LeCoccinelleVolano

°°°Haneke°°°


IERI SERALui: “Questo film fa schifo e a te non piacciono i film violenti” Io: “Sì, ma è un film di Haneke” Lui: “E che c’entra?”C’entra che fa tanto figo dire che ieri sera ho visto un film di Haneke. Mica è come vedere Spielberg, Muccino, Vanzina? Quelli li vedono tutti. Haneke, invece, fa figo già dal nome. E, dentro di me, credo si annidi una snob mancata. Perché il film di Haneke faceva schifo davvero, ma non lo ammetterò mai. Piuttosto continuerò ad esaltarne l’originalità (che non sussiste), la visionarietà (che non ho colto), la tensione drammatica (che purtroppo ho colto) e, soprattutto, la scena del telecomando. Quella in cui, quando tutto sembrava risolversi per un minimo di meglio, il sadico protagonista dà i numeri alla ricerca di un telecomando, riesce a trovarlo, riavvolge il film, come fosse lui stesso uno spettatore, ed indirizza l’epilogo verso la tragedia più totale.STAMATTINALei: “Hai risolto quel problema?” Io: “No” Lei: “Epperò lo devi risolvere” Io: “Lo so, ma ho bisogno dei miei tempi” Lei: “Sì, ma così non risolvi niente. Fossi stata in te avrei già fatto 10 telefonate.” Io: “Perché tu hai un carattere diverso. Io ho un approccio meno diretto a certe situazioni”. Lei: “Infatti tu sei passiva. Tu eviti le cose. Tu sbagli. Tu fai così con tutto. Per questo non risolvi mai niente”Il bello di aver visto un film di Haneke appena la sera prima è che, anche a fronte di una serie di domande, opinioni, giudizi e consigli che, in un altro momento avresti inteso come un segno di affetto, ma che in una mattina in cui ti girano le scatole, ti fanno sentire un’emerita cacca, è che puoi immaginare che sotto il sedile ci sia un telecomando magico, riavvolgere il nastro e rivivere la conversazione in un modo diverso. Lei: “Hai risolto quel problema?” Io: “Non sono fatti tuoi. L’hai visto il film di Haneke?”