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Post n°171 pubblicato il 16 Giugno 2013 da viscontina17

India
Una città sotto il mare, risalente a 7.500 anni fa, è stata scoperta nei pressi di Cambay, sulla costa nord-occidentale della penisola indiana, dai geologi del National Institute of Ocean Technology. L'evento, se confermato dalle ultime indagini ora in corso, imporrà un arretramento dell'orologio della storia di ben 4.000 anni.

Fino ad oggi infatti, la palma della città sommersa più antica spettava a Uruk (Mesopotamia), fondata nel 3.500 avanti Cristo dal re Gilgamesh. Ed era in buona compagnia. A cominciare dalla mitica Atlantide, passando attraverso il porto egiziano di Heracleion (IV secolo a.C.) e fino all'ultima scoperta indiana, sono migliaia i ritrovamenti e le scoperte sottomarine che fanno tremare un mondo in apparenza immobile e riflessivo come quello della geologia. Anche grazie ai relitti di navi che, cariche di reperti, rappresentavano uno dei mezzi di trasporto più usati dagli uomini di ogni tempo.

Nella più classica delle tradizioni la scoperta è avvenuta per caso nel maggio scorso. Durante una ricognizione nel golfo di Cambay per monitorare il livello di inquinamento della zona i sonar hanno rivelato la presenza sul fondale, a 40 metri sotto il livello del mare, di una serie di strutture geometriche. Dopo i primi rilievi, queste si sono rivelate molto simili agli edifici delle città sorte lungo la valle dell'Indo verso il 2.500 prima di Cristo: una acropoli, una grande piscina, fondazioni di edifici, cortili, scale e canali.
Bagni, piscine e canali sono la caratteristica principale della "civiltà dell'acqua" dell'Indo, che si è espansa nel corso degli anni anche verso Est come testimoniano centri importanti come il porto di Lothar.

Ulteriori indagini sono ora in corso anche se molte sono le difficoltà che i geologi devono affrontare. Nel Golfo di Cambay infatti le correnti sono talmente forti da non permettere ai sub di immergersi. Nella seconda ricognizione, a novembre 2001, ci si dovette dunque accontentare di nuove immagini sonar e di strumenti in grado di penetrare il fondale marino di oltre dieci metri. Si individuò così il letto di un antico fiume seguendo il quale per nove chilometri si trovarono tracce di edifici per tutta la lunghezza del percorso. Con una draga si portarono in superficie ceramiche e perle, ossa e denti, pezzi di sculture e di legni incisi. E uno di quei legni, analizzati al carbonio 14, ha fornito in questi giorni il responso definitivo sulla datazione dei reperti. Incredibilmente risalenti a ben 9.500 anni fa. (WEB)

 

 
 
 

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