 alle 15:05 via WEB
Mi hai fatto rivivere gli ultimi giorni della mia amata Piuma, gatta nera anche lei, con la quale ho condiviso 15 anni della sua vita. Fiera e indomita fino alla fine, lei che non si faceva toccare da nessuno a parte me, si faceva fare le iniezioni e alimentare a forza, con una siringa. Vederla soffrire è stato straziante, fino a quando ho fatto porre fine alla sua sofferenza. Sono passati 2 anni, ma ancora adesso sento la sua presenza in casa e mi aspetto di vederla sbucare da dietro il divano.
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 21/03/22 alle 08:47 via WEB
In effetti quando avviene questo incontro di vite si salda un legame che va oltre la durata di ogni singola esistenza, ma è destinato a durare per sempre. La tua gatta è ancora lì appena nascosta dietro uno spigolo della tua bella anima. :)
 
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