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Identità Golose


Da diciotto relatori il primo anno ai 56 del terzo, passando per i 40 della seconda edizione lo scorso mese di gennaio. Questo è il dato più evidente della crescita di Identità Golose, di un congresso che è solo una delle facce di un progetto molto più vasto per la valorizzazione e la promozione della Cucina Italiana e dei suoi interpreti, per i quali non si fa mai abbastanza, soprattutto a livello di istituzioni pubbliche. Se la vittoria azzurra ai mondiali di calcio ha portato sicuri benefici all’immagine e all’economia del nostro Paese, mi chiedo quanto benessere lo stesso potrebbe trarre da un settore gola sapientemente gestito e propagandato.Cinquantatre relatori perché solo tali e tanti i temi che non possono essere ridotti a pochi momenti. Lo sforzo di noi organizzatori è di quelli che si definiscono importanti, perché abbiamo fortemente voluto evitare che Identità Golose sia solo una bella e importante passerella sulla quale far sfilare questo o quel cuoco senza una logica tra chi si alterna. Non cerchiamo il teatrino carino e futile e nemmeno facili applausi. Vogliamo che si parli e si discuta di cucina e di pasticceria, desideriamo che si vada alla sostanza e che chi ripartirà il 1° febbraio da Milano si senta più ricco, anche di dubbi. Non ha più senso fermarsi al lamento perché le materie prime buone non ci sono più, perché il pesce non è più quello pescato libero e selvaggio, perché la pizza fa schifo, perché perché perché…Un congresso deve individuare dei temi e cercare di offrire analisi e risposte che non solo siano condivisibili da chi sta in platea ma che siano pure d’aiuto nella pratica quotidiana.Tutto questo non è Identità Golose: a Milano si rischia in proprio, si investe sul futuro di una certa fetta di sistema Italia, si cercano di anticipare temi come il rapporto con il mare e il mondo dei pesci, il mondo del pane, del dessert e dei lieviti, la cucina dei Paesi scandinavi e quella della Campania, la cucina cosiddetta scientifica fino ai rapporti tra le generazioni all’interno della stessa famiglia, il passaggio di qualità tra una madre cuoca e un figlio chef, sempre difficile quando entrambi hanno personalità e idee proprie.Info: identitagolose.it