LeCoccinelleVolano

***Young&old***


Ora ho capito perché con 30 euro al mese ti fanno navigare per 100 ore: perché sanno che  5940 minuti li spenderai imprecando contro le pagine che non si aprono! (non a caso ho impiegato quasi 24 ore solo per pubblicare questo post)
Roma al mio arrivo mi è sembrata così bella che, dalla felicità, volontariamente, per due volte non sono salita sull'autobus. Sono rimasta così, impalata a Tiburtina, a guardarmi intorno, canticchiando come  Phoebe Cates la stessa canzone che, per tutto il tragitto fino a Nola, aveva canticchiato mio padre... anche se, secondo me, lui cantava Paradise per un motivo diverso (forse perché me ne stavo andando?). EXCURSUS numero 1: A proposito del canto di mio padre, mi è sovvenuta quella volta in cui, a 14 anni, durante una sera d'estate, chiusi mio fratello fuori, sul balcone di camera mia, minacciando di non farlo rientrare, finché non mi avesse cantato ad alta voce il ritornello di Don't look back in anger degli Oasis(quello che fa: soooo seellliiiiii kiiiiiiiid vuueeeeiiiiii!!!!!!!!). I balconi di casa mia, però, affacciano sulla piazza del paese, che a quell'ora era affollatissima. Tra le tante persone, seduto su una panchina, c'era pure un ragazzo che mi corteggiava, il quale per tutto il tempo tenne lo sguardo puntato in alto, a guardare mio fratello in ginocchio che strepitava e la sottoscritta dietro ai vetri che si atteggiava a direttore d'orchestra.Quel ragazzo, dopo un paio di giorni, si mise con una mia amica e non mi corteggiò più. Chissà perché... EXCURSUS numero 2: Se i balconi affacciano sulla piazza, la veranda affaccia sul cortile. Per un paio d'anni, in fondo al cortile, ha vissuto una coppia di anziani coniugi. Rimasto vedovo, il vecchietto prese a trascorrere i suoi pomeriggi seduto sul ballatoio. Rimaneva lì da solo per un sacco di tempo perciò, impietositi dalla sua malinconia, io e mio fratello un giorno cominciammo ad inscenare spettacolini a distanza apposta per lui. In verità, erano, per la maggior parte, scene d'omicidio. A seconda della circostanza, mio fratello fingeva di morire strangolato, accoltellato, avvelenato ma, prima di finire, mio fratello gridava: "don Miché!!! Salvat'm!  Vi prego!!!!"  e agitava le braccia, per poi sparire dalla sua vista accasciandosi al rallentatore.Inutile dire che don Michele non venne mai a salvarlo, ma in compenso è bella la certezza che nel suo ultimo anno di vita, anche grazie a noi, si sia fatto un sacco di risate.Non ho mai avuto i nonni, perché figlia di genitori rimasti orfani troppo presto. Credo sia per questo che ancora oggi li cerco, in ogni viso, in ogni espressione rugosa che riesce a toccarmi il cuore e, a maggior ragione, credo sia proprio per questo che mi ha fatto un po' male, la scena a cui ho assistito a piazzale Flaminio.Si aspettava il tram. Una giovane nonna con una mano teneva il passeggino del nipote, con l'altra teneva il cellulare. Poco distante, c'era un anziano che faceva smorfie al bambino, quelle smorfie innocenti (tipo cucù, battere le mani etc...) che si fanno a tutti i bimbi che sgambettano e sorridono felici. Quando, però, la nonna ha smesso di chiacchierare, prontamente ha spostato il bambino, cosicché non potesse più rientrare nella visuale del signore, il quale ha abbassato lo sguardo, ferito per l'accusa, sottintesa in un gesto così brusco, di essere stato scambiato per un vecchio pedofilo.TROPPA PARANOIA UCCIDE I SORRISI.PS: avrei ancora un sacco da scrivere, dalla signora che mi ha regalato un mazzolino di viole, alla mia visita ad Amityville Horror, ma ho fatto troppi excursus, sono le 4 del mattino e se riprendo l'abitudine di addormentarmi all'alba e risvegliarmi al tramonto, mi sa che non è tanto fuori luogo il dubbio avanzato da chi pensa che, oltre che scema, forse sono pure vampira.