LE MIE POESIE

VENERDI' SANTO,LA PASSIONE......giù


QUEL VENERDI'. E' venerdì Santo, non troverete la solita poesia,ma scriverò altro. Per tanti anni ho partecipato con devozione, alla processione del mio paese, era una sorta di fioretto,per farmi perdonare dal Signore i miei piccoli peccati.Portavo insieme con altri tre ragazzi la statua di Gesù morto, per tutto il tragitto senza essere mai sostituito.Ricordo il dolore che accusavo, ma niente e mai nessunomi avrebbe fermato, dovevo farlo e mentre ricordavo ciò che ho qui descritto, ho chiuso gli occhi e dato sfogo alla mia immaginazione...Oggi il tempo è bello, fa caldo e mentre vado al mercato, mi rendo conto che accaduto qualcosa, soldati a cavallo in gran fretta mi passano accanto, c'è gente che corre e discute tra loro, mi volto indietro e la via che solitamente è piena di gente che tratti affari è deserta, più mi avvicino alla piazza, più le grida di una folla lontana aumenta, che confusione, che accade, le strade son deserte, il mercato sempre pieno è vuoto, fa un caldo terribile, vedo solo galline , cani, qualche asino lasciato solo, che approfitta mangiando ciò che vede su i banchi della frutta, a loro volta abbandonati con molta fretta, sento dei rumori venire dal fondo della piazza, dove c'è la grande porta che da sul mercato, provengono dalla via che attraversa la città, mi allontano dai banchi deserti, con passo veloce, curioso di sapere, vado dove la confusione mi giunge più forte all'udito, giunto sulla strada, la folla si accalca sul ciglio della via, tento di capire, di vedere, niente, chiedo gridando, urlo, ma sono così presi, gridano più forte di me, nessuno mi risponde, c'è chi piange, chi ride e chi addirittura lancia parolacce e inveisce ,ma non capisco il perché ! contro chi ?mi abbasso e guardo tra le gambe, è impossibile, così decido, in un attimo mi infilo tra di loro, strusciando tra la polvere, finalmente, in quella assurda posizione, riesco a vedere sollevando la testa, c'è un uomo che risale lentamente la via, venendo verso di me, trascina con molta fatica, un palo pesante, tra due fila di militari a cavallo, alcuni a piedi armati di lance e scudisci, che tengono lontana, la folla incuriosita e agitata, l'uomo ha del sangue in volto e sulle braccia, fuoriuscito dalle ferite inferte sulla schiena e dalla testa, ecco è caduto a pochi passi da me, lo vedo bene, ha sul capo una corona di spine ,per un attimo ha sollevato il capo e mi ha guardato, è disperato, in quei pochi istanti mi è sembrato che dicesse qualcosa, forse vuole che lo aiuti, ma consapevole di ciò che accade, una donna è riuscita a passare tra le gente eludendo i soldati, gli ha asciugato il volto, ma è stata allontanata subito in malo modo, lo frustano per farlo rialzare, ogni frustata che riceve, il suo corpo sussulta per il dolore, quella scudisciata l'ho avvertita anche io per un'istante, si riesce a rialzare, ma non ce la fa, è allo stremo delle forze, un centurione sceglie un uomo tra la folla, lo obbliga a prendere il palo, l'uomo solleva il pesante legno e inizia a risalire lentamente la tortuosa via, ricomincia a gridare la folla, mi sposto più avanti, facendomi spazio, tra gente inferocita e chi piange disperato per ciò che accade, vorrei aiutarlo ma in che modo posso farlo, la gente è impazzita c'è chi gode e chi si batte il petto per il dolore.Riesco a risalire la vecchia via una po' più su e m'infilo fra la gente , ecco pian piano sta risalendo è stanco,si trascina in malo modo, strusciando i piedi nudi anch'essi insanguinati sulla sterrata via che sale alla collina fuori città, che pena mi fa , ricade e una donna,tra la folla si avvicina e gli offre un po' d'acqua ,ma il centurione, non gli da nemmeno il tempo di assaporarla che con un calcio, l'allontana, facendo cadere la ciotola e spargendo l'acqua per terra, più in la, in una curva c'è un gruppo di donne che piangono e si disperano, ma una in particolare è sostenuta dalle altre, sarà la madre, povera donna, vedere il figlio in quelle condizioni, ma che avrà fatto per meritare tutto questo, siamo quasi usciti fuori dalle mura della città, la gente è meno, in molti ritornano indietro, è più importante il denaro, i loro affari che assistere alla morte di tre condannati, il sole batte e fa un caldo fuori del normale, penso a loro, si, perché il primo uomo, è seguito da altri due , con le braccia legate a pali più corti, credo anche essi condannati a morte, come il primo, dove gli stanno portando ci si va, ma non si torna più indietro in vita, il tempo passa tra grida e dolori siamo giunti in cima alla collina che domina la citta, c'è uno spazio con delle buche, tre per l'esattezza, serviranno a mantenere i pali dritti una volta sollevati, spogliati dei pochi stracci e coricati sulle croci , son stati legati ai polsi e poi crudelmente inchiodati , le grida e i colpi di martello su quei chiodi che trapassano la carne, rimbombano dentro il mio cuore, sembra stiano inchiodando me, il sangue fuoriesce e corre lungo il legno e poi cade a terra, scivolando sulla polvere, alzo gli occhi al cielo, che strano, il tempo sta cambiando velocemente, eppure il sole era alto e senza nuvole, innanzi agli occhi miei, nubi minacciose si addensano sempre più, gli uomini dopo aver finito, sollevano le croci una alla volta, con l'aiuto delle funi, qualcuno ha inchiodando sulla croce centrale, una tavoletta con su scritto qualcosa, ma non vedo bene, le guardie non permettono neanche alle donne di avvicinarsi, ci tengono distanti i centurioni, in molti hanno rinunciato, non son saliti vedendo il tempo che cambiava, nubi sempre più scure arrivano, tra poco pioverà, sollevano una alla volta le tre croci, il primo uomo è al centro, ha il viso insanguinato, si guarda intorno e poi alza gli occhi al cielo grida qualcosa, ma non capisco ciò che dice, i primi lampi illuminano il giorno, divenuto notte in pochi istanti, tuoni che squarciano l'anima, qualcuno si sta inginocchiando sotto la croce, anche un centurione lo fa, il capo lentamente cala verso il basso, e un grido di dolore si leva alto dalla madre, è morto , il vento e la pioggia imperversano, la terra trema per un'istante ,i cavalli si ribellano ,è la fine del mondo, guardo a terra, mi passa accanto un rivolo d'acqua di colore rosso, mi son macchiato anche io di una morte sì crudele, ora ricordo, è solo un sogno, è venerdì Santo, chiudendo gli occhi son diventato spettatore anche io, di quel funesto giorno, già deciso dal Padre suo, nella lunga notte dei tempi.Giù 28/03/201314.30Di Giuseppe Morelli (siae)Copyright registrato.(Tutti i diritti riservati ®©)