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Creato da dieciminuti2012 il 28/05/2012

Area personale

 

La fenice..

Fenice
spesso nota anche con l'epiteto di Araba fenice, era un uccello mitologico noto per il fatto di rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte..

 

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Quella dolce fanciulla..

Post n°10 pubblicato il 14 Agosto 2012 da dieciminuti2012

 

Quello sguardo, quel corpo, quegli occhi mi avevano stregato. E’ passato quasi un anno e, al solo pensiero, m’innamoro di nuovo. E’ nato tutto per caso. Salì alle Terme con una ragazza in testa, quella famosa cerbiattina. Poi, da aerosol in aerosol, ecco che due ragazze mi riconoscono a distanza di dieci anni. Il pomeriggio successivo, camminando sul lungomare con mia madre, vedo quattro ragazze venirmi incontro, due di queste erano proprio le ragazze che mi avevano riconosciuto il giorno prima. “C’è anche mia sorella qui”, disse una di queste appena visti dopo tanto tempo. E così, siccome loro non mi avevano visto, son passato a lato senza magari disturbarle, senza salutarle. Ma intravedo una tipa, da urlo, che mi guarda e poi si gira verso le altre. A questo punto si girano e ci vediamo, scopro che la tipa che mi ha riconosciuto è proprio quella sorellina di cui sopra. Ci fermiamo a parlare, poi ci rivediamo la sera. Questa sorellina era proprio stupenda, era una favola, e forse già il rispetto che avevo per lei m’impediva di guardare con un unico fine quelle gambe, messe in mostra da una gonna. Siamo usciti di nuovo, e un’altra volta ancora. Avevo perso proprio la testa, assurdo. Io che aspettavo che si facesse sentire la cerbiattina (spetta e spera), la dimenticai, rimossa dalla mia testa per almeno due settimane. Quel corazon era di una semplicità unica, era di una dolcezza disarmante, era quasi irreale. Quando mi accorsi che quel corazon aveva fuso il mio pensiero, le due settimane finirono, e le strade ci separarono. Adesso forse la ritroverò tra qualche giorno e per qualche giorno. Ma poi le strade ci separeranno nuovamente. Sperando (o forse no) di non rivedere quell’edicolante, che scrisse la mia vita un anno prima. 

 

 
 
 

La mia pulce.. e le mie tre pulci.. Il sogno..

Post n°9 pubblicato il 24 Luglio 2012 da dieciminuti2012

 

Ci sono due tipi di sogni: quelli che fai la notte, e quelli che fai di giorno. Stanotte pioggia, fulmini, saette, ed un sogno strano, particolare. Non so quanto credere che i sogni siano frutto di ciò che speriamo, ma è stato strano. Per tutta la giornata ho pensato a lei. Beh, è un po’ che ci penso, a dire il vero. Stanotte è stata l’attrice principale del mio “film”, un film che la vedeva recitare insieme a tante altre persone, e con loro tanti gatti. Lei adora (adorava, poi buh..) i gatti, ricordo ancora quanto stese giù quando, dopo il suo ritorno da una vacanza al nord, non trovò più la sua piccola. Più o meno qualche mese dopo fece ingresso nella mia vita Nerina, una gattina tutta nera che, due mesi fa, ha dato alla luce due piccole pesti, due pulci tremende che stanno dettando legge a casa mia. Strano il destino. Stanotte l’ho ritrovata, circondata da felini e, ovviamente, c’erano anche Nerina e le sue cucciole. Non so il significato del sogno, ma ricordo d’averla baciata, stretta a me, osservata da lontano, ricordo di essermene preso cura come qualche mese fa, quando lei era la mia ragazza. La conobbi entrando nell’edicola delle Terme. In quei giorni era scontato finissi lì dentro, ma quella mattina non volevo giornali, volevo solo una copia del foglietto appeso alla porta. Edicola interna ad una stanza, non vedevi l’edicolante, non sapevo fosse un ragazzo o una ragazza: “Apro e chiedo, vediamo.. Buongiorno..”, restai incantato. “Dio mio”, pensai, “è una favola”. La guardai e, con tono sicuro, deciso e professionale, le chiesi: “Scusa, sai prcsdovquelcosofuorirettangolareiovorrei.. Cioèèèè.. Hai per caso una fotocopia di quel fogliettino fuori che parla dello Scoglio?”, e lei mi rispose con uno sguardo assurdo, condito da un: “No, ma ce l’hanno all’edicola alla marina..”. Bene, le provai tutte, ricaricai i miei due cellulari dal terminale per lasciarle il mio numero, avevo pochi giorni ma lei doveva essere mia. C’inseguimmo qualche giorno, la domenica il primo bacio.. Era uno schianto, la mia pulce.. “La lontananza sai, è come il vento”, mi pare reciti il testo di una canzone, e così mi resi conto piano piano che la storia poteva anche concludersi nel breve tempo. E fu così, con lei che perse la testa per un tipo di lì, ed io per la cerbiattina. Mi ha ricontattato però diverse volte, con tutto che io la prendevo sempre a male parole. Ho usato sempre toni duri con lei, cercando di farla ragionare sulla sua di vita, se cercava me e stava con lui c’era qualcosa che non quadrava. Ma lei preferiva rifugiarsi dietro silenzi, e con tutto l’offendevo lei stava sempre attaccata al telefono senza chiudere, si subiva tutto ciò che le dicevo. Da qualche tempo il suo ricordo è diventato prepotente dentro me, guardo Nerina e vedo lei, questa sera l’odore di pioggia mi ricorda tanto le Terme, appunto dove ci siamo conosciuti. Vado lì da più di vent’anni, lo scorso anno la guardavo nauseata, quest’anno forse tornerò a cercarla con lo sguardo. Ma non la troverò. E allora esco fuori, nel mio cortile, e guardo le gattine giocare, con Nerina nascosta a controllare se tutto va bene. E quell’odore che mi riporta a Guardia, mi riporta mano nella mano con lei, mi riporta nel suo sorriso..

 

 
 
 

Chiedere spiegazioni, a volte, dimostra di essere davvero cretini

Post n°8 pubblicato il 19 Luglio 2012 da dieciminuti2012

 

Non è un paradosso, quanto la dimostrazione di essere emeriti cretini. Abbiamo la strafottuta presunzione di essere Dio in Terra. Non ci chiediamo mai il perché di certe cose, di certi atteggiamenti, di certi comportamenti. Poi, invece di ammettere un errore, puntiamo il dito. Nel momento in cui alziamo l'indice, scopriamo anche di essere dei vigliacchi immaturi, senza un briciolo di vergogna.. No, forse non lo scopriamo perché o lo sappiamo già di essere dei falsi, o siamo tanto presuntuosi che non ci guardiamo nemmeno dentro. Poi diciamo “Emanuel è strano”, “Emanuel è un cretino”, “Emanuel non si sta facendo più sentire”. Sti cazzi. Ma ci siamo chiesti perché Emanuel è strano e perché Emanuel non si sta facendo sentire o perché Emanuel è freddo con me ultimamente? Uno: nessuna donna può considerarsi attualmente al centro della mia vita e dei miei pensieri, né tantomeno impiego tanto a mandare a fanculo persone dopo anni e anni di amicizia. Stanotte riflettevo, ci sono due categorie di persone che riescono a virare a 180 gradi: i forti e i deboli. Ma i deboli li riconosci subito, perché non reggono l’urto più di qualche ora o giorno, i forti li riconosci nel momento in cui hanno ripreso in mano la loro vita. Allontanarsi dalle persone più care non è una cosa facile. Amici, innamorata o parenti, quando hai condiviso ore, speranze o altro, per separarti e chiudere definitivamente il portone in faccia dev’essere successo qualcosa di grave. La cosa più brutta è che certe persone sanno cosa sia successo, ma fanno finta di non saperlo. Io sono troppo esigente, persino coi parenti non ho scrupoli. Figuriamoci quanto impiego a mandare a quel paese persone al mio sangue estranee. A prescindere dagli anni di amicizia: in dieci anni una persona cambia, può essere che nei primi cinque era come la sognavi, poi nell’ultimo si scopra essere invidiosa, lontana persona rispetto quella che dimostrava di essere. La cosa più brutta è vedere personcine chiederti spiegazioni: questo significa che non hanno capito nulla di me. A parte che chiedere spiegazioni, in certi casi, significa essere davvero emeriti cretini.

 

 
 
 

Una donna per me? Difficile trovarla come la voglio io

Post n°7 pubblicato il 05 Luglio 2012 da dieciminuti2012

 

Mi hanno fatto parecchio riflettere alcuni commenti apparsi ad un mio post su facebook. Una frase in particolare, ha scatenato in me alcuni dubbi e alcune riflessioni: “vedrai che la troverai presto quella che fa per te”. Il commento era pressoché questo. Ma prima di trovarla, devo pure capire come la voglio, o almeno avere n minimo di idee chiare. Certo, ciò che mi deve fare riflettere è il mio carattere, dato che non potrei vivere con una ragazza lontana dai miei canoni. Sono un tipo troppo difficile, nessuno mi conosce bene per come mi conosco io. E la cosa che mi preoccupa è che nessuno mi conosce almeno per il 50%. Un ragazzo che scrive sul giornale, che fa politica, che ha ambizioni in ambito ingegneristico e che è poi, parlandoci, scopri essere anche l’opposto di ciò che pensi è un tipo difficile da gestire. Tutti potrebbero pensare: questo è un tipo troppo serio, ti corregge, non ride mai, figurati se ti fa ridere. Poi scopri di avere davanti un emerito pazzo, sempre pronto a farti la battuta e a cui non puoi dargli spazio sennò ti parte in quarta. Uno che non s’incazza mai, ma che se gli fanno girare le palle non guarda in faccia nessuno, completamente nessuno. Oltre a volermi bene, la ragazza dovrebbe avere determinate qualità, in primis deve sapere convivere con le tante persone che conosco, pronta dunque a diventare straconosciuta, e questo ho notato per molte essere un problema, data la loro riservatezza e/o timidezza. Sapermi dire bravo al momento giusto, sapermi consigliare dato un problema, un momento no, saper rilanciare il mio morale, il mio coraggio, sempre messi sotto tensione, e poi fare i conti coi miei sbalzi, che mi portano da un momento serio ad uno scherzoso e viceversa. Sapermi cazziare se sbaglio, saper accettare il fatto che di me è inutile essere gelose, nonostante le mie storie passate o le molte conoscenze femminili. Vedete che stare con me non è una passeggiata. Anche perché voglio una che sappia farmi crescere ulteriormente, maturare ancora di più, non voglio una statua. La ragazza bella ma vuota non mi garba, la ragazza che non mi cerca e che non mi sprona non mi fa innamorare, mi fa allontanare. Deve sapere avvicinarsi alla mia vita, prenderne quasi il timone e, allo stesso tempo, fidarsi di me affinché pure io possa prendere in mano il suo timone. Sapere che io ci sarò per ogni cosa, che se la rimprovero è solo ed esclusivamente per il suo bene, sapere che io non amo eccessi o comportamenti sopra le righe. Dev’essere semplice, seria, educata, ma intelligente, forte per combattere ogni giorno contro di me guerre atte al solo crescere in due. La ricchezza che deve apprezzare è quella relativa ai contenuti, è l’unica ricchezza che apprezzo pure io. E se la ricchezza che le interessa è altra, la stanza è troppo piccola per tutti e due. Soprattutto se mette il lavoro prima della famiglia.

 

 
 
 

Una rete sognata una vita..

Post n°6 pubblicato il 04 Luglio 2012 da dieciminuti2012

 

Quel gol l’ho sognato per tanto, troppo tempo. Non immaginavo mai di poter interrompere ieri questo digiuno e in questo modo. Un gol sognato, atteso, arrivato per caso, come tutte le novità della vita, siano esse gioie, siano esse dolori. Oggi riflettevo, nei miei cinque anni di carriera ho visto davvero tanti gol, ma nessuno così bello: cross dalla sinistra, ero in ritardo col piede d’appoggio, col sinistro ho segnato proprio così..d’istinto colpisco di tacco e… Che sensazione!! Per un attaccante è gioia pura, per me che sono portiere è stato bello quanto un orgasmo. Il mio primo gol, il mio primo vero gol. Un gol che ho festeggiato con un urlo liberatorio, incredulo, stupito, contento. Un gol che però ho potuto festeggiare solo coi miei compagni di squadra, amici miei da sempre, tra i migliori e tra i più importanti della mia vita. In quest’anno e mezzo avrò giocato diverse volte, provando timidamente il tiro una volta a partita, nulla più, ricordo che sono portiere. Vi starete chiedendo, tutto sto casino per un gol, seppur bello, perché? Perché dietro ci stanno una marea di cose, di ricordi, di speranze, di sogni. Avrei voluto festeggiarlo con lei, avrei voluto mandarle un sms e scriverle: “Sai, stasera ho fatto davvero un gran gol, per me è una rarità, ma lo dedico a te”. Ed invece il gol è arrivato un tantinello in ritardo, o forse non ha mai avuto alcuna relazione con lei. Non so, non lo so. So solo che, l’ultima volta che ho realizzato un sogno, vederla addormentarsi, ho quasi avuto l’impressione, la certezza che quello fosse l’ultimo atto di una rincorsa. Una rincorsa finita nel modo più brutto, più umiliante, ma che m’ha dato una scossa, per la gioia dei miei amici più stretti. Dopo averla vista con lui, a distanza di poche ore ero già tra le braccia di un’altra ragazza, conosciuta da poco. Il mio personaggio, volente o dolente, è stato sempre così. Se qualcuno chiede di me ad una persona che mi conosce, questa risponderà sicuramente affermando che io sono un tipo troppo imprevedibile, o forse il mio destino è proprio così ricco di sorprese. Vado in Puglia per dimenticare Roberta, e la prima sera conosco Vita, rimandando di dieci giorni una vacanza che ne doveva durare tre. Così come altre volte, sotto sotto sono un gran figlio.. non c’è da vantarsi, non ho mai fatto un curriculum delle ragazze che ho avuto, anche se forse ne ho avute una quarantina. Forse pure più. E questo dato doveva dare risalto all’inseguimento di questi ultimi mesi, ero davvero preso, tanto da mettere da parte altre proposte. Avrei voluto festeggiare con lei questo gol, questa doppietta, perché poi l’eurogol è stato seguito da un'altra rete, il tutto condito con tre pali colpiti. Non segnavo da dieci anni, quella volta segnai un’altra doppietta, ma al mio acerrimo rivale ( quella volta giocavo portiere effettivo). Quasi una maledizione, terminata soltanto adesso. Adesso che, appunto, lei non c’è, anzi addirittura sembra sia tra le braccia di un altro. 

 

 
 
 
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