180chiliDgrasso

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 Ho visto così tanti volti e luoghi,che ringrazio adesso l'oscurità che rende ciechi,di tutte le voci che ho ascoltato non ne è rimasto niente,c'è solo silenzio che dona purificazione.Picchietto le mie dita ossute sulle tue dita,una melodia che parla per enigmi,indubbiamente mi manchi,col tuo canto circolare,indubbiamente sai affogare il mio cuore,con le tue mani mi afferri,affondi sguardi nei miei occhi asciutti,feriti dal nostro nuovo giorno.Ho visto così tante cose che non ne ricordo alcuna,venti di pioggia e soli straziati,lune come bussole impazzite,lo Zenit distante da qualsiasi punto.Stento a credere in questo nostro giorno,tutto sembra l'immagine sbiadita di una pellicola datata,uccelli volano alti sulle cime infinite,gli orizzonti sono linee tratteggiate,mentre fisso il soffitto che danza,le tue parole sono un borbottio nella testa.E se solo avessi chiara la fine,saprei come tenermi stretto il miracolo,se solo ci fosse una ragione per questo mattino fresco,forse avrei scelto la resa per me stessa,forse avrei potuto soffiare pensieri tra le ceneri.Io ti cerco ad ogni passo,le diversità non hanno nome,quando strisciano sulla nostra pelle,lasciano soltanto ferite superficiali,io ti cerco ad ogni passo,un tuo respiro come un soffio dolcissimo,che quando mi scivola addosso,sembra una carezza.Nei sentieri deserti o per le strade di città,mille gesti simili si alternano ad altri,le luci del porto sembrano lingue di fuoco,corse in autostrade avvolte dalla notte,piango la sintonia perversa delle corrispondenze.E se solo avessi chiara la fine,saprei come mostrarmi insignificante,nella complessità della proiezione,sarei ombra nei tuoi sogni,e se solo tutto fosse possibile,sarei la tua sete instancabile,una sorgente per le tue labbra,che schiudendosi mi accolgono.Ho visto così tante cose che non ne ricordo alcuna,sei veleno per le mie vene sottili,di tutte le voci che ho ascoltato non ne è rimasto niente,le parole sono come macchie in dissolvenza,che lentamente si tramutano in silenzi.Io ti cerco ad ogni passo,ti cerco tra le pagine accartocciate,nella corteccia di certi alberi secolari,nei meccanismi del mio ingranaggio.Ti cerco nella calce bianca sugli stivali,nelle oscure presenze che visitano le notti,un tuo respiro come un soffio dolcissimo,che quando scivola addosso,sembra pioggia di primavera.E se solo avessi chiara la fine,saprei come mostrarmi insignificante,nella complessità della proiezione,sarei ombra nei tuoi sogni,e se solo tutto fosse possibile,sarei la tua sete instancabile,una sorgente per le tue labbra,che schiudendosi mi accolgono.Indubbiamente mi manchi,col tuo canto circolare,indubbiamente mi manchi,le mie dita sulle tue dita,quando mi convinco che sei il miracolo del nuovo giorno,scelgo la resa per me stessa,e soffio pensieri tra le ceneri.