LE MIE POESIE

SI AMAVANO...giù


Si amavano, quei due, si regalavano libri.Erri De Luca, I pesci non chiudono gli occhi  Restò incantato a leggere, lui non aveva mai letto librial di fuori della scuola, non conosceva i poeti,ne scrittori, ma l'elettronica,aggiornava la sua conoscenza man mano che ellase la trovava innanzi, aveva fame e sete del sapere,ma non abusava del suo io, lo rendeva libero di volareogni volta che il desio nasceva.Di quella frase che lo aveva rapito cercò la provenienza,lesse tutto quello che poteva, poi chiuse gli occhi e lasciò liberoil pensiero, donando all'immaginazione lo sbocciare di una storia.Ho chiuso gli occhi miei, l'ho aperti ai sognie son tornato indietro negli anni,quando il problema più grandenon era a scuola,ma la mia vita.Il mio problema ?mi innamoravo d'ogni cosa,il vero problema ?non si poteva,se miagolava,era inutile chiedere,l'attività di mio padree la sua pulizianon dava spazio alcuno a certi amori,se aveva due ruote con un motore,era tabù a casa mia, potevi farti male,quando mi innamorai dei suoi occhi,non dissi nulla a nessuno,iniziò il periodo del mio silenzio,dei miei segreti più profondi,forse mia madre intuì,ma nulla dissi nemmeno a lei.Veniva solo l'estate, abitava sullo stesso piano mio,la madre ci sorvegliava, non per altro, eravamo due matti potevamo farci male, lentamente iniziai a raccontare storie e lei li che mi ascoltava senza dir parola, a mare, il sole, il bagno e poi la ciambella fritta, ancora ne ricordo il sapore e lo zucchero sparso sulle guance, poi la pelle al sole ad asciugare e inventare nuove storie. Lei per lui, era il suo cielo ove perdersi, era la sua Luna, unica compagna di lunghe notti sveglio, sognando ad occhi aperti. Giunse il compleanno, capitava in pieno Agosto, ma la tristezza già apriva un varco, di li a poco sarebbe ripartita con i suoi, sarebbe stato l'ultimo dei suoi compleanni insieme a me, io non sapevo ancora nulla, lo avrei scoperto l'anno dopo, quando fu disdetto l'appartamento per la stagione estiva. Lei amava ascoltarmi e leggere, io amavo inventare nuovi amori, così decisi il mio regalo. Così decisi di rubare di nascosto, i fogli di mia sorella, cinque anni più grande di me e iniziai a scrivere la nostra storia, passavo le ore, ricordo che la penna macchiò la mia camicia, Dio cosa fece mia madre vedendo quella macchia, sento le sue dita sul mio viso ancora oggi, lei non capì il perché e come accadde, piansi non per il dolore, ma per altro. Tirato a lucido e ripulito, qualche giorno dopo suonai alla sua porta, mi venne ad aprire lei, ricordo quel sorriso e i suoi occhi, uguali al mare, quando ricolmo di tempesta lo ascoltavo fin dentro la mia cameretta in piena notte. Capelli lunghi neri fin sopra il collo e io che mi perdevo, rimasi a guardarla senza dir parola, fu la madre che con un sorriso mi fece accomodare. Appena soli, le consegnai il pacco che io stesso avevo incartato, mi chiese con quello sguardo cosa fosse e io chiudendo gli occhi gli risposi, in quel silenzio c'erano più discorsi d'amore, che in una piazza ricolma di politici per amore del popolo. Lo aprì lentamente e lesse le prime frasi, richiuse tutto ai primi passi della madre che ci portava i dolci e le bevande. Era felice del mio dono, lo teneva stretto a se come fosse la cosa più preziosa a questo mondo, i giorni successivi rimasi inchiodato a dare una mano a mio padre, ricordo quel latte che bolliva e quelle uova e io dovevo stare attento a non farlo bruciare, erano le basi del gelato, non era un litro, ma tanti, tanti, un pentolone. Durante il pranzo mamma farfugliò qualcosa su qualcuno di nostra conoscenza che era partito prima di tutta fretta, chissà perché mi alzai di corsa e uscendo fuori al corridoio che dava sulle scale suonai alla sua porta, nessuno mi rispose, erano partiti e io non l'avevo vista.Rientrai come un cucciolo bastonato, mamma sorrideva e aveva una lettera tra le dita, senza dir parola alcuna, capii chi l'aveva scritta, c'erano tanti fogli dentro staccati da un quaderno, lei aveva scritto la nostra storia a modo suo. Quel "Si amavano, quei due, si regalavano libri " non era mai finito. Oggi la storia continua ancora, con la mia Luna.Giuseppe Morelli.Giù 11/09/201624.05Opera di Giuseppe MorelliCopyright registrato(siae)(Tutti i diritti riservati ®©)