Nel nostro rapporto quotidiano con il Signore ci capita sicuramente ed anche spesso, di menzionare il termine: amore; chissa' perchè, però, il nominarlo così spesso diviene un rituale a volte privo di significato.Ci concentriamo, il piu' delle volte, in un rapporto così personale ed intimo con Dio, da non includere piu' gli "altri" al suo interno. In parte è giusto che sia così, perchè ogni credente deve avere uno spazio intimo ed esclusivo con il proprio Padre Celeste; ma fino a che punto? Paolo, non casualmente, include tra le premesse fondamentali di un buon cristianesimo: " l'amore per gli altri". Spesso, a causa di gravi problemi o situazioni particolari, trasformiamo il nostro rapporto con Dio, in una stanza a tenuta stagna dove gli altri diventano non solo degli estranei ma addirittura degli elementi di disturbo; ad agevolare tutto ciò potrebbero esserci delle delle antipatie che nel frattempo abbiamo imparato a chiamare incompatibilità culturali o caratteriali o dei veri contrasti dove ovviamente il torto è sempre nella parte opposta. Può in questi casi, sembrare provvidenziale una " forzata" riconciliazione e tutti ritorniamo ad essere felici e sereni; ma ha, nel nostro cuore, trionfano realmente l'amore? Se intravedi nella tua risposta, un no (e spero che tu abbia ancora la capacità di vederlo) allora corri da Gesu' ed oltre a parlare con Lui di amore che riguardi solo voi, chiedergli di vedere gli "altri" come parte integrante di te..."NOI DIBBIAMO SEMPRE RINGRziRE DIO PER VOI, FRATELLI COM'E' GIUSTO, PERCHE' LA VOSTRA FEDE CRESCE IN MODO ECCELLENTE, E L'AMORE DI CIASCUNO DI VOI TUTTI PER ALTRI ABBONDA SEMPRE PIU'" ( ll Tessalonicesi 1:3)
AMORE; MA PER CHI?
Nel nostro rapporto quotidiano con il Signore ci capita sicuramente ed anche spesso, di menzionare il termine: amore; chissa' perchè, però, il nominarlo così spesso diviene un rituale a volte privo di significato.Ci concentriamo, il piu' delle volte, in un rapporto così personale ed intimo con Dio, da non includere piu' gli "altri" al suo interno. In parte è giusto che sia così, perchè ogni credente deve avere uno spazio intimo ed esclusivo con il proprio Padre Celeste; ma fino a che punto? Paolo, non casualmente, include tra le premesse fondamentali di un buon cristianesimo: " l'amore per gli altri". Spesso, a causa di gravi problemi o situazioni particolari, trasformiamo il nostro rapporto con Dio, in una stanza a tenuta stagna dove gli altri diventano non solo degli estranei ma addirittura degli elementi di disturbo; ad agevolare tutto ciò potrebbero esserci delle delle antipatie che nel frattempo abbiamo imparato a chiamare incompatibilità culturali o caratteriali o dei veri contrasti dove ovviamente il torto è sempre nella parte opposta. Può in questi casi, sembrare provvidenziale una " forzata" riconciliazione e tutti ritorniamo ad essere felici e sereni; ma ha, nel nostro cuore, trionfano realmente l'amore? Se intravedi nella tua risposta, un no (e spero che tu abbia ancora la capacità di vederlo) allora corri da Gesu' ed oltre a parlare con Lui di amore che riguardi solo voi, chiedergli di vedere gli "altri" come parte integrante di te..."NOI DIBBIAMO SEMPRE RINGRziRE DIO PER VOI, FRATELLI COM'E' GIUSTO, PERCHE' LA VOSTRA FEDE CRESCE IN MODO ECCELLENTE, E L'AMORE DI CIASCUNO DI VOI TUTTI PER ALTRI ABBONDA SEMPRE PIU'" ( ll Tessalonicesi 1:3)