È Primavera! Mi piace lasciare una traccia in questo giorno, lo faccio proseguendo sulla strada dei ricordi del viaggio giapponese. Lo spunto di oggi però non è un luogo specifico, ma l’attitudine più evidente dei suoi abitanti, che si palesa al visitatore fin dai primi momenti sul territorio nipponico. In Giappone si vive l'arte della cortesia, nota come "Reigi Sahō", è un aspetto fondamentale della cultura nazionale, radicato in una storia millenaria e influenzato da filosofie dal confucianesimo fino al buddismo Zen. Non si tratta semplicemente di buone maniere, che confluiscono in rituali precisi, ma di un sistema complesso di valori e comportamenti che riflettono il rispetto per gli altri, l'armonia sociale e la consapevolezza del proprio ruolo all'interno della comunità. Le radici della cortesia giapponese affondano come detto nel confucianesimo, che enfatizza l'importanza delle relazioni gerarchiche, fondamentali in un paese medievale al pari del nostro, del rispetto per gli anziani e tutte quelle forme che rendono più agevole il vivere assieme. Il buddismo Zen, inoltre, con la sua enfasi sulla consapevolezza e la compassione, ha ulteriormente plasmato l'etica giapponese, promuovendo l'importanza di agire con gentilezza e considerazione verso gli altri. Nel corso dei secoli, la cortesia giapponese si è evoluta e adattata ai cambiamenti sociali, ma i suoi principi fondamentali sono rimasti intatti. Durante il periodo Edo (1603-1868), il codice di condotta dei samurai, il Bushido, ha modellato profondamente la cultura giapponese, enfatizzando l'importanza dell'onore, della lealtà e dell'autocontrollo. Sono quegli insegnamenti che vengono trasmessi agli stranieri che praticano arti marziali tradizionali e che insegnano il rispetto dei luoghi frequentati fino a quello ancora più profondo di chi pratica assieme a te la medesima disciplina. Ero pronto quindi a vedere inchini ma... Il primo gesto caratteristico, appena sbarcato dall’aereo è quello del personale dell’aeroporto che saluta questa invasione di barbari stranieri con un inchino: un gesto bellissimo, il primo inchino di tanti così comuni simili a quelli imparati nel Dojo, qui sono praticati ovunque, alcuni di questi però, in una forma o in una situazione davvero imprevista per me Il ferroviere saluta il treno con i passeggeri in partenza, mentre sul vagone il controllore omaggia allo stesso modo all’ingresso e all’uscita di ogni vagone soggetto alla sua vigilanza. Anche i cervi nel parco di Nara hanno imparato l’inchino e catturano la benevolenza dei passanti che rispondono in armonia al loro chinare del capo. Così senza bisogno di parole i giapponesi mostrano diversi lati del loro saper vivere assieme: Il rispetto (Keigo), esplicitato non solo con l'inchino (Ojigi), che a seconda della profondità mostra il riconoscere la posizione sulla scala sociale di chi si ha di fronte, e la reverenza fatta sempre di grande attenzione ai dettagli. Il rispetto è il cuore della cortesia giapponese. Si manifesta attraverso l'uso di un linguaggio formale con un sistema complesso di frasi e costruzioni, perfino di tono della voce, che varia a seconda della posizione sociale e del rapporto tra le persone. Tutto questo crea grande armonia (Wa), valore fondamentale nella società nipponica, sviluppando la capacità di evitare conflitti, di essere consapevoli delle esigenze degli altri e di agire in modo da preservare l'equilibrio sociale. Rimane vivissimo in molte cerimonie come quella della preparazione del Thé dove il sedere in ginocchio e trattare persone e perfino gli oggetti comporta di doversi inchinare per manifestare il dovuto rispetto a tutto quello che ne fa parte. Dopo averla già vissuta nel corso della vita, la preparazione del Thè ha assunto un valore ed anche un sapore diverso per il fatto di essere nel posto migliore per comprenderne l'efficacia. Anche il sorseggiare rumorosamente questa bevanda amara aiuta a percepire come possano queste persone costruire armonia tra loro anche in un pratica quotidiana come il bere da una tazza. Indispensabile è l'Omotenashi, la manifestazione spontanea dell'ospitalità, che si basa sulla capacità di anticipare e soddisfare le esigenze degli ospiti con gentilezza e discrezione. Si tratta di un'attenzione meticolosa ad ogni particolare, dalla preparazione del cibo alla creazione di un'atmosfera accogliente che tiene conto del tipo di ambiente, anche in relazione alla stagione ed alla natura circostante. In ogni momento si avverte in modo subliminale il Sasshi, che è la capacità di percepire le emozioni e le esigenze degli altri senza che debbano venire espresse verbalmente. Si tratta di una forma di comunicazione tipicamente giapponese che sostituisce l’uso delle parole con la sensibilità e l’attenzione ai segnali sottili. La cortesia giapponese si manifesta in ogni aspetto della vita quotidiana, dal modo in cui si saluta una persona al modo in cui si mangia a tavola. È importante essere puntuali, restare nella fila che tutti i giapponesi imparano a rispettare fin da piccoli, evitare di fare rumore e disturbare nei luoghi pubblici e ringraziare sempre per i favori ricevuti, il regalo ad una persona sconosciuta che si adopera per te è qualcosa di indispensabile e deve far capire quanto sei riuscito a comprendere la sua anima non è mai il primo oggetto che puoi comperare in un qualsiasi negozio giusto per avere qualcosa in mano da porgere, ovviamente con il dovuto inchino. Soprattutto bisogna sempre pensare per prima cosa all’euritmia del vivere assieme, piuttosto che alle necessità personali; il gruppo, la società, è prioritario rispetto al singolo individuo. Per questo tutto si conforma all’etichetta del vivere giapponese, come dicevo fino ai minimi dettagli; persiste soprattutto nelle feste l’abitudine all’uso dei vestiti tradizionali che sono indossati anche dagli animali domestici, che del resto sono parte integrante di un nucleo familiare. Questo volevo raccontare, non tanto il Giappone, ma l’indole del suo popolo dal quale avremmo tanto da imparare, abituati come sono da secoli a vivere anche in grandi complessi urbani, dove lo spazio scarseggia e la prossimità personale è fortissima, ma dove è possibile mantenere una sensazione di serenità e di convivenza civile. In questi giorni il Giappone attraversa il periodo della fioritura, in modo particolare dei ciliegi che sono un simbolo nazionale e la vita lavorativa si ferma per contemplare questo spettacolo della natura, che regala alle persone un senso di profonda interazione con la natura ed assieme di orgoglio per il privilegio di abitare la terra degli dei. Buona Primavera :)
Il sale della terra mi riporta a Salgado, chiedo venia, e mi sorge una domanda chiara: chissà se anche Liga ne sia rimasto influenzato. Credo di si, anche se non ne sono certa. Della sua musica mi sale alla memoria uno spettacolo teatrale di danza della compagnia Aterballetto, molto emozionante. Sugli inchini e sugli abiti, pur riconoscendone la valenza, sorvolo. Non mi appartengono. Personalmente considero maggiormente il valore dell'anima che ognuno sa riconoscere nell'altro se. PS: splendida però l'immagine dell'inchino al treno, chi l'ha scattata? ;-)
Siamo il capitano che vi fa l'inchino
Siamo la ragazza nel bel mezzo dell'inchino
Il fotografo brasiliano ha dedicato la sua carriera a documentare le difficoltà e le bellezze del mondo, con un'attenzione particolare alle comunità emarginate e all'ambiente. Ho trovato molto bello anche il film a questo ispirato per la regia di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado. Non so se la canzone che ho scelto per il tappeto musicale di questo post sia direttamente ispirata a quest’opera, affronta comunque temi come la crisi sociale, l'avidità di potere e la necessità di riscoprire i valori fondamentali dell'umanità. Con il ricordo fresco negli occhi di come milioni di persone sappiano perseguire rispetto reciproco e armonia credo che un po’ di modi giapponesi farebbero bene a tutto il mondo. Scriverò presto che come tutte le cose umane non è un paradiso in terra al 100%, ma ci sono molti spunti che potrebbero migliorare la vita di ciascuno di noi.
Inchinarsi reciprocamente e vestirsi allo stesso modo appartiene alla mia esperienza marziale, dove invece di coltivare violenza e prevaricazione, questo comportamento assieme a molte regole di etichetta permette di creare amicizia e cementare relazioni umane tra le più solide.
La foto del capostazione non è mia, è presa da qui, differentemente da te, io penso delle opere d’arte quanto Bosso pensava della musica; se qualcuno si sente offeso dall’uso dello scatto, sarà sufficiente chiedermelo e verrà rimosso :)
E' proprio così o è un pò come gli americani che sembra siano i salvatori del mondo e alla fine sono solo prepotenti. E' ignoranza la mia ... non conosco il Giappone ma se è così ... mi piace. Proprio tanto!!! Buongiorno :)
La storia ci insegna che il Giappone, o meglio i giapponesi, sono un popolo bellicoso e guerrafondaio. Hanno commesso efferatezze, con il pretesto di essere in guerra, che sono tra i crimini più ripugnanti nei confronti dell’umanità… eppure proprio grazie al loro percorso storico lungo millenni sono arrivati anche ad elaborare concetti di armonia; ti lascio un esempio: nella pratica del Kendo o dell’Aikido, al termine della lezione i praticanti piegano la loro gonna pantalone (hakama). Anche questo, con il dovuto sudore che scende, è un momento di prezioso insegnamento, non solo perché ci si prende cura del materiale che si indossa, ma anche perché nelle 7 pieghe che si raddrizzano con cura i maestri hanno insegnato che si identificano le 7 virtù del samurai: Giustizia, Rispetto, Coraggio, Onore, Compassione, Sincerità, Lealtà. Così nel tempo dedicato a ciascuna piega il pensiero va alla considerazione di questi valori ed al confronto con la vita personale che li deve identificare.
Gli americani, viceversa, sono un popolo con poca storia ed una cultura ereditata che non è una loro espressione originale; nel lento dipanarsi del tempo sono ancora bambini.
:)
Sì è vero gli americani hanno poca storia. Se non niente. Mi piace il concetto di giustizia per certi versi che hanno. Parlo di forze dell'ordine. Poi le mele marce appunto ci sono ovunque. Mi spaventano le loro lotte e il loro modo di combattere ma mi piace il rispetto per gli altri che secondo me in ogni civiltà deve esserci. Grazie delle delucidazioni :) Serena giornata
Pensare che ancora vivi
Voglio pensare che ancora mi ascolti
Che come allora sorridi
(F. Guccini)
Siamo la ragazza nel bel mezzo dell'inchino
Il fotografo brasiliano ha dedicato la sua carriera a documentare le difficoltà e le bellezze del mondo, con un'attenzione particolare alle comunità emarginate e all'ambiente. Ho trovato molto bello anche il film a questo ispirato per la regia di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado. Non so se la canzone che ho scelto per il tappeto musicale di questo post sia direttamente ispirata a quest’opera, affronta comunque temi come la crisi sociale, l'avidità di potere e la necessità di riscoprire i valori fondamentali dell'umanità. Con il ricordo fresco negli occhi di come milioni di persone sappiano perseguire rispetto reciproco e armonia credo che un po’ di modi giapponesi farebbero bene a tutto il mondo. Scriverò presto che come tutte le cose umane non è un paradiso in terra al 100%, ma ci sono molti spunti che potrebbero migliorare la vita di ciascuno di noi.
Inchinarsi reciprocamente e vestirsi allo stesso modo appartiene alla mia esperienza marziale, dove invece di coltivare violenza e prevaricazione, questo comportamento assieme a molte regole di etichetta permette di creare amicizia e cementare relazioni umane tra le più solide.
La foto del capostazione non è mia, è presa da qui, differentemente da te, io penso delle opere d’arte quanto Bosso pensava della musica; se qualcuno si sente offeso dall’uso dello scatto, sarà sufficiente chiedermelo e verrà rimosso :)
Gli americani, viceversa, sono un popolo con poca storia ed una cultura ereditata che non è una loro espressione originale; nel lento dipanarsi del tempo sono ancora bambini.
:)