LeCoccinelleVolano

***la_fine_del_mondo***


Sai, ho fatto un sogno che era la fine del mondo. No, non significa che era un bel sogno; significa che ho proprio sognato la fine del mondo.Su una spiaggia un po’ brasiliana e un po’ napoletana, dove i fusti giganti delle palme si riflettevano nei vetri rotti delle finestre del secondo piano di palazzine abbandonate e lerce, coi muri sgarrupati e i tetti intonacati dallo sterco secolare dei piccioni, sotto un cielo un po’ grigio e un po’ color di seppia, sgranato negli occhi da una coltre spessa di nuvole belligeranti e ostili, i bambini correvano e urlavano e le madri anche peggio. Gli uomini, invece, ostentavano coraggio, ma scommetto che, in fondo, pure loro si stavano cagando sotto.Quanto a me, non saprei dirti. So solo che mi sentivo tanto persa e respiravo e vagavo a bocca aperta e a pieni polmoni, perché di lì a poco l’ossigeno sarebbe finito e l’aria si sarebbe adagiata come una coperta inutile e pesante, su tutte le case e le cose e sui corpi di chi sarebbe morto e di chi si stava già uccidendo. So però che non avevo paura, forse per quel disinteresse che da sempre accompagna le mie sorti e mi permette di rimanere chiusa in ascensore per dieci minuti senza farmi prendere dal panico o di salire su un autobus, che qui, lo sai, è come andare sulle montagne russe senza cinture di sicurezza, a farmi ipnotizzare dall’espressione bidimensionale dei volti delle persone scomparse, incorniciati su volantini sbiaditi dal sole. Se sparissi anch’io? Se finissi in un luogo qualunque o finissi e basta?Nel mondo agonizzante del mio sogno, ti incontravo e mi prendevi per mano. L’oceano Mediterraneo era un mostro infuriato da onde spalancate come bocche e denti di schiuma di rabbia e sale, verso il quale i nostri piedi, impastati di sabbia, si muovevano nudi. Il segnale della fine arrivava ed era un urlo di sirena tanto forte da renderci sordi e quello che ti avrei voluto dire non te lo potevo più dire.Mi rimaneva un ultimo respiro, un ultimo passo, un ultimo ricordo. E sotto quel cielo ormai spento, chiudevo gli occhi, poggiavo le labbra alle tue e ti baciavo.