Cerco di non fare mai mancare in queste pagine un ricordo o un pensiero nei quattro punti fondamentali dell’anno: quelli raccontati dal sole e dal peregrinare della terra attorno a questo nei momenti in cui la durata del giorno si inverte oppure quando, come oggi, il giorno e la notte sono in equilibrio. L’Autunno poi, non ne ho mai fatto mistero, è il mio vero capodanno, quello al quale si affida il ricordo dei giorni appena trascorsi e quello che prelude ad un nuovo futuro tutto da scoprire. Riverbera ancora, profondo nell’anima, il viaggio in Giappone e la scoperta che è stata una conferma, che davvero si tratta della terra degli Dei, protetta dai mille e più Kami dello Shinto e dalla benevolenza del Buddha. Ho raccontato poi anche della mia avventura salata per portare una barca in Grecia senza incontrare tempeste e nemmeno tanto vento. È successo poi, nell’imminenza della vacanza estiva, che mi sono rotto un po’ di piccole ossa del piede sinistro, ben tre metatarsi, nella spericolata traversata tra il divano di casa ed il tavolo della cucina. Questo ha reso il viaggio a Rodi con tragitto in catamarano attorno alle sue isole un tormento invece che una festa, costretto a fare da zavorra, incapace di camminare per vedere l’isola appartenuta alla serenissima Repubblica e poi ancora all’Italia dal 1912. Non ho potuto così ammirare i monumenti medievali ed ancora le opere di architettura del celebrato ingegner architetto Florestano Di Fausto, con il suo stile definito: Mediterraneo. In questo viaggio ho attraversato aeroporti su di una sedia a rotelle e sono stato caricato a bordo di un 737-800 con opportuno bus montacarichi ottenendo, perfino su un volo Ryanair, un posto confortevole dove alloggiare meglio la zampa, invece del cubicolo angusto che tocca ai malcapitati che acquistano un biglietto con la compagnia Low Cost tra le più scomode. Nel viaggio ho rivisto però la Grecia, le sue coste serene, la gente cordiale, la cucina deliziosa dai sapori simili a quelli di casa, e le stelle quelle che, nelle baie senza luci umane e con la luna che ricomincia appena a crescere, perpetuano il racconto nelle costellazioni dei miti e della storia più antica degli uomini, soprattutto dei marinai. Ho visto crescere in modo rapido e pieno di progressi la mia nipotina, che ormai si alza in piedi coi suoi otto mesi di scoperte giornaliere e mi chiedo quale mondo troverà crescendo, sperando che gli istinti dispotici di tiranni guerrafondai non facciano presa nel cuore o peggio ancora nella indifferenza della gente, ma lascino spazio al colore della speranza. Finalmente ho iniziato a percepire la pensione nonostante il lavoro continui, ma almeno con ritmi che posso governare meglio… così finisce l’Estate, un po’ anche quella della mia vita, ed entro veloce come le nubi di maestrale nell’Autunno delle cose, con i suoi equilibri e la sua pacatezza, delicati come un tramonto lento dove un mulino a vento ancora gira cigolando piano, alla brezza soave della sera. Namastè
Livio Macchia dei Camaleonti & Rossella Ferrari - Il colore della speranza
Che sfortuna farsi male così. Però ricordo ... è successo anche a me. Un dolore terribile. Bello i nipotini vero??? Quando sono piccini sono bellissimi :) serena giornata
La vita è una grande ruota che gira ed ogni sua rivoluzione permette di capire e provare cose prima solo immaginate: essere nonni è bellissimo, un testimone da consegnare per chi correrà più lontano.
:)
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