LeCoccinelleVolano

°°°mirtilla°°°


Per il ciclo “la fattoria degli animali”- puntata n°2…L’avevamo chiamata Mirtilla. In verità l’avevamo proprio battezzata, non nel senso che avevamo chiarito il suo nome, ma nel senso che una domenica di luglio di quel periodo in cui mio fratello si era convinto che da grande avrebbe fatto il vescovo, mentre io già davo segni che da grande avrei fatto l’idiota, organizzammo un vero e proprio battesimo.Fu una cerimonia così perfetta, con tanto di libretti per la messa, acqua santa, invitati, dolcetti e bomboniere, che ce ne saremmo tutti volentieri dimenticati, tranne E. T., che non era un extraterrestre, bensì un ragazzo di nome Enzo Tortora (da notare il cognome in tema), che qualche anno dopo, incontrandomi, mi disse: “Ti ricordi di me? Sono un amico di tuo fratello ed ero tra gli invitati al battesimo del gatto”. Insomma, nonostante tutto, rimase una circostanza memorabile, con mio fratello che faceva da officiante ed io che tenevo la gattina tra le braccia, la quale, per l’occasione indossava un completo corpetto all’uncinetto e gonnellina a fiori, rigorosamente cucito dalla sottoscritta. A credere a Brian Weiss, autore di “Molte vite, un solo amore” (ma si può leggere un libro che si intitola così, senza uscirne male? Credo di no.) si potrebbe pensare che le mie abilità sartoriali fossero segnale di una precedente esistenza nei panni di Coco Chanel. Sta di fatto che avevo preparato con i veli dei confetti, anche un copricapo, solo che Mirtilla non ne volle sapere di indossarlo ed io lo tenni da parte per la comunione. Comunione che non ci fu mai perché, benché l’avessimo liberata dal peccato originale, Mirtilla continuava a comportarsi da gatto, saltando sui mobili e  in particolare su quelli della cucina e in particolare quando c’erano le pentole sul fuoco, perciò mia madre decise che non potevamo più tenerla e la regalò a sua zia.Provammo a riprendercela. Una sera che eravamo andati a trovarla, infatti, io e mio fratello la infilammo nell’auto, solo che prima che andassimo via, la malvagia zia di mia madre se ne accorse e chiese che gliela restituissimo. Dopo quella sera non la rivedemmo più. E così Mirtilla non solo si perse la comunione, ma anche la cresima, il matrimonio e persino la sacra unzione.