SEDICIBITTE

Chester Cheetah: Too Cool to Fool


The cheese that goes crunch!system: MD - size: 624 kb - release: 1993 - made by: Kaneko
Non me ne vogliano gli assidui lettori di sedicibitte, ma oggi andremo a recensire una porcata... un gioco che non vale neanche la plastica con cui è fatta la cartuccia.No, sul serio, provate a calcolare il miglior impiego alternativo di 30 grammi di plastica e mi darete ragione, senza contare tutto quel ben di Dio di silicio sprecato, sigh!Premetto che non v'è nulla di personale in tutto questo, e per quanto potrà sembrarvi eccessivamente negativo il giudizio finale sul titolo, sappiate fin da ora che le critiche che gli verranno mosse in corso di recensione sono oggettive e non frutto di chissà quali risentimenti isterici verso la Kaneko.Più semplicemente, in redazione ci siamo posti l'obiettivo di recensire tutti i videogiochi che hanno venduto sopra un certo scaglione di copie.Che poi la mondezza videoludica spesso riesca anche a vendere, e parecchio, non mi pare frase totalmente inventata, o avventata, anzi… e il titolo di cui parleremo oggi, ovvero "Chester Cheetah: Too Cool to Fool", o se preferite in italiano Chester Cheetah: Troppo Figo per Essere Idiota, con le sue probe 450.000 copie vendute, ne è la triste prova.Inizialmente manco ci volevo credere che un prodotto del genere avesse venduto così tanto, e vi confesso che neanche conoscevo il gioco in sé, o il personaggio, prima di un mese fa.Eppure, come spesso accade, la realtà supera sempre la più fervida immaginazione (purtroppo in peggio... mai una volta che accada il contrario per tutti i puffi!).In realtà, per quanto fosse mediamente sconosciuto qui da noi, negli U.S.A. Chester era la mascotte ufficiale delle patatine Cheetos: partorito dalla mente di Hawley Pratt, padre anche della "Pantera Rosa", il biondo felino appariva spesso in televisione sotto forma di cartone animato durante gli spot promozionali del prodotto, ed ebbe così tanto successo da assurgere ben presto a protagonista di uno show per ragazzi tutto suo: "Yo! It's the Chester Cheetah Show!", della Fox Kids.
Per qualche motivo (troppa violenza nei cartoni?) il palinsesto dello show non piacque ai genitori, e fu così che il movimento Action for Children's Television fondato da Peggy Charren ne impedì la messa in onda.Arrivati a questo punto della storia, l'interrogativo che verosimilmente si posero gli amministratori della Frito-Lay (proprietaria delle patatine di cui Chester era mascotte) fu più o meno questo: "con quale altro mezzo possiamo raggiungere i ragazzini e convincerli che mangiare le Cheetos è da gran figoni?".La Kaneko ci fa quindi dono di uno dei videogiochi più insulsi di sempre, dando spago ad un personaggio che definire irritante è dire poco: un ghepardo (ghepardo?) con gli occhiali di "Poochie il Cane" che col suo fare tamarroso copia spudoratamente elementi provenienti da più platform, senza peraltro riuscire ad acquisire una propria individualità, al di là ovvio, dell'improbabile atteggiamento cool tanto caro agli americanonzi (che fa rima con... ).La trama è abbastanza incolore e stranamente non viene neanche anticipata all'inizio del gioco, ma comunque l'amaro calice è solo rimandato di qualche pixel, perché avrete la somma sfortuna di intuirla da soli strada facendo.In poche parole dovrete aiutare Chester, presunto eroe dal fare apatico contornato da amici altrettanto ganzi e gonzi, nell'ardua impresa di ritrovare i pezzi del suo scooter che il cattivone di turno - il guardiano dello zoo Eugenio - ha vigliaccamente nascosto nei meandri dei vari livelli.Sapere il perché di tutto questo è un privilegio al di fuori della nostra portata; io butto là l'ipotesi che Chester fosse un fannetto dei Motorhead, e che quindi gli abbiano voluto fare un dispetto, come è giusto che sia.Svelatavi la trama, ecco che tutto il gioco si riduce nel cercare, sparsi per una manciata di quadri dal level design comunque risibile, degli oggetti abbastanza inutili come ruote, parafanghi, una marmitta, il parabrezza, un paio di forcelle, lo sterzo, etc., e finché non avrete trovato il pezzo mancante del ciclomotore di Chester (uno per ogni quadro) non potrete accedere al livello successivo.
Una volta riportato lo scooter ai fasti di un tempo, l'avventura finirà con i più sentiti complimenti da parte dei programmatori, felicissimi di essersi intascati i vostri soldi ed avervi appioppato null'altro che un esperimento di digital marketing.Per quanto riguarda il comparto grafico, c'è da restarne inorriditi: personaggi che sembrano provenire direttamente da "Barney's Hide and Seek", sia per lo stile pacioccoso che per la forma insolita degli stessi, decisamente poco credibili se travasati in un contesto, quello costruito attorno alla figura di Chester Cheetah, che dovrebbe essere "da bullo", e invece pare da asilo nido e nulla più.Gli elementi scenario sono poi realizzati a "macchie" di colore, totalmente privi, oltre che di qualsivoglia dettaglio grafico, anche del contorno (no davvero, manca il contorno "nero" alle cose, fa quasi male alla vista perché i personaggi lo hanno e gli elementi scenario no!).Anche per quanto riguarda gli accostamenti cromatici non ci siamo proprio: verde psichedelico, giallo canarino, viola acceso, blu cobalto e marrone cacca... siamo in pieno Fauvismo, con la sola differenza che Matisse non fu chiamato a collaborare e dunque il risultato finale lascia alquanto a desiderare.Gli sfondi, come il resto dell'engine, soffrono tutti del medesimo feeling: sembrano realizzati con microsoft paint; si muovono in parallasse (una sola), ma tanto sono talmente poveri e scarni che se fossero rimasti fissi non c'avrei fatto caso più di tanto.Animazioni mediocri, non molto fluide, e mancanza totale di effetti di qualunque tipo, concludono il quadro tecnico generale, facendo di Chester Cheetah: Troppo Figo per Essere Idiota un gioco troppo brutto per essere vero.Si salva giusto - e qui faccio un appunto dell'ultimo secondo - il character design di alcuni nemici, come la formica appesa al palloncino armata di fiocina o il maiale vestito da pirata che tira di boxe.
Ci sarebbe anche la versione SNES di cui parlare, uscita un anno prima che mi dicono essere leggermente migliore dal punto di vista estetico, con una interfaccia di gioco più completa (su MD manca lo score) e con una diversa intro, mentre il gameplay è rimasto identico, ma lascio a voi il brivido della scoperta.Il comparto audio presenta una soundtrack discreta con una musica diversa per ogni stage, teoricamente sarebbe l'aspetto meno peggio di tutta la baracca se non fosse per l'estrema brevità delle tracce audio, che andando in loop continuo dopo un po' rompono e non poco i maroni, come anche gli fsx del resto, ridotti all'osso, mentre su SNES ce n'è qualcuno in più, ma niente di epocale.Sul versante gameplay le cose ahimè non migliorano; come ho già detto, Chester cerca di copiare (e lo fa in malo modo) elementi provenienti da altri platform dando vita ad una sotto-specie di action in cui dovrete per lo più saltare in testa ai nemici - la maggior parte dei quali si possono solo stordire e non uccidere, per restare nell'ambito del politically correct, altrimenti l'associazione dei genitori se incazzava - e spindashare sani e salvi fino alla exit previo ritrovamento del pezzo dello scooter. Il tutto accade senza mai divertirsi, in quanto i nemici, che sarebbero gli altri animali dello zoo, sono mal disposti lungo il percorso e finiranno sempre per intralciare la nostra corsa, rendendo il titolo in esame troppo lento per essere un action/platform.Sparsi nei livelli troveremo anche gli immancabili power up, come gli occhiali per attivare la cool-o-vision con cui scoprire le coins nascoste; la scarpa invece andrà a ricaricare lo spindash necessario, oltre che a correre, anche per effettuare i salti più lunghi.Da rilevare che, in mezzo a tutta questa mediocrità, di alcuni item non sono riuscito ad intuirne nemmanco il preciso utilizzo; mi si dica ad esempio a cosa serve la chitarra elettrica... in teoria, dovrebbe essere il pretesto per ottenere l'invincibilità temporanea, ma una volta presa partirà una scenetta rock anni '70 che ci impedirà di muovere il personaggio.
Dalle semplici incertezze passiamo ai veri e propri bug, come le collisioni piuttosto imprecise o l'eccessiva latenza del sistema di controllo a fronte di spostamenti richiesti a volte millimetrici o comunque repentini. Ed infine, citiamo anche i salti chilometrici - ed ingiustificati - che il nostro Chester farà all'indietro ogni qualvolta sarà colpito dai nemici, precipitando puntualmente in qualche buco.Viene da piangere a pensare che giochi orripilanti come questo abbiano avuto addirittura un sequel ("Chester Cheetah 2: Wild Wild Quest" per la precisione), mentre capolavori senza tempo come Ristar siano scomparsi dalla faccia della terra dopo appena un tentativo.Un titolo che non diverte, dove pure i bonus stage (trovate lo skateboard per accedervi) sono anonimi e noiosi, per una durata complessiva di 2 ore al massimo: scaricate la rom e rimpiangerete lo spazio su hard disk che magari potevate impiegare per salvarci sopra qualche mp3 rippato a 64kb del mitico poppettaro nostrano Ligabue.Il manualetto di istruzioni scritto in Engrish è praticamente l'unica cosa che si salva: almeno ci fa fare quattro risate (I'm a cool dude [...] a rightous kitty from the heart of Hip City)... e poi, all'ultima pagina del suddetto, ci sta pure un buono sconto di mezzo dollaro sull'acquisto delle patatine (peccato che sia scaduto il 31/12/1993).Giudizio finale...grafica: 42% - sonoro: 63% - gameplay 38% - longevità 15% - globale: 39%Non è una questione di voler criticare per forza un gioco, non è accanimento terapeutico né tanto meno voglia di sparare sulla croce rossa; senza alterare ancora di più i toni, vi dico che all'epoca "Chester Cheetah: Too Cool to Fool" prese pure voti discretamente alti dalla critica, una sorta di fenomeno mediatico tipo i 10/10 rifilati ad Halo3 o a Gears of War 2.E questo a testimonianza del fatto che la mondezza commerciale c'è adesso come c'era all'epoca, che il tamarro-demenziale tirava allora come tira adesso... magari la grafica sarà cambiata e i first person shooter free roaming ad cazzum avranno preso il sopravvento sugli action/platform, ma la morale no, quella non cambia mai.recensione a cura di Alex64