LeCoccinelleVolano

*°*vecchi_sapori*°*


So che, per prima cosa, dovrei superare l’impatto dell’eccezione e riprendere i contatti con la regola. Capisco che, soltanto dopo questo sforzo, sarò in grado di recuperare, come fuori da un’apnea, il respiro e, come fuori da un tunnel, la luce.Spero che, al di là del bene e del male, in quello spazio cioè intermedio quale di né carne né pesce- semmai di pomodori e frutta fresca- tutto quello che ho sperato, saputo e creduto, si ricongiungano e acquisiscano la forma di una soddisfazione reale e, almeno per un attimo, niente affatto potenziale (a dispetto di un eccessivo abuso del congiuntivo, dall’effetto mai esortativo e mai, soprattutto, congiungente).Ma sapere, capire e sperare valgono a niente quando si deve agire, realizzare e, in ultima istanza, percepire, con chiarezza e cognizione di causa, ciò per cui ci si accinge ad agire, realizzare e percepire.Perché io a volte non ne ho idea.Sembra sia tutto casuale e fatidico, mentre attraverso la strada col rosso e, poco distanti, poche cifre sfuggono all’osservazione e mi catapultano in un altrove di cui conosco il solo nome. E poi c’è l’acqua, la piazza, la carta, la borsa, la penna e persino troppo sole. Sale di lacrima e alla bocca ha il mio sapore: quello perduto, ripudiato, non voluto.Al primo segno tuttavia riconosciuto.Perché la forza è soltanto un vestito e la vera fibra è sempre e solo debolezza?