Creato da max68dgl3 il 07/10/2007 |
CANI
Victor Hugo"volgi gli occhi allo sguardo del tuo cane:poi afferma che non ha un'anima".
Questa e' la frase che si legge in uno dei tanti canili comunali d'Italia,gestito dai VOLONTARI di un Associazione.I VOLONTARI sono una straordinaria risorsa:amano gli animali si impongono per fare rispettare i loro diritti,gestiscono egregiamente i canili e si adoperano in ogni modo perche' gli animali siano adottati.Infatti,il canile dovrebbe essere un punto di passaggio,un luogo di soggiorno temporaneo prima che l'animale venga adottato.Purtroppo per molti cani e' la dimora definitiva.Tutto questo invita a riflettere.Se decidete di prendere un cane,prima di orientare le vostre scelte tra le oltre 300 varieta'di cani di razza,pensate al canile.Si tratta di una scelta difficile,matura e molto generosa:il randagio puo' dare le stesse gioe degli altri.Nel canile potrete trovare quello che cercate,cuccioli,cani adulti e di razza(anche questi vengono abbandonati,purtroppo).Il cane che ha vissuto l'esperienza del randagismo e' un animale che ha sviluppato un forte istinto di sopravvivenza e un'intelligenza particolare senza la quale non sarebbe scampato ai pericoli della strada.Impara rapidamente le regole della casa dove viene ospitato,si adatta facilmente a tutte le situazioni.E' piu' resistente alle malattie:il suo sistema immunitario e' stato rafforzato da un'infinita' di virus,batteri e parassiti.E' riconoscente al suo nuovo padrone e ricambia il suo amore con infinita tenerezza;e' piu' indipendente,abituato a cavarsela in ogni situazione.Come abbiamo gia' visto,possono insorgere dei problemi comportamentali nei primi mesi della sua nuova vita,problemi dovuti alle esperienze passate.Ma col tempo e sopratutto quando avrete conquistato la sua fiducia,tutto andra' bene.
Dott.Mauro Cervia
da"Caneterapia"-Ed.Salani
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La legge 413/93 che da diritto all’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale rimane spesso una norma silente che in pochi conoscono e ancora in meno esercitano.
Un'indagine condotta nel 2009 dal CNB tra le facoltà scientifiche delle Università italiane (farmacia, medicina e chirurgia, scienze matematiche, fisiche e naturali, medicina veterinaria, scienze biotecnologiche), al fine di monitorare lo stato di applicazione di tale legge, mostra come su 128 facoltà interpellate, 87 abbiano risposto che sono state attuate comunicative per rendere nota la possibilità di obiezione di coscienza, 13 non ne abbiano dato visibilità e 28 che, non svolgendosi alcuna attività di sperimentazione su animali, non hanno previsto la diffusione della normativa.
Purtroppo, solo in 10 Facoltà ci sono state delle persone che si sono avvalse dell'obiezione di coscienza, nelle restanti 89 non c'è stato alcun caso di obiezione e dato ancora più allarmante solo in 26 delle totali 128 sono stati attivati dei metodi alternativi in ambito didattico, un numero troppo esiguo alla luce del fatto che persino il Decreto vigente norma in maniera fortemente restrittiva l’uso di animali in questa area di sperimentazione.
Nonostante la legge 413 abbia quasi 20 anni, il numero degli studenti che hanno accesso a metodi sostitutivi per l’insegnamento è ancora bassissimo, con il risultato che durante la formazione universitaria i ragazzi accettino passivamente il modello animale come unico test di riferimento e rimangano all’oscuro delle tecniche più innovative che prevedono metodi alternativi.
Spesso i ragazzi non fanno obiezione perché temono delle ripercussioni al momento dell’esame o durante i laboratori, una paura fondata su subdoli atteggiamenti dei docenti. Questa legge è un vanto per il nostro Paese che mostra, nei fatti, di tutelare i diritti degli animali e degli uomini fornendo una scelta, peccato che sia solo un’opzione scritta su carta che raramente viene incoraggiata dai professori, ma addirittura ostacolata.
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