Forti emozioni in diretta dalla città benedetta dagli dei e maledetta dagli uomini, Napoli si inchina a Vinicio che si smarca e si schernisce. Alza le mani al cielo e chiede, giocoso, perdono per i suoi azzardi musicali. Azzardi, sì. Anzi di meglio: tenerissime i.p. (ipotesi prevaricatrici!) musicali, quasi delle reti gettate nel mare sterminato delle note per pescare alchimie di note e melodie di parole (su tutte mi incantano: “non dormo e ho gli occhi aperti per te...”). Senza mai domandarsi: “ma piaceranno a chi ascolta?” (prego notare l’elegante dribbling alla parola “pubblico”: ho 24 carati di sangue snob!). Ma l’i.p. è l’azzardo che illumina e sconquassa, suggestiona ed esalta. Ma si può suonare una canzone come “S.S. dei naufragati”? Qui in Italia, il paese dei reality e delle zuffe televisive, chi mai può cantare e le emozioni dei senza nome nel momento degli ultimi spasimi, della disperazione e della forza dell’affrontare la morte senza scampo? Solo Vinicio, folle e visionario.Vinicio le note le indossa come abiti di scena (anche non metaforici) e come ricordi, in un perenne rimescolamento della immagini dell’infanzia e delle note percepite per le strade del mondo. “L’uomo vivo” è un film: l’immagine dinamica di una processione vitale e pagana, giovanile e carnale, che è un clamoroso inno alla gioia di vivere. Ultima citazione per “Core ‘ngrato”, il classico dei classici napoletani merita l’elogio della passione che non è drammaturgica né enfatica, anzi può essere pure presa in giro per l’eccesso di fiducia dell’innamorato in un santo confessore…Meno male che il mio di confessore mi ha detto di insistere!
Post N° 13
Forti emozioni in diretta dalla città benedetta dagli dei e maledetta dagli uomini, Napoli si inchina a Vinicio che si smarca e si schernisce. Alza le mani al cielo e chiede, giocoso, perdono per i suoi azzardi musicali. Azzardi, sì. Anzi di meglio: tenerissime i.p. (ipotesi prevaricatrici!) musicali, quasi delle reti gettate nel mare sterminato delle note per pescare alchimie di note e melodie di parole (su tutte mi incantano: “non dormo e ho gli occhi aperti per te...”). Senza mai domandarsi: “ma piaceranno a chi ascolta?” (prego notare l’elegante dribbling alla parola “pubblico”: ho 24 carati di sangue snob!). Ma l’i.p. è l’azzardo che illumina e sconquassa, suggestiona ed esalta. Ma si può suonare una canzone come “S.S. dei naufragati”? Qui in Italia, il paese dei reality e delle zuffe televisive, chi mai può cantare e le emozioni dei senza nome nel momento degli ultimi spasimi, della disperazione e della forza dell’affrontare la morte senza scampo? Solo Vinicio, folle e visionario.Vinicio le note le indossa come abiti di scena (anche non metaforici) e come ricordi, in un perenne rimescolamento della immagini dell’infanzia e delle note percepite per le strade del mondo. “L’uomo vivo” è un film: l’immagine dinamica di una processione vitale e pagana, giovanile e carnale, che è un clamoroso inno alla gioia di vivere. Ultima citazione per “Core ‘ngrato”, il classico dei classici napoletani merita l’elogio della passione che non è drammaturgica né enfatica, anzi può essere pure presa in giro per l’eccesso di fiducia dell’innamorato in un santo confessore…Meno male che il mio di confessore mi ha detto di insistere!