mi sa ke nn esisto

Circa la libertà del lupo mannaro.


Grande clamore per la vicenda della povera ragazza stuprata a fine anno durante i festeggiamenti per strada...o meglio: significative manifestazioni di biasimo per la scarcerazione a brevissimo termine del principale indagato (nonché reoconfesso). Con inevitabile sequela di ispezioni ministeriali e proteste della vittima, che più di chiunque altro ha diritto di indignarsi e rifiutare le mezze misure. Diritto sacrosanto, direi. Però, però, però. Al solito, la questione è mal posta. Ci si interroga sui motivi di una custodia cautelare negata, dimenticando che la custodia cautelare, in un paese democratico, dovrebbe rappresentare un aberrazione. Non si dovrebbe stare in carcere, prima di una condanna legittimamente comminata: questao significa stato di diritto. Il problema allora non è tanto perchè il signor Tizio presunto stupratore reoconfesso non si trova ad attendere il processo dentro una cella. Bensì: quanto dovremmo attendere ( e, soprattutto, quanto dovrà attendere la persona offesa) perchè il suddetto giusto processo venga celebrato e si abbia almeno un primo, seppur non definitivo (ipotizzando un possibile appello), punto fermo sulla faccenda. Passano i decenni, cambiano i regimi, si modifica anche radicalmente la procedura penale: in tutto ciò, non si è riusciti ad escogitare sistema che bilanci in maniera appena appena apprezzabile le esigenze di difesa con le istanze punitive pubbliche e private. Se non si riesce ad imbastire seduta stante un processo del genere, con un simile contesto, qual'è il vero significato di rito direttissimo o immediato (e c'è una certa differenza, in verità)?   E come verrrà percepita l'idea di rito immediato dalla vittima, se non come l'ennesima presa in giro? E' inutile tamponare l'indignazione scagliandosi contro un giudice particolarmente rigoroso nell'applicare i requisiti cautelari: questo processo si sarebbe dovuto fissare domani, tra una settimana, dieci giorni. Non oltre. Deve esserci un modo migliore di quello attuale, per tutelare le libertà individuali e la presunzione di innocenza.