Post n°324 pubblicato il 27 Febbraio 2010 da Liebe88
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Ultimamente non solo siamo stati allontanato da parecchio.. o "isolato/staccati per meglio dire" ma è anche presente un vuoto. Sentirsi vuoto, cavo, solo o provare perfino una perdita di identità.. sono gli usuali sentimenti di questo nuovo vuoto. Ci prepariamo a ricevere un'onda gigantesca di LUCE. Questa luce inonderà il pianeta, che crea molti cambiamenti... tutto nella relazione con la creazione di un pianeta che è più in accordo con la luce o un livello più alto del tipo di vivere ed essere. Il sentimento del vuoto fa parte della preparazione... un stadio iniziale del "essere colmo" con l'inizio di una nuova realtà. Questi sono tempi strani, insolite e tuttavia emozionati e mai esistiti prima d'ora ed in realtà aspettati da tanto tempo. Con amore e gratitudine ^__^
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Post n°322 pubblicato il 18 Febbraio 2010 da Liebe88
Non c'è niente che appare e niente che scompare, tutto è, così, semplicemente, avviene... L'identificazione è la chiave della comprensione, la liberazione non è, non c'è niente da liberare, come fai a liberare un aquila che vola nel cielo, come fai a liberare un bambino che gioca su un prato, come fai a liberare quell'uomo che vedi allo specchio... Tutto è...un flusso costante di energia in movimento, che si plasma, si condensa e si crea da sé. Come in un circuito ci sono tante auto che corrono, e tu sei spettatore consapevole degli uomini all'interno delle macchine, così tu stesso sei il veicolo energetico che hai scelto per manifestarTi... La consapevolezza di ciò, ti porta a capire, a vedere, a sentire, a percepire che questa infinita energia che si muove e poi rimane immobile, che si espande e poi si contrae, siamo noi, siamo tutti, e questi veicoli che compiono azioni, fanno e non fanno sono solo alcuni degli infiniti mezzi per manifestare il Tutto... Io non sono, io in quanto individuo non sono, come faccio ad essere il veicolo che rappresento nella recita del mondo ? Semplicemente Tutto avviene, e lo spettatore, la visione ed il visto è ciò che siamo tutti... UNO
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Post n°321 pubblicato il 11 Febbraio 2010 da Liebe88
Non mi piacciono i discorsi pessimisti, non mi piacciono i pensieri distruttivi.
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Il concetto, noto come "i dieci mondi", rappresenta uno dei modi in cui il Buddismo spiega la vita. Sono i dieci stati o condizioni vitali che si manifestano in tutti gli aspetti dell'esistenza. Ognuno li possiede potenzialmente tutti e dieci, e in ogni momento passiamo dall'uno all'altro. Questo vuol dire che in ogni momento uno dei dieci mondi viene manifestato, mentre gli altri nove rimangono latenti. Partendo dal più basso al più alto, essi sono: Inferno, Avidità, Animalità, Collera, Umanità (definita anche Tranquillità), Paradiso (o Estasi), Studio, Illuminazione Parziale o Realizzazione, Bodhisattva, Buddità. Stabilizzare la Buddità come nostra condizione di base non significa liberarsi degli altri nove mondi. Tutti questi stati sono aspetti integranti e necessari della vita. Senza sperimentare le sofferenze dell'Inferno, non potremmo mai provare una sincera compassione per gli altri. Senza i desideri istintivi rappresentati da Avidità e Animalità, dimenticheremmo di mangiare, dormire e riprodurci, arrivando ben presto all'estinzione. Anche se realizziamo la Buddità come nostra tendenza vitale di base, continueremo a sperimentare le gioie e i dolori dei nove mondi. La differenza è che essi non ci domineranno, e noi non ci definiremo in funzione di essi. Basandoci sulla tendenza vitale della Buddità, i nostri nove mondi si armonizzeranno e agiranno a beneficio nostro e di chi ci circonda.
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E Dio mi fece donna, Con curve Ha intessuto delicatamente i miei nervi Ha composto il mio sangue Tutto quel che ha creato soavemente
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Ogni essere umano che appare in vita sul nostro meraviglioso pianeta Terra ha diritto ad una vita piena, felice, intensa, che gli permetta di esprimersi nella sua unicità irripetibile, che gli porti il dono della Saggezza, e che gli permetta di contribuire fattivamente al miglioramento delle condizioni di vita dell'intera comunità umana. Il film documentario Lo Sfidante può essere liberamente scaricato: http://losfidante.marenectaris.net/download/ |
In hawaiiano la parola alo significa “essere insieme, condividere un’esperienza qui e ora”. La radice oha indica “affetto, gioia”. Al di là delle rappresentazioni sdolcinate tipiche delle canzoni popolari, secondo gli Huna l’amore esiste nella misura in cui si è felici insieme all’oggetto del proprio amore. Tutto l’universo esiste in virtù dell’amore, sia nell’aspetto dell’essere che del divenire (aspetto evolutivo). Tutti noi, consapevoli o inconsapevoli, esistiamo grazie all’amore. Se ne siamo consapevoli ne siamo felici, così come siamo felici di migliorare nell’amore. Amore e felicità sono intimamente connesse: l’amore genera felicità, l’amore aumenta via via che paura, rabbia e dubbio (causa di giudizio e separazione) vengono riconosciuti e allontanati. Ne consegue che la critica uccide le relazioni mentre la lode e la benedizione le vitalizza. La chiave del successo del vivere nell’amore consiste nell’aumentare l’apprezzamento di ciò che si ama e nell’ampliare la tolleranza verso ciò che non si ama. Quando si vive l’amore tutto funziona meglio, tutto è meglio e siamo esseri umani più autorealizzati. |
Post n°316 pubblicato il 13 Gennaio 2010 da Liebe88
Il momento del potere è nel presente. Nulla in realtà ci lega al passato, nulla in realtà ci lega a definite percezioni del futuro. Ogni giorno viene creato come un nuovo giorno e qualsiasi abitudine o schema comportamentale noi abbiamo imparato possono essere cambiati in qualunque momento. Abbiamo qui e ora il potere di cambiare qulsiasi convinzione limitante e di porre le basi per un futuro scelto da noi. Persino i nostri genitori o il nostro ambiente sociale non hanno nulla a che vedere con ciò che davvero siamo oggi. Tutto ciò che conta è la nostra reazione presente di fronte a convinzioni che possono essere inopportune (e dunque meritano di essere modificate qui e ora) o appropriate. Modificando la nostra mente modifichiamo la nostra esperienza: portando aspetti del passato o del futuro nel momento presente, attraverso attenzione e consapevolezza, possiamo cambiare tali elementi secondo il nostro intento; dunque possiamo cambiare il passato e il futuro qui e ora.
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Attraverso la risonanza, i pensieri ed emozioni sui quali focalizziamo la nostra attenzione, sia consapevolmente sia inconsapevolmente producono uno schema che facilita l'entrata nella nostra vita di un'esperienza simile proprio a quegli stessi pensieri ed emozioni. Ogni volta che meditiamo impegnamo consapevolmente l'attenzione in maniera focalizzata per un certo periodo di tempo. Secondo gli Huna questo è capace di incanalare l'energia universale e di provocare la manifestazione dell'equivalente fisico di quanto meditato. Quando medita Lono medita anche Ku. Lo sciamano mira ad educare entrambi a meditare sulla stessa cosa contemporaneamente: accade così qualcosa di magico. |
La logica razionale e una vita di esperienze colma di limiti ci faranno subito pensare all'assurdità dell'affermazione che "non ci sono limiti e che tutto è possibile". La socializzazione ha fatto centro! Ci ha fatto credere che i limiti ci sono e poiché il mondo è come pensiamo che sia abbiamo dato vita ai limiti. Ci riesce difficile pensare di poter volare, dato il limite della forza di gravità terrestre, non possiamo vivere senza nutrirci, non possiamo correre veloci come una gazzella. Siamo consci di una quantità incredibile di limiti, come potremmo mai pensare che tutto sia possibile? Eppure è così! Non ci sono limiti e tutto è possibile in un universo infinito in cui tutto è sogno e il mondo diventa di volta in volta quello che pensiamo che sia. Come spieghiamo allora i pesanti limiti dell'esperienza quotidiana? Il sciamano Serge Hahili King spiega che vi sono due tipi di limiti: le limitazioni creative e le limitazioni pregiudizievoli. LIMITAZIONI CREATIVE. In un universo infinito ogni esperienza sarebbe di per sé infinita, il che equivale a negare l'esperienza stessa, in quanto priva di discriminazioni. Non è possibile avere conoscenza senza discriminare una cosa dall'altra, ovvero senza poter creare dei rapporti e in essi stabilire dei significati. L'esperienza particolare e, dunque, significativa può essere effettuata solo ponendo intenzionalmente dei limiti là dove prima non esistevano limiti. Tutte le nostre esperienze fisiche sono naturalmente limitate dalla portata dei nostri sensi fisici e dalle legi della fisica valide sul pianeta terra. Possiamo sentire solo suoni che spaziano da 20 a 14-20.000 Hz, possiamo vedere solo nella banda di frequenze elettromagnetiche che chiamiamo "luce". Proprio questi limiti ci permettono una particolare percezione del mondo fisico che conosciamo. Ma possiamo anche immaginare altri esseri nell'universo che sperimentano l'esperienza muovendosi all'interno di parametri differenti. Per esempio una creatura che vedesse nel raggio di frequenza dell'infrarosso e che usasse gli altri sensi conseguentemente su parametri diversi dai nostri, sperimenterebbe una realtà percettiva completamente diversa dalla nostra, eppure parimenti particolare e intrisa di significato. Secondo l'idea che nulla accade per caso e che vi sia una grande progettualità cosmica o divina, potrebbe essere che la nostra particolare "taratura" percettiva (scelte creative di fattori limitativi) sia frutto di un disegno superiore, di scelte dell'anima, dello spirito, di Dio. Secondo un esempio concreto, se paragoniamo la vita a una partita a scacchi, troviamo uno scenario costituito da sessantaquattro quadrati, metà bianchi, metà neri, su cui sono disposti in un certo ordine 32 figure (16 bianche e 16 nere) che hanno diversi ruoli e peculiarità specifiche. Prima di cominciare la partita qualcuno ha stabilito delle regole universali, convenzioni entro le quali i pezzi si possono muovere sulla scacchiera, che stabiliscono i reciproci rapporti di forza e che delineano l'intento generale della partita. Durante la partita uno o entrambi i giocatori potrebbero arbitrariamente cambiare le regole che contraddistinguono una partita a scacchi. Nessuno glielo impedirebbe! Si potrebbe persino prendere i pezzi dell'avversario e scaraventarli per terra. Ma così facendo non sarebbe più una partita a scacchi. Le regole del gioco sono state create per giocare. Le regole della vita sono state create per vivere. Lo sciamano però dilata i confini sensoriali comuni e cambia all'occorrenza le regole, spostandosi fluidamente in contesti via via opportuni. Lo sciamano, se ne ha necesità, sulla stessa scacchiera dispone regole diverse e gioca a dama. Le limitazioni creative consentono focalizzazioni mirate su diverse gamme o tipologie esperienziali e hanno come fine l'espressione delle capacità creative. LIMITAZIONI PREGIUDIZIALI. Si tratta di idee, convinzioni, fedi, abitudini, modelli fissi che inibiscono la creatività anziché esaltarla. Sono convinzioni che possono portare a disperazione, senso di impotenza, manie di perfezionismo, senso della tragedia, e persino cinsmo, crudeltà, vendetta. Il pacifista estremista spesso non esita a usare la violenza per difendere il suo credo "pacifico". Persone che tendono frequentemente ad autocommiserarsi difficilmente notano le cose positive che l'universo mette sulla loro strada. Persone che si lamentano in continuazione delle guerre e dei mali del mondo esprimendo rabbia e frustrazione possono farlo anche in luoghi colmi di pace e armonia, senza tuttavia accorgersene. Serge sostiene che ogni limitazione pregiudiziale "genera un tipo di concentrazione privo della potenzialità per un'azione positiva".
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Ho un bicchiere davanti a me. Lo vedo mezzo pieno. Bene! Lo vedo mezzo vuoto. Male! Si tratta dello stesso bicchiere. L'attività percettiva richiede la stessa energia sia che io lo veda mezzo pieno sia che lo veda mezzo vuoto.
Allora cosa cambia? Cambia l'atteggiamento, cambia l'abitudine, cambia la consapevolezza. Se ho programmato un pic nic con degli amici non gradirò la stessa pioggia che il contadino vede come una benedizione per il proprio raccolto.
L'atteggiamento che vado a manifestare e le aspettative che metto in gioco in un dato evento influiscono profondamente sulll'impatto soggettivo che tale evento esercita su di me. Insomma, come io vedo la realtà dipende dal mio sistema di valori, dall'educazione ricevuta, dai modelli comportamentali appresi, dalle abitudini e dalle aspettative. Il mio pensiero guida l'esperienza e la giudica. Io stesso creo la mia realtà, inconsapevolmente o consapevolmente.
Pensieri di paura o di preoccupazione condizionano il mio essere in modo negativo, dalla modesta perdita della mia presenza, reattività ed efficienza, fino alla malattia.
Al contrario basta pensare a qualcosa di bello, positivo, allegro e l'organismo reagisce rilassandosi e provando sollievo e benessere. Questo tipo di fenomeno è ben noto nella psicosomatica e nella psicoimmunologia, scienze che studiano perché e come determinati pensieri abbiano influenza così rilevante sullo stato di salute della persona. Quindi il pensiero positivo attrae persone e situazioni positive, mentre il pensiero negativo attrae persone e situazioni negative. Basterà pensare alla propria vita per avere un riscontro di quanto affermato. In effetti tutta la nostra esperienza è determinata dalla nostra "visione del mondo", dal nostro sistema di credenze. Il nostro pensiero crea la nostra realtà! Se modifichiamo il nostro modo di pensare cambiamo il nostro mondo.
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Post n°311 pubblicato il 31 Dicembre 2009 da Liebe88
L'anno che sta finendo è stato un anno molto importante, mi ha dato tutto quello che è bene per me!
Buon 2010 cari amici, vi voglio un Universo di bene uno a uno..........
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