LeCoccinelleVolano

***Amatrice***


Domenica pomeriggio, il fine settimana ormai agli sgoccioli. Allunga la mano verso la leva del cambio, per accarezzare quella di lui, che sorride con gli occhi, schermati da lenti che riflettono tutte le varianti di verde di cui è vestito l'Appennino. Tra poche ore, quando si ritroverà da sola al primo piano di una casa che non divide con nessuno, avrà modo di riflettere sui giorni appena trascorsi, su questo primo "viaggio" insieme. Non si è chiesta (in fondo, non le interessa saperlo) se è quello giusto, ma sente di volergli bene, che, scoprendolo e scoprendosi, il difficile incastro delle spigolosità che entrambi hanno da offrire, presta il fianco ad un sentimento morbido, quasi di nostalgia, nel riconoscere come parentesi, un tempo che già vorrebbe fosse periodo, articolato ma non complesso. Tempo che corre, come la strada, il sole e la luce desiderosa di spegnersi sul giorno. Un giorno che forse è un finale, che forse è un inizio, che forse è soltanto un giorno tra tanti. - Se non hai fretta, potremmo fare una piccola deviazione e mangiare qualcosa insieme prima di rientrare. No, non ha nessuna fretta e stavolta è lei che sorride, per l'opportunità che lui le ha concesso e lei ha subito accettato, di dare un freno a tutte le corse in corso e regalarsi qualche altra ora insieme.- Voglio portarti ad Amatrice, a mangiare l'amatriciana, quella originale. Ci sei mai stata?- No, ma non vedo l'ora.***- È crollato anche il ristorante Roma, quello dove ci fermammo a mangiare. Che tristezza, vero?- Infinita. Una tristezza infinita...